Il personaggio: Claudio Gaudino

GaudinoCHI E’ CLAUDIO GAUDINO
Claudio Gaudino è nato a Mottalciata, in provincia di Biella, l’11 dicembre 1948. E’ laureato in Scienze motorie all’Università di Torino e di Lione e fa parte della storia della Juventus per circa due decenni tra il 1981 e il 1999. Inizia la sua avventura bianconere prima come collaboratore del settore giovanile e nel 1983 passa in prima squadra (allora allenata da Giovanni Trapattoni) e fino al 1990 ricopre il doppio incarico di preparatore di prima squadra e formazione Primavera. Con l’avvento di Gigi Maifredi torna ad occuparsi solo dei ragazzi del vivaio, ma col ritorno del Trap ottiene nuovamente l’incarico di seguire la prima squadra in cui rimarrà dal 1991 al 1994. L’avvento di Marcello Lippi e Gianpiero Ventrone lo relega nuovamente alla formazione Primavera, ma è lo stesso Lippi a chiamarlo al fianco del “marine” nella stagione 1998-99. A giugno, Claudio Gaudino segue anche Lippi all’Inter, iniziando una collaborazione con i nerazzurri che durerà fino alla fine della stagione 2008-2009. Attualmente ricopre anche il ruolo di preparatore atletico della nazionale italiana. E’ chiamato “professore” perchè ha una cattedra di Scienze Motorie di Torino.

COSA FARA’ NELLA JUVENTUS
Il record di infortuni della scorsa stagione durante la gestione Capanna, ha convinto la società a puntare non su un solo preparatore, ma su un trittico contraddistinto da competenza e professionalità. Programmazione e serietà, sono solo alcuni dei “verbi” di Claudio Gaudino, che è rientrato alla Juventus per contribuire con il proprio bagaglio tecnico e umano ai nuovi successi bianconeri. Assieme a Scanavino si occuperà della gestione della preparazione atletica con particolare attenzione al “recupero dagli infortuni”. Il professore stilerà programmi dettagliati per ciascun atleta in modo che tutti rieascano ad arrivare in fondo alla stagione senza decadimenti di forma. «Al di là delle varie fasi su cui si basa il recupero dei giocatori, devono sussistere tre elementi determinanti per la buona riuscita del lavoro: la fiducia dell’atleta nei confronti del gruppo (medici, fisioterapisti e preparatori) che lo segue, la massima collaborazione tra le varie componenti e la prudenza. E’ necessario che tutti remino nella stessa direzione per arrivare a un buon risultato, così come è necessario che si crei un clima quasi di complicità tra noi e il giocatore». Fiducia, complicità e collaborazione sono dunque alla base della filosofia di recupero. Concretamente, il lavoro viene suddiviso in tre fasi. «Quella terapeutica, la riabilitativa e la riatletizzante. Bisogna partire da una certezza: deve essere chiara la diagnosi, è necessario capire che cosa è successo al giocatore e sapere a quali cure è stato sottoposto. Non è detto poi che i tre momenti non si possano sovrapporre: per esempio, mentre un giocatore è ancora sottoposto a cure, si può già avviare la riabilitazione. Il nostro obiettivo è quello di arrivare al completo recupero funzionale: dopo la riabilitazione il giocatore può iniziare con gli allenamenti, dapprima generici, poi specifici, fino al ritorno con il gruppo. Ovviamente i tempi dipendono dal livello di gravità dell’infortunio e anche dal fisico. Comunque, per esperienza, posso dire che tutti i giocatori sono estremamente attenti quando si tratta della loro salute, ascoltano e offrono la massima disponibilità». Quanto agli infortuni muscolari tanto presenti l’anno scorso e in generale nel calcio moderno, Gaudino ha una sua spiegazione: «E’ un concorso di cause. Si gioca molto e, di conseguenza, ci si allena poco e non si riesce a recuperare tra una partita e l’altra. Inoltre i ritmi sono saliti, come la velocità di esecuzione, i contrasti e la continuità del gioco. E’ come se si corresse sul filo del rasoio, è inevitabile che i muscoli ne subiscano le conseguenze». A lui il compito forse più delicato di tutti: auguri.

(Credits: Tuttosport)
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    • Lapulce
    • 2 settembre 2009

    Forza Claudio! :p

    Scheda davvero interessante che spiega bene la determinazione e la massima competenza di questo preparatore.
    Auguri!

    • Garrison
    • 2 settembre 2009

    Dai preparatori atletici a mio avviso non bisogna aspettarsi miracoli. Un giocatore che, strutturalmente, ha la tendenza ad infortunarsi lo farà con qualsiasi preparatore, xché questi ultimi sono tutti ottimi professionisti e preparatissimi (compreso a mio avviso il vituperato Capanna…). Il lavoro potrà divergere ma nessuno ha le ricette miracolose. Per inciso, Zebina si infortunava con Capanna e si é infortunato con Neri e co., xché i muscoli ed i tendini sono quelli che sono (e lo stesso vale x Camoranesi; Zanetti e Marchionni – non é + un problema nostro -; Brazzo ecc.). Resto comunque sorpreso, quando i nostri preparatori dicono che si gioca troppo, dalla vitalità atletica delle squadre inglesi che giocano molto di +…. A mio avviso comunque il miglior metodo x ovviare agli infortuni si chiama turn over, accettando a priori che in certe partite non potrà giocare la squadra migliore (ad esempio Diego contro Livorno; Bari ecc. dovrà lasciare il posto a Giovinco) anche a costo di lasciare qualche punto x strada.

    • davik
    • 2 settembre 2009

    Sono d'accordo con Garrison, se un giocatore strutturalmente è soggetto ad infortuni, difficilmente un preparatore o fisioterapista può fare miracoli.
    Detto questo, Gaudino è IL PREPARATORE per eccellenza forse, ha competenza,serietà e serenità nello svolgere il suo lavoro.
    Si spera che anche la fortuna sia dalla nostra quest'anno….

    • oberto Gherardi
    • 2 settembre 2009

    giusto per la precisione: Gaudino è nato a Mottalciata sì! ma in provincia di Biella, non in Sardegna
    saluti
    bobbygho

  1. Una piccolo appunto su un dettaglio irrilevante ma dacorreggere per motivi di campanilismo :): Gaudino è originario di Mottalciata (Biella), Piemonte non Sardegna

    • ACB
    • 3 settembre 2009

    Grazie, provvedo.

    • iancurtis
    • 3 settembre 2009

    @garrison: secondo me a proposito delle squadre inglesi ti sei risposto da solo, mi sa che applicano un turn over scientifico (anche perché hanno cominciato a giocare tantissimo prima di tutti gli altri, due coppe e un campionato a 22 squadre da più di vent'anni).

    Cmq ben venga un preparatore… preparato!! 😉

    • Garrison
    • 3 settembre 2009

    Mah, in realtà non mi pare ci sia tutto questo turn over in Inghilterra (bhé a parte il MU che lo fa benissimo). Piuttosto utilizzano tanti giocatori giovani, quello sì.

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