Il manto erboso di Vinovo: parliamone…
E’ stato tirato in ballo spesso, parlando di infortuni. Il primo fu Fabio Capello, che proprio non digeriva la struttura per i terreni troppo “morbidi”. Poi, sviluppandosi un pò modello mito metropolitano, se n’è parlato sempre di più, fino a farne dall’anno scorso un vero e proprio tormentone. Ma è vera questa storia? Sono i campetti di Vinovo che causano gli infortuni dei bianconeri? Non si sa, e chi potrebbe saperne qualcosa non si sbottona. “E’ tutto normale”, fanno sapere dalla Sede. Non esistono, d’altronde, evidenze scientifiche che facciano pensare a delle anomalie. Vediamo allora di capire chi si prende cura dell’erbetta dei campi dello Juventus Center: Vittorio Ferrino è il direttore del Centro, Virginia Costa è la consulente esperta del trattamento dei campi e la ditta Semana Green detiene l’appalto per la gestione e la tenuta dei terreni, sia in erba naturale che in sintetico. Sono loro, quindi, che si prendono cura materialmente dei tanto chiacchierati manti erbosi. A guidare l’equipe di agronomi della Semana c’è Amedeo Prando, che si avvale della collaborazione di Raffaele Mazzocca, Simone Porta, Rexhua Izet, Mattia Sarà e Sheru Artan. Il loro compito è di rimettere a posto i campi dopo gli allenamenti delle varie squadre, comprese le giovanili: risistemare le varie zolle che inevitabilmente si alzano o si spostano durante gli allenamenti e che quindi rischierebbero di morire se non fossero rimesse a posto. Insomma, garantiscono la complanarità del terreno, utilizzando di solito macchinari poco invasivi e leggeri. In inverno, a differenza delle stagioni più calde, il compito viene reso ancora più difficile sia dal buio che sopraggiunge già a metà giornata, sia dalle condizioni del terreno che tende a gelare, costringendo lo staff a risistemare le zolle solo nella mattinata, quando il ghiaccio lentamente si scioglie al sole. E’ per questo che gli allenamenti di norma cominciano verso le 11, quando fa più freddo. Proprio per permettere una sistemazione consona del terreno. E, a proposito di terreni, quelli a disposizione della prima squadra bianconera sono ben tre, che Ciro Ferrara utilizza “a rotazione”: due campi sono in funzione sin dalla nascita del Centro e sono caratterizzati dal fatto di essere uguali in tutto e per tutto a quelli degli stadi (riscaldati, col manto erboso formato da un tappeto importato dall’estero e non “locale”), il terzo campo, più recente, è stato creato solo l’anno scorso ed è – come gli altri utilizzati dalle giovanili – ricoperto da erba seminata sul posto. Quest’ultimo campo è importantissimo perchè funge da “sfogo”, e permette cioè tutta una serie di esercizi “particolari”.
Credits: Hurrà Juventus di Gennaio.
"Quest’ultimo campo è importantissimo perchè funge da “sfogo”, e permette cioè tutta una serie di esercizi “particolari”"
mi sa che gli esercizi particolari che si praticano sono gli stiramenti, le tendiniti e la pubalgia cronica 🙂
Fra l'altro,mi sembra che Vinovo manco l'avevano terminato ai tempi di Capello.
domanda: qualcuno puo' parlarci dell'11+, il metodo di stretching che la fifa propone come rivoluzionario e che a detta di chi l'ha programmato ridurrebbe gli infortuni muscolaei del 30%? ACB, spero in un tuo articolo
A seguire.
Bho, il primo anno di Ranieri non si infortunò nessuno gravemente mi pare.
@ Ubas:
i due campetti, come scritto, erano già pronti ai tempi di Capello, e il loro manto/terreno non è mai cambiato da allora.
Questa dei campi di Vinovo e' una delle bufale ricorrenti; veramente non c'e' alcune fondamento scientifico per affermazioni di un certo tipo.
Bah, più che a campi e campetti io darei la colpa a preparatori atletici o a giocatori che si riscaldano in modo approssimativo…
SONO DACCORDO CHE (forse)SONO LEGGENDE METROPOLITANE.
PERO SE NON RICORDO MALE MI SEMBRA CHE CAPELLO SI FOSSE OPPOSTO AD ALLENARSI A VINOVO. MI SEMBRA.???????????'