Caro Roberto.. Lettera aperta a Roberto Bettega per istituzione Sala della Memoria

roberto bettega heyselDa (troppo) tempo l’amico Domenico Laudadio, sia tramite il suo sito ufficiale che tramite lettere aperte (e chiuse) diffuse via web e a mezzo stampa, richiede – e faccio mia la nobile richiesta – che la Juventus istituisca una sala della memoria dedicata ai 39 angeli dell’Heysel. La seguente è la terza scritta in pochi mesi, dopo gli inaccettabili silenzi di Giovanni Cobolli Gigli e Jean-Claude Blanc. Questa volta è diretta a Roberto Bettega, l’ultimo baluardo di Juventinità rimasto. La riporto perchè bellissima e per darle visibilità. Sperando in una risposta.

Carissimo Roberto,

mi permetto di darti del tu, perchè un bambino non teme mai dai suoi sogni. Forse tu non lo immagini, ma io volavo proprio quando le tue braccia si elevavano al cielo e principe delle aree svettavi regale in quelle immagini senza colore. Eri maestro e carezza di parole mai banali, dal sorriso appuntito e con quel fendente di lama vincente in campo, da imitare. E’ in virtù di questo intimo legame che oggi busso temerario al portone del tuo maniero, perchè sei rimasto l’ultimo templare di una fede, così nobile e antica ed a molti ieri come oggi invisa. La bandiera arrotolata, il cuore in tumulto, una gioia a metà fra l’orgoglio e l’orrore nel mio passo spedito verso casa. Vent’anni sono troppo pochi per capire che la vita di un uomo vale più dell’esultanza di mille altri. Una macchina strombazzava invereconda, qualcuno che esultava nell’abitacolo, io alzo il pugno rabbiosamente in alto in segno di vittoria, poi mi gela da dentro una brezza di vergogna che ho seppellito in terra sconsacrata per cinque lustri nella coscienza. Ci sono vittorie e sconfitte nella vita, ma ciò che t’insegna i passi di danza del respiro del mondo è la verità che giace nel fondo delle cose. Per questa ragione è nato il mio sito in memoria dei caduti di Bruxelles, http://www.saladellamemoriaheysel.it, il 22 febbraio dell’anno scorso.

L’Heysel è una pagina di storia che qualcuno infantilmente ha stralciato nel grande libro della Juventus e che non riceve più ospitalità neanche sul suo sito ufficiale. Aleggia ancora imbrattata dal sangue di innocenti peregrinando in quella sala dei trofei come un fantasma ed intimando al metallo anonimo della vanagloria posato sulla fredda bacheca di costituirsi responsabilmente ai vincoli della memoria. Basterebbe un lembo di stoffa bianca e nera a marchiarla, affinchè quella coppa si trasformi da calice amaro in un venerabile Graal di juventinità. Nell’archivio polveroso dell’oblio, come sacchi di patate, abbandonati sono ancorà là, in un angolo, i bozzoli inermi di quei 39 angeli. Se avrai la bontà di scendervi assieme a noi, scoprirai il sollievo di un brivido precoce di giustizia e la calorosa vampa della memoria che non giudica, ma unisce in un solo abbraccio le vittime ai carnefici e chi l’ha messa al bando in tutti questi anni, confinandola fino a lì.

Carissimo Roberto, l’onore è una scuola che ti annovera fra i suoi luminari emeriti, riscendiamo insieme in quello scantinato da chi impose al circo di non fermarsi, immolando l’inciampo nel vuoto di acrobati e funamboli alla ragione di stato. Non fummo colpevoli noi di generare quella infame mattanza, ma gaudenti di banchettare all’effimero trionfo, come fosse Pasqua sul golgota, quando avremmo dovuto soltanto piangere. Voltati, siamo in tanti, abbiamo pochi fiammiferi per illuminare un ricordo, ma siamo venuti fino a te per chiederti una sala della memoria dove riscrivere definitivamente la medesima storia abbagliandola di fiaccole eterne, un luogo perenne dove sussurrare una preghiera, posare un fiore, imparare da un silenzio più grande. Un museo multimediale che trasmetta un messaggio autorevole contro la violenza, nel nuovo stadio della Juventus, ma anche un simbolo che non faccia alcuna distinzione fra le bandiere.

Carissimo Roberto, ho già scritto agli ultimi due presidenti, che hanno pensato fosse più in stile non rispondermi, ma è la prima e l’ultima volta che scrivo veramente alla Juventus, perchè tu ne sei l’ultimo baluardo. Tu che per l’amata sovrana non hai disdegnato le lacrime, che ne conosci tutte le anse del cuore e ne sei amante fedele, riportale a casa quei figli dispersi nel Belgio, ricordarle uno ad uno i loro nomi, prima che calino altri venticinque sipari di tenebra. Noi tifosi non abbiamo mai dimenticato. Confidalo da parte nostra all’orecchio della divina signora, c’è sempre tempo per l’amore.

6/2/2010

Con affetto.
Domenico Laudadio

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    • VexRed
    • 9 febbraio 2010

    Mi spiace, ma mi irrita non poco lo stile ampolloso dell'autore. Il ché non toglie che le sue richieste siano sacrosante, ma francamente capisco chi – dopo 2 righe – ha ritenuto di passare avanti.
    Non mi sembra né il caso né la materia adatta per un poema epico o una chanson di gesta memorabili. Ripeto: l'intento è encomiabile, il modo in cui è formulata la richiesta è ridicolo. Si tratta di riconoscimenti dovuti, non da ottenere tramite missive strappalacrime (per intenderci, la metto sullo stesso piano di quando il dottor Costa – in MotoGP – comincia a straparlare di eroi, fanciulli e meraviglie varie…).

    • Accetto le critiche sullo stile della scrittura, che evidentemente non può essere condiviso da tutti, ma evidentemente il tenore del tuo dissenso era concetrato più sulla critica che sui contenuti della mia lettera e addirittura ti ha preso così tanto la mano facendoti scrivere parole altrettanto auliche: "poema epico o una chanson di gesta memorabili". Dunque se pensi che per chiedere ala Juventus qualcosa che in venticinque anni non ha MAI VOLUTO FARE basti la carta prestampata e una forma di scrittura formale con l'autentica del comune provaci tu. Chissà che invece di questo silenzio assordante riesca ad ascoltare almeno il tonfo del timbro di un protocollo della sede. Non ti passo, invece, l'associazione metaforica della motogp al dramma di 39 famiglie. Te la potevi francamente risparmiare. Associa immagini meno futili alla morte.

        • VexRed
        • 11 febbraio 2010

        Domenico, io non apprezzo quando qualcuno mi mette in bocca parole o opinioni che mai mi sono passate per la testa.
        Se rileggi il mio intervento, noterai che scrivo che "l'intento è encomiabile" e che si tratta di "riconoscimenti dovuti", alla memoria di 39 tifosi.
        Al tempo stesso, l'assunto che tu proponi è assurdo (cfr. "se pensi che per chiedere alla Juventus… bla bla yadda yadda…"): stando al tuo ragionamento, scrivere alla Juventus in italiano corretto e sintetico non porterebbe a nulla, mentre farcire la propria lettera di saci graal, bozzoli, onori, baluardi, angeli, acrobati, funamboli, garantirebbe miglior sorte.
        Che ti devo dire? Ti auguro sinceramente di aver risposta, ma – avessi tu Bettega davanti – gli parleresti così o al più faresti lievitare il volume delle sue gonadi? Ripeto, giusto per chiarirtelo nuovamente: nulla da eccepire sulla materia, ma lo stile – purtroppo – temo non aiuterà la richiesta.
        Per concludere, rimarco un'altra tua inesattezza: non ho associato "il dramma di trentanove famiglie" allo stile farneticante del buon dottor Costa (che conosco di persona, e che certi discorsi li fa anche a telecamere spente, purtroppo…). Ho associato IL TUO STILE DI SCRITTURA alle sue esternazioni. Capisco che la cosa non ti sia piaciuta, ma non dovrebbe farti perdere di obiettività.
        Di nuovo in bocca al lupo per la tua causa.

      • Ti ringrazio degli auguri che sento sinceri e ti invito a visitare il mio sito museo multimediale http://www.saladellamemoriaheysel.it ed a leggere le altre due lettere inviate a Cobolli e Blanc meno "barocche" nello stile, ma che purtroppo hanno ottenuto esito nullo.
        Guardiamo oltre ciò che divide il nostro gusto personale per la scrittura e puntiamo insieme al suo contenuto. Firma la petizione e dato il tuo stile di scrittura, direi ottimo, sarei lieto di pubblicare un tuo pezzo sull'Heysel nelle testimonianze del sito.
        Grazie e ciao.
        Mimmo

        • VexRed
        • 11 febbraio 2010

        Domenico,
        accolgo volentieri la tua proposta, tant'è che ho già firmato la petizione sul tuo sito.
        Riguardo alla tragedia dell'Heysel, sarebbe davvero interessante recuperare un programma che qualche mese fa ho visto sul digitale terrestre free (RaiStoria?). Non si trattava di un programma prettamente sportivo: ricordo che era un programma "ad annate", dove per ogni anno si facevano vedere 3-4 servizi sui fatti salienti (non solo sportivi). Per quell'anno, c'è stato un servizio di 30-40 minuti o più sui fatti dell'Heysel, con interviste realizzate per l'occasione a Tardelli e Boniperti, e immagini mai viste prima.
        Tardelli (lo scrissi su questo blog in un altro commento) si è scusato della esultanza, dicendo che anche per lui si trattava della prima occasione in cui poteva vedere così chiaramente tutto l'accaduto. C'erano anche molte interviste ad amici e familiari delle vittime.
        Per te che hai dedicato un sito alla tragedia, dovrebbe trattarsi di materiale molto interessante: magari varrebbe la pena fare una ricerca negli archivi RAI (o magari sei già al corrente della trasmissione: nel caso, fammi sapere, che mi evito di cercarla ulteriormente…).
        Ti saluto!

        • VexRed
        • 11 febbraio 2010

        Mi correggo: vedo che hai già sul tuo sito il link a quell'interessantissimo servizio (era "la storia siamo noi").
        Credo che ciascuno dovrebbe rivederlo e meditare a lungo…

    • alessandro
    • 10 febbraio 2010

    lo stile potrà piacere o meno, ma la sostanza è totalmente condivisibile…
    ed in ogni caso credo che uno stile epico o da chanson de geste possa fare bene a qualcuno che magari la domenica va allo stadio a fare casini… (ultimo: udinese/napoli…), anche se dubito che siano lettori di questo blog.

    • IgNaZiO
    • 17 marzo 2010

    Domenico, il suo è un pensiero cosi grande è nobile affinchè la juventus, davvero inizi a fare qualcosa nel ricordo di questi 39 angeli.

    io sono con te, qualosa dovessi avere necessita' aiuto per il tema delucidato perfettamente nella sua lettera, mi contatti.
    saluti
    IGnazio

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