Le accuse della stampa: le 2 partite "pilotate" e i misteri non svelati.

Bergamo e Pairetto
Ricostruzione della giornata del 6 novembre 2006 (Martino teste) dell’udienza di Calciopoli, con tutti i dubbi sollevati in udienza sia sulle dichiarazioni dell’addetto CAN, sia sul ruolo dei Carabinieri, sia sulla veridicità delle sue dichiarazioni e del risalto mediatico dato dai media alla vicenda. All’interno è possibile scaricare il PDF per conservare l’articolo.
La giornata del 6 novembre, con riferimento ai sorteggi, la riassumerei così. Ad un certo punto, il sig. Martino ammette che nell’interrogatorio del 12 maggio 2006, i Carabinieri gli dissero di sapere che il sorteggio fosse truccato (senza specificare su quali basi), e gli chiesero di spiegare loro come fosse possibile truccarlo. Questo lo dice chiaramente il Martino (tra la gioia degli avvocati della difesa), che ammette perciò che l’indagine partì dando dai Carabinieri per dato di fatto (e non lo era) che il sorteggio fosse pilotato, per poi provare a trovare assieme al Martino un “modo” compatibile che fosse credibile. Fatto questo di una gravità inaudita, e del quale nessun giornale ha parlato. Il Martino allora parla delle palline più ammaccate e quindi riconoscibili.
Il 13 maggio le palline vengono sequestrate.
Il 19 maggio 2006, il teste, visto che il sorteggio si svolgeva alla presenza di un notaio, e che a pescare le due palline fossero prima Pairetto (quella della gara) e solo successivamente un giornalista scelto dall’USSI, afferma come l’unico modo di truccare un sorteggio fosse per Pairetto di ritardare con pause “ad hoc” (es. battute coi giornalisti) il suo pescare la pallina, cercando prima di vedere quale pallina avesse pescato il giornalista e riconoscerla dalla ammaccatura. Il tutto a 2-3 metri di distanza e con 2 persone (il notaio e Bergamo) in mezzo. A questo punto si aprono tre riflessioni:
1) Essendo lo stesso Martino a mettere i bigliettini nelle varie sfere, come potevano Pairetto e Bergamo sapere quale bigliettino fosse presente in quale sfera?
2) Essendo prima il Pairetto a scegliere la pallina (della gara) e solo dopo il giornalista a scegliere quella dell’arbitro, come poteva essere truccato il sorteggio se non grazie alla complicità del giornalista
E’ allora che spunta fuori l’episodio del colpo di tosse. Quando gli viene chiesto di fare esempi di fattispecie in cui ci fu qualcosa di sospetto, infatti, il Martino cita come unico caso di possibili situazioni poco chiare (frutto, lo specifica diverse volte, di una sua personale sensazione e non supportata da certezza) il famoso sorteggio di Milan-Juventus. In questo sorteggio, Bergamo ad un certo punto tossì, ma il teste in aula afferma che tossì dopo che fu estratta la pallina della partita da Pairetto, e che quel colpo di tosse non fosse un messaggio al giornalista (es. “pesca la pallina indicata!”), ma fosse evidentemente casuale. Smonta perciò totalmente quell’episodio escludendo categoricamente il coinvolgimento del giornalista e l’incidenza del colpo di tosse stesso sulla sua estrazione della sfera contenente il nominativo dell’arbitro.
Ad un certo punto però, dopo che il Martino afferma all’avvocato Morescanti di non ricordare altri casi di possibili “irregolarità” nei sorteggi tranne appunto questo del colpo di tosse (peraltro chiarito come “casuale”), subisce la contestazione del PM Narducci, il quale afferma come, nel verbale del 12 maggio 2006, lo stesso Martino avesse detto di aver ricevuto disposizioni da entrambi i designatori di mettere un determinato bigliettino in una sfera più ammaccata e quindi riconoscibile. Il teste quindi si contraddice con quanto affermato pochi minuti prima. E il PM gli chiede spiegazioni.
Tre riflessioni.
1. Il teste è molto confuso e contraddittorio (tanto da essere richiamato e ammonito dal presidente Casoria): prima parla di sfere scelte da Bergamo e Pairetto (proprio perché più ammaccate e quindi riconoscibili), i quali avrebbero indicato al Martino di inserirvi un determinato bigliettino (si capisce quindi con lo scopo di riconoscerle e “barare”), e poi parla del caso opposto, e cioè del fatto che Bergamo e Pairetto lo intimassero di buttare alcune palline perchè troppo riconoscibili e imbarazzanti nella loro ammaccatura, per non destare sospetti. Alla fine, pressato, avendo parlato di 3-4 casi (in maniera generica), fa una “media” (sono ironico) e dice che in 2 casi si verificò la prima situazione, e in 2 casi (evidentemente irrilevanti in quanto giustificati) un’altra. Il che già è imbarazzante.
2. Delle due partite “incriminate”, una riguardava la prima giornata di Campionato della Stagione 2004/05 (il teste non ricorda quale), mentre l’altra un turno infrasettimanale di B. Quindi non vi è assolutamente un collegamento con la Juventus esplicitato dal teste.
3. Il teste afferma che queste 3-4 fattispecie furono rese ai Carabinieri durante l’interrogatorio del 12 maggio, ma che non furono dagli stessi trascritte (non era di fatto mai emerso in nessun documento agli atti). Il che risulta (parere personale) poco credibile, o quantomeno grave. Per tre motivi: primo perché quell’interrogatorio del 12 maggio 2006 durò 6 ore senza interruzioni e produsse (“solo”) 4 pagine (fatto già di per sè strano) e quindi non si produsse una mole di materiale tale che qualcosa possa essere sfuggita; secondo perché l’intero interrogatorio verteva quasi esclusivamente su possibili irregolarità dei sorteggi arbitrali, ed omettere una informazione così importante, decisiva, pare francamente impossibile da credere (cioè lo interrogano su possibili irregolarità o pressioni ricevute, lui elenca 3-4 casi e i Carabinieri non scrivono?); terzo perché vi furono ulteriori interrogazioni e in nessuno di questi ne risulta traccia. Nel verbale del 13 maggio infatti non fu fatta menzione di questi 2 episodi; non vi è traccia nel verbale del 19 maggio (quello dove parla di Milan-Juve ed esce fuori il colpo di tosse), non vi è traccia nel verbale del 26 maggio (nella quale ad esplicita domanda in cui viene chiesto di riferire di gare sospette il Martino risponde citando una sola gara, quella di Samp-Fiorentina, non facendo affatto menzione delle due gare emerse in udienza), né il quello del 28 maggio, del 6 giugno e del 28 giugno. E il Martino non dice niente neanche all’Ufficio Indagini FIGC né il 9 maggio nè 5 giugno. Nell’unica situazione in cui il Martino parlò di questi 2 episodi, i Carabinieri, che pure avevano tutto l’interesse di farlo (stiamo parlando del fatto finora emerso più importante di tutto il processo) si “dimenticarono” di scriverlo. E non vi è più menzione degli stessi per tutti i successivi (o precedenti) interrogatori.
Le domande sono perciò scontate:
1) Perché i Carabinieri non hanno trascritto il fatto più importante di tutta Calciopoli nel verbale del 12 maggio 2006?
2) Perché il teste non ne ha da allora parlato più? Si tratta di due situazioni in cui è palese e provata la malafede – fosse dimostrata – dei designatori arbitrali. E in decine di ore di interrogatori che proprio su quello vertevano pare poco credibile come non se ne sia mai più parlato (ammesso lo si sia fatto il 12 maggio 2006, dico, perché non risulta).
3) Uno tra i Carabinieri e il teste mente, o ha gravi responsabilità. Chi?
4) Quali sono queste partite? Si può fondare un intero processo su un fatto non trascritto in nessun verbale precedente e basato su due ricordi sbiaditi (“una partita di A della prima giornata e una partita di B”)?
5) Cosa c’entra in tutto questo la Juventus? Chiarito che il sorteggio di Milan-Juventus (che ad ogni modo produsse Collina come designato, non certo un arbitro amico della Juventus..) non fu truccato, queste presunte due partite (di cui una di B) chi dice siano in qualche modo collegabili alla Juventus?
6) Se anche il Bergamo e il Pairetto abbiano truccato un sorteggio, chi lo stabilisce che lo fecero d’accordo o su indicazione di Moggi e Giraudo? (cosa gliene importava ai due dirigenti bianconeri ad esempio di una designazione di Serie B? O di Sampdoria-Fiorentina?).
L’unico “fatto” emerso dalla udienza del 6 novembre è perciò, per chiudere, che il Martino, fatto questo non scritto in nessuno dei 12 verbali rilasciati, ha per la prima volta parlato di 2 partite in cui Bergamo e Pairetto gli chiesero di inserire un nominativo specifico in una specifica pallina. Che una delle due situazioni riguardava una giornata di Serie B, e che l’altra riguardasse la prima giornata della stagione in esame (la 2004/05), ma non si nomina la Juventus (potrebbe essere stata qualsiasi, non ricorda).
Ciò detto, aggiungo che non esistono verbali dei notai che attestino irregolarità, e l’unico modo per poter estrarre quella pallina “pilotata” (o presunta tale) passava attraverso la complicità del giornalista, visto che è sempre lui che avrebbe dovuto scegliere per ultimo la sfera contenente il nominativo dell’arbitro. Delle tre l’una, perciò: o il teste dice il falso, o quella indicazione di mettere un determinato bigliettino in una determinata sfera non produsse effetti (alla fine il giornalista scelse in buona fede la sua pallina non sapendo quale scegliere), o li produsse una alterazione dei sorteggi ma esclusivamente grazie alla complicità di un giornalista.
Non è però possibile né risalire al giornalista in questione (non sapendo di quale partita si trattasse), né è possibile risalire direttamente o indirettamente a Moggi e Giraudo (e quindi alla Juventus): tanto è vero che una delle due situazioni riguardava la Serie B, e non si capisce che interesse potessero avere i due dirigenti bianconeri a far accoppiare un determinato arbitro con una determinata partita di B.
Emerge inoltre, all’interno del procedimento, a titolo puramente informativo, come:
1. Fosse prassi comune per dirigenti e presidenti entrare prima e dopo le partite all’interno degli spogliatoi (quindi quando lo faceva Moggi non era l’unico)
2. Fosse prassi di molti (in udienza emerge che il Martino inviasse sms al sig. Meani del Milan ad ogni sorteggio) chiedere ed informarsi sulla composizione delle griglie (vengono nominate la Juventus, il Milan, la Reggina e “altre”), e farlo addirittura mentre queste venivano determinate, in diretta (“a che state? Che sta uscendo?”).
3. Il sig. Martino – così come Bergamo e Pairetto (che da anni affermano lo stesso) – ascoltava dicendo “sì” senza in realtà dare realmente ragione altri dirigenti (es. il Meani), nel senso che prometteva cose che poi in realtà non poteva soddisfare (es. “ok ti aiuto”, “ok ti faccio sorteggiare Tizio”, e non necessariamente accadeva, o lo stesso aveva possibilità di farlo accadere), col solo scopo di ascoltare gli umori delle varie società sui vari arbitri (es. alla squadra X non piaceva l’arbitro Y mentre piaceva l’assistente Z)
4. Bergamo confessò al sig. Martino di aver ricevuto pressioni da Carraro di aiutare Fiorentina e Lazio a restare in Serie A per l’importanza delle due squadre e delle due città che rappresentano.
Insomma.. io gli articoli giornalisti li soffermerei più su due aspetti inquientanti:
1) L’eventuale ruolo dei giornalisti nel sorteggio
2) Cercherei di capire cosa sia effettivamente successo il 12 maggio 2006.
Ma è più facile fare allusioni su Moggi.
clap clap clap!
Da incidere sulla pietra e portare per conoscenza in corso Galileo Ferraris
Davvero molto, molto bello!
io confido in Blanc. Non appena la situazione è molto più chiara secondo me "entra in campo" lui tanto la proprietà non glielo impedirà visto che il loro unico scopo era cacciare Moggi. Io rivoglio indietro i nostri due scudetti.
Eccellente ricostruzione Antonio.
Ti senti di fare qualche previsione sul comportamento della società in caso di clamorosi (ormai prevedibili) esiti del processo di Napoli?
Oggi sul Fatto Quotidiano c'è un trafiletto di Oliviero Beha che parla proprio del processo di napoli: praticamente dice che è come se ci fossero due processi, quello di napoli in aula e quello mediatico. Le stesse cose che da giorni ci sta facendo notare ACB. Proprio molto bello quel trafiletto, se potete leggetelo. Altrimenti se ho tempo lo riporto io.
così lapalissiano e brillante da risultare accecante….