Michele Paolucci: la scheda

paolucciData di nascita: 6 febbraio 1986
Luogo di nascita: Recanati (MC)
Ruolo: centravanti
Club: Juventus e Siena in comproprietà
Scadenza contratto: 30 giugno 2013
Valutazione: 7 milioni

LA CARRIERA
Dopo essere letteralmente cresciuto nel vivaio bianconero, di cui è il migliore marcatore all-time del settore giovanile con 184 reti, nel 2006 la Juventus lo cede in prestito secco nella sua Ascoli, a soli 20 anni. Qui trova da subito la fiducia di mister Nedo Sonetti (che arriverà, dopo una doppietta al Messina, a definirlo un nuovo Van Basten..). Per lui a fine campionato 33 presenze e 8 reti tra Campionato e Coppa Italia, un bottino sicuramente di grandissimo rispetto, tanto che il vecchio volpone di Sir Alex Fergusson si interessa al ragazzo e lo elogia più volte. In estate, però, la Juventus lo cede in comproprietà all’Udinese nell’ambito dell’affare Iaquinta, e per lui, quella 2007/08, sarà una stagione da cancellare: la prima parte la trascorre a Udine, dove è chiaramente chiuso da una eccessiva concorrenza (Asamoah, Di Natale, Quagliarella e Floro Flores, solo per fare 4 nomi..), e riesce a scendere in campo solo un paio di volte (4 invece le presenze in Coppa Italia, con 2 gol); a gennaio, il passaggio all’Atalanta di Del Neri, e anche qui – complice l’esplosione di Floccari – lo spazio sarà pochissimo (9 scampoli di partita appena). Per lui perciò, anche se giovanissimo, quella successiva è già una stagione decisiva: deve dimostrare di valere la Serie A, e lo fa alla grande. In estate passa in prestito con diritto di riscatto della metà del cartellino al Catania, e qui, sotto la guida tecnica di Walter Zenga, riesce nuovamente a dimostrare il proprio feeling con il gol: a fine stagione il bottino sarà di 27 presenze e 9 reti (di cui 2 in Coppa Italia: la formazione siciliana arriverà fino alle Semifinali…). Purtroppo, sarebbe potuto essere molto maggiore, ed è lo stesso Paolucci che, l’estate scorsa, spiegò il motivo: “Il mio ultimo campionato è finito con quasi due mesi di anticipo solo perché ero in prestito, e a salvezza ottenuta la società ha puntato sui giocatori di proprietà”. Takayuki Morimoto, volendo fare nome e cognome. La Juve comunque crede in lui, e gli dà ragione, riscattandolo completamente dall’Udinese e cedendolo quasi subito al Siena, ma questa volta in comproprietà e non più in prestito. In toscana, in una società storicamente “amica” della Juventus, i rapporti col tecnico Giampaolo sono difficili, e nella prima parte di stagione il campo lo vedo poco o niente, Michele. Poi avviene l’avvicendamento tecnico con Alberto Malesani, che gli concede più fiducia: 7 presenze e 2 gol, per gli amanti delle statistiche, la prima parte di questa stagione. Per quanto riguarda invece la Nazionale, Michele è nel giro delle rappresentative giovanili già dal lontano 2003, quando – ancora negli Allievi bianconeri – venne convocato dalla U-17. Da allora è stato convocato anche per la U-19, per la U-20 e, già nel 2006, a soli 20 anni, è arrivata anche la prima (di due) convocazione nella U-21 di Pierluigi Casiraghi. Il suo è stato un nome molto considerato lo scorso anno dal mister ex bianconero, ma purtroppo, come detto, sul più bello il Catania ha deciso di rinunciare a lui e ha definitivamente perso il treno.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Michele è uno che la butta dentro, da sempre. Basterebbe questa semplice frase per descriverlo. Ha il gol nel sangue, vede la porta, è freddo davanti al portiere e riesce a trasformare in oro anche cross sporchi o deviazioni del portiere. E’ un centravanti, prima punta, il classico numero 9. Più che ad Inzaghi, però, somiglia forse al Gilardino pre-esplosione. Lo ricorda anche fisicamente, con i suoi 80 chili distribuiti in 182 cm. Lasciando da parte i paragoni, Michele è un opportunista dal buon fiuto del gol (calcia a rete con entrambi i piedi e si fa valere anche di testa) e, nelle ultime stagioni in cui ha avuto modo di fare esperienza, ha dimostrato di  poter anche fare anche, all’occasione, reparto da sé. E’ però con un altro attaccante di fianco che riesce a sfruttare al meglio le sue caratteristiche, poiché è bravo nelle sponde e nell’attaccare gli spazi. Dotato di buona progressione, sa anche partecipare all’azione della squadra, pur non essendo un numero 10. L’impressione è che in Seire A non abbia ancora mostrato appieno il suo potenziale.

IMPRESSIONE E PROSPETTIVE
La Juventus si affida a Paolucci forse nel momento più delicato degli ultimi vent’anni bianconeri. Il fatto che sia catapultato in una realtà “top level” a metà stagione e in una squadra che sta vivendo un momento così delicato, potrebbe essere uno stimolo ulteriore, quella scintilla che potrebbe tirar fuori da Paolucci tutto il meglio di sè. Lui ci crede, conoscendolo. Ha consapevolezza dei propri mezzi, non ha paura. Le responsabilità che graveranno sul suo groppone saranno elevate: dovrà non far rimpiangere Iaquinta e Trezeguet, nell’immediato, e convincere la Vecchia Signora che probabilmente di Amauri se ne può anche fare a meno. A suo favore giocherà  inoltre la vicinanza del suo idolo Alessandro Del Piero (del quale emula spesso l’esultanza con la famosa “linguaccia”): per il carattere di Michele, la presenza del capitano sarà un ulteriore stimolo per fare ad alti livelli ciò che ha fatto sempre, sin dalle giovanili: gonfiare le reti. Insomma giudizio positivo su questa operazione di mercato, intelligente, di prospettiva, a basso prezzo. Abbiamo tanti giovani bravi in giro, e non si capisce perchè non debba essere data loro la possibilità, partendo dalla panchina, di far valere quanto valgono. Avanti così.

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    • maurizio pierdomenic
    • 16 gennaio 2010

    Ottima scelta. Prefisco di gran lunga il ritorno dei giovani che la ricerca di "tappabuchi" in giro per il mondo. Ora il problema è farli giocare. Paolucci ha una età ed una esperienza che deve essere messa in campo. A 24 anni o matura e cresce o sarà un giocatore di seconda fascia. Con gli attaccanti chi in criciera chi in infermeria non c'è molto da scegliere. Non comprendo invece il ritorno di Yago. Con Diego, Del Piero, Giovinco, Camoranesi …. Ottimo l'interesse per Candreva piedi buoni e ottima capacità di ribaltare l'azione ma, ricordiamoci, che è in odore di nazionale e che quindi non possiamo tenerlo in naftalina o fargli fare qualche partita causa infortunati. A me un centrocampo con Melo, Marchisio e Candreva non dispiace senza trascurare Sissoko (ovvio).

    • negole
    • 16 gennaio 2010

    Sono proprio contento del suo ritorno. Meglio 100 volte lui che i vari Crespo, Maxi di quà e Maxi di là!
    Sono convinto farà benissimo!
    Mi dispiace solo per Lanzafame, un altro che avrei volentieri riportato a casa…peccato sarà x Giugno!
    Bella scheda Antonio!

    • Andy
    • 16 gennaio 2010

    Io ci credo in lui!

    • Mirko Nicolino
    • 16 gennaio 2010

    Avanti con i giovani. Ormai non abbiamo nulla da perdere. Semmai da guadagnare.

  1. Non manca che riscattare Ekdal…

  2. "probabilmente di Amauri se ne può anche fare a meno"

    codivido in pieno!

    • Er rigo' de Ron
    • 17 gennaio 2010

    concordo con romeooo io Amauri lo venderei anche subito , tanto la porta non la vede l'unica sua utilita' sembra esser quella di piacere ai parucchieri … la loro felicita' come cura il capello lui non lo cura nessuno, passa meta' del tempo a sistemarseli in campo ahahah non lo posso piu' vedere….

  1. 16 gennaio 2010

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