Lucarelli "muore" dal 2005

Lucarelli come Balotelli
In questi giorni un po’ tutti ne abbiamo lette di cotte e di crude sull’ormai famoso coro “Se saltelli muore Balotelli”. Notate bene: parlo di insulti perché di quello si tratta e non di cori razzisti, anche se hanno lo stesso squallido ed intollerabile effetto. Mi piacerebbe che da domenica in poi non si parlasse più di queste cose, ma non perché come dicono in molti “meno se ne parla e meno importanza si dà a certi deficienti”, ma perché sogno sempre la domenica in cui tutto finisce come per magia. Sono un sognatore, lo so, ma quanto e forse più dei cori mi fanno male tutte le parole che si dicono, e quelle che spesso non si dicono su quanto ruota attorno a fenomeni del genere. A questo proposito, ho letto stamattina una bella intervista a Cristiano Lucarelli sulla Gazzetta dello Sport di cui vi riporto qualche stralcio… “Se saltelli muore Lucarelli. Me lo cantano dal 2005. Sono stati i laziali ad inventarlo. Io non ci faccio più caso. Lo vedo come uno sfottò per la mia fede politica. Di certo chi fa cori del genere vede nel bersaglio un nemico forte. Se Balotelli non fosse un campione difficilmente se la prenderebbero con lui”. Parole di grande saggezza, a mio avviso, quelle di Lucarelli che vede i cori come una sorta di esorcismo (esasperato a dire il vero) durante uno scontro sportivo. Esorcismi di cui se ne vedono e se ne ascoltano tante sfaccettature, tante “nuances” direbbero in Gran Bretagna, ma che spesso si colgono solo quando li si vuole cogliere. Al di là di qualsiasi tipo di atteggiamento di Balotelli, che lo sanno tutti ormai, non è uno stinco di santo, a poco servirebbe ritirare squadre dal campo (lo stesso Mourinho ha confermato che non farebbe una cosa del genere) o sanzionare le società per responsabilità indiretta. Il problema sta alla radice. Si tratta di uno strano “retrogusto” culturale, che in Italia si tasta anche in altri ambiti (non è il caso di fare riferimenti alla politica) e che ci dice che in Italia non siamo pronti a supereare certi stereotipi. E’ questione di tempo? Non credo, anzi penso che da questo punto di vista negli ultimi anni abbiamo fatto qualche passo indietro. Bisogna iniziare dai pargoli, istruirli, instillargli sin dal principio i valori che rendono non solo la partecipazione, ma anche la fruizione dello sport, un’esercizio sano e naturale.
Come sempre hai centrato perfettamente l'argomento.