Archive for the ‘ Scandali vari ’ Category

Il Tribunale: il libro di Ferruccio Mazzola non contiene diffamazioni

helenio herreraTutto ha avuto inizio nel 2004, anno in cui la casa editrice Bradipolibri pubblicò un libro a cura di Fabrizio Calzia dal titolo “Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola”. Al suo interno sono contenute pesantissime accuse lanciate senza peli sulla lingua da parte del Ferruccio Mazzola, fratello di Sandro; accuse verso la sua società (Inter) e il suo tecnico (Helenio Herrera) all’epoca dei fatti. Nel libro viene documentato che in quell’Inter ci fu un “uso disinvolto del doping per potenziare al massimo le prestazioni della squadra e per conseguire i gloriosi risultati poi effettivamente raggiunti”. L’Inter, ovviamente, non la prese bene e, l’anno dopo, tramite Giacinto Facchetti, citò per diffamazione sia la Bradipolibri (e Calzia) che Ferruccio Mazzola, richiedendo un risarcimento di un milione e mezzo di euro per danni patrimoniali e morali.

Forse non tutti sanno che questa richiesta danni è stata respinta da parte del Tribunale chiamato ad esprimersi in merito, e l’Inter non ha presentato appello. Le parole di Ferruccio Mazzola sono state quindi certificate da un Tribunale!

Questa una parte della sentenza del giudice unico Rosaria Ricciardi su questo caso: “(…) il libro è costituito prevalentemente da una serie di racconti che hanno visto come protagonista il Mazzola nel corso della sua carriera, nonché da una serie di testimonianze di molti ex calciatori. Attraverso un racconto chiaro e completo, scevro da espressioni malevole o offensive, gli autori delineano un quadro generale e storico del calcio dell’epoca”.

“Tutti Pazzi per la Juve”, il popolarissimo programma radiofonico in onda su Radio Erre2 e condotto dall’amico Stefano Discreti e dalla combriccola romana, ha intervistato in esclusiva il legale della Bradipolibri, l’avv. Alberto Foggia.

Salve avvocato, come commenta questa sentenza?
“La commento positivamente anche perchè abbiamo sempre creduto che non ci fosse stata alcuna diffamazione nel libro “Il terzo incomodo” perchè si trattava di fatti veri, raccontati da Mazzola che li ha vissuti in prima persona. Quindi percepiti direttamente e poi confermati da altri giocatori dell’Inter di quegli anni. Non c’era nulla sul libro di diffamatorio, ed è stato dimostrato”.

Il giudice quindi vi ha dato ragione e l’Inter ha dovuta pagare anche le spese processuali. È vero che però lei ha dovuto attendere un anno per la liquidazione della sua parcella minacciando il pignoramento dell’incasso di una partita casalinga dell’Inter?
“Purtroppo è vero. Ho dovuto attendere più di un anno, perchè nessuno da via Durini si è fatto vivo per pagare i 7.000 euro necessari a coprire le spese processuali. Sono stato costretto a fare un atto di precetto col quale ho intimato all’Inter di pagare entro dieci giorni la somma, altrimenti avrei proceduto al pignoramento (dell’incasso). Solo allora l’Inter ha pagato, evitando un pignoramento che sarebbe stato davvero disonorevole per la storia del club”

Quali accuse ha concretamente prodotto l’Inter per giustificare il reato di diffamazione a mezzo stampa imputato al suo cliente?
“Direi nessuna, perchè l’Inter avrebbe dovuto dimostrare che i fatti narrati nel libro non erano veri. Ma non ha dimostrato nulla, ne si è avvalsa di documentazioni o ha chiesto di assumere testimonianze. Si è limitata a discorsi piuttosto vaghi, senza niente di concreto.”

La veridicità dei fatti narrata da Ferruccio Mazzola non è stata contestata?
“E’ stata contestata ma senza prove. Noi invece ci siamo spinti anche oltre confermando con più forza le nostre ragioni e la veridicità di ciò che c’è nel libro. E lo abbiamo fatto anche con copiosa documentazione giornalistica dell’epoca.”

L’Inter ha tentato di confutarli per far vedere che erano falsi?
“Solo a parole, contestando in maniera generica, senza portare nessuna prova a proprio favore. E’ stata una difesa monca, che ci ha facilitato il compito.”

Per quanto riguarda i numerosi morti che ci sono stati nell’organico della grande Inter, la società come si è espressa in merito? Non ha messo in relazione il discorso degli ex giocatori scomparsi, con quello che c’è scritto nel libro?
“Hanno contestato anche questo, ma sempre senza prove. Comunque anche noi non abbiamo la certezza di una relazione tra il doping che c’è stato ed ormai è provato di quell’Inter e le tante morti successive dei giocatori che ne facevano parte. Certo è che una coincidenza troppo strana ma è un discorso comunque troppo importante per essere generalizzato. La medicina ci aiuterà ad aver risposte più concrete.”

Su queste morti sa se c’è qualche indagine giudiziaria in corso?
“Ci sono delle indagini da molti anni, che sta conducendo con grande determinazione il pubblico ministero Guariniello della procura di Torino, e che non riguardano solo il calcio ma anche altri sport come il ciclismo, o addirittura le bocce. Il discorso doping è una piaga gigantesca del nostro sport che spesso si rischia di nascondere. Non c’è stato solo in passato. Nulla è cambiato.”

Amichevolmente o non, ha discusso con Moratti della vicenda, anche in via non ufficiale?
“No, non ho avuto il piacere. Comunque non avrei potuto farlo, perchè parlare direttamente con Moratti avrebbe voluto dire scavalcare il legale che tutela il suo cliente.”

Se ci fosse stata la Juventus al a posto dell’Inter, se ne sarebbe parlato molto di più?
“Credo di si, perchè la Juventus fa più notizia dell’Inter per l’importanza del blasone del club. Per la storia del calcio italiano è la squadra più rappresentativa, e lo dico senza essere tifoso di nessuna delle due squadre.”

Vuole aggiungere qualcosa a riguardo della vicenda?
“Spero se ne parli di più, non certo per pubblicizzare la casa editrice o la mia persona, ma lo dico per le generazioni future. Se ne deve parlare per aumentare i controlli perchè il doping uccide!!”

(Credits: Tutti Pazzi per la Juve)

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Dal caso Pandev al caso Ledesma: cosa è cambiato?

pandev ledesmaIn poco più di un mese, il Collegio Arbitrale della Lega Calcio è dovuto intervenire per ben due volte nel dirimere una controversia riguardante, da un lato, la Società Sportiva Lazio e, dall’altro, un tesserato della stessa. Nella prima occasione, in data 23 dicembre 2009, il Collegio ha definito la complessa vicenda che riguardava e coinvolgeva la  Lazio ed un calciatore della stessa, Goran Pandev. Il lodo pronunciato, in tale circostanza, dal Collegio investito della questione è stato totalmente favorevole per il calciatore, il quale ha ottenuto la risoluzione del contratto, nonché il pagamento di 160 mila euro, oltre alle spese legali. “Si è trattato quindi di una piena vittoria del giocatore, assistito e difeso dall’avv. Mattia Grassani, e soprattutto di una “sentenza” storica, come affermato dallo stesso avvocato, il quale ha dichiarato come la vicenda in questione abbia portato alla luce il fenomeno del mobbing “sportivo”, potendo divenire un precedente rilevante per il futuro”. In data 27 gennaio 2010, a distanza di poco più di 30 giorni, il Collegio pronunciato su un’altra controversia sorta sempre tra la Lazio ed un calciatore della stessa, ovvero Cristian Daniel Ledesma, difeso ed assistito dall’avv. Ettore Mazzilli. In questa seconda occasione, contrariamente alle aspettative, dati i notevoli punti di contatto tra le due questioni, la pronuncia del Collegio Arbitrale è stata di segno negativo. Il provvedimento emesso ha, invero, dichiarato inammissibile la richiesta di arbitrato, avanzata dallo stesso calciatore ex artt. 7 e 12 dell’Accordo collettivo tra Federazione Italiana Giuoco Calcio (in prosieguo FIGC) e l’Associazione Italiana Calciatori (AIC).

L’art. 7 dell’Accordo rileva come, oltre al diritto alla retribuzione, il calciatore abbia il diritto/dovere  di partecipare agli allenamenti e alla preparazione precampionato con la prima squadra. Si tratta di un diritto di estrema importanza, nonostante non si traduca in alcun modo nel diritto alla prestazione lavorativa, intesa come partecipazione del calciatore alle competizioni sportive in cui la società di appartenenza è coinvolta. La rilevanza del diritto del calciatore di partecipare agli allenamenti e alla preparazione precampionato risulta di estrema evidenza ove ci si soffermi sull’art. 12 dell’Accordo rubricato “Azioni a tutela dei diritti del calciatore”. L’art. 12 sanziona gravemente la violazione di siffatto diritto del calciatore (che naturalmente si traduce in un corrispondente obbligo per la società): è previsto che, nel caso in cui il calciatore venga illegittimamente estromesso dalla preparazione precampionato o dagli allenamenti, lo stesso possa diffidare la società ad adempiere spontaneamente; qualora ciò non accada, nel termine perentorio di giorni 3 (tre) dalla ricezione della diffida, il calciatore può adire il Collegio Arbitrale per ottenere a sua scelta la reintegrazione ovvero la risoluzione immediata del Contratto.

È in entrambi i casi riconosciuto al calciatore il diritto al risarcimento del danno in misura non inferiore al 20% (venti-percento) della parte fissa della retribuzione annua lorda. Laddove il calciatore dovesse scegliere la prima strada, ovvero richiedere non la risoluzione immediata del contratto ma la reintegrazione, una volta che il Collegio Arbitrale si sia pronunciato favorevolmente nei suoi confronti è dovere della società provvedere, in senso conforme al lodo, entro 5 giorni dalla ricezione della comunicazione del dispositivo. E se risulterà inadempiente, può sempre il calciatore rivolgersi al Collegio Arbitrale per chiedere ed ottenere la risoluzione del contratto in essere. Il lodo del Collegio, che nel momento in cui si scrive non risulta ancora motivato, ha difatti, dichiarando inammissibile la richiesta di arbitrato, impedendo al calciatore Ledesma di “svincolarsi” dal club di appartenenza. Tecnicamente, la dichiarazione di inammissibilità è una pronuncia preliminare al merito; ma in tal caso la pronuncia de qua si deve far discendere dalla carenza dei presupposti previsti dall’art.12.2 Accordo.

Ledesma, come previsto dall’Accordo, ha diffidato la Lazio; successivamente, entro i tre giorni previsti dall’art. 12, la Società ha spontaneamente adempiuto agli obblighi ex art. 7 (dell’Accordo), permettendo al giocatore di tornare “in gruppo”, ovvero di allenarsi con il resto della squadra (adempimento che non era avvenuto nel caso del calciatore Pandev). E proprio tale spontaneo adempimento da parte della Lazio, ex art. 12 dell’Accordo, avrebbe evitato una decisione favorevole per il calciatore, come nella prima circostanza. Ma in realtà, come sostenuto dalla difesa del calciatore, tale reintegro non è mai accaduto, o meglio si è trattato solo di un reintegro fittizio, di un escamotage della Lazio, la quale avrebbe poi di nuovo “messo fuori squadra” Ledesma. Invero, come dichiarato dal legale del giocatore, «tale circostanza era stata peraltro già chiaramente evidenziata nello stesso ricorso presentato dal calciatore in data 24 novembre 2009 e comprovata dal successivo telegramma di constatazione e contestazione del persistere dell’inadempimento ex art. 12.2 dell’Accordo Collettivo da parte della Lazio inviato dal Sig. Ledesma alla stessa Società in data 28 novembre 2009». «In pari data – prosegue – copia di tale telegramma fu altresì inviata per conoscenza al competente Collegio Arbitrale presso la Lega Nazionale Professionisti ed era comunque agli atti del procedimento de quo in quanto allegata alla memoria di costituzione della S.S. Lazio S.p.A. in data 4 dicembre 2009». Secondo la difesa di Ledesma si è trattato di un reintegro solo formale e non anche sostanziale.

Detto questo, occorre ora considerare come le opzioni, a disposizione del calciatore per “svincolarsi” dalla Società di appartenenza, siano tutt’altro che esaurite. Innanzitutto è forte la minaccia di passare alle vie legali ordinarie e, quindi, fuori dalla giustizia sportiva, sollevando una questione di mobbing. In ogni caso il calciatore Ledesma potrà liberarsi a fine anno con l’art. 15 del Regolamento FIFA (Fédération Internationale de Football Association ) sullo Status ed i trasferimenti dei calciatori. Invero, tale art. dispone espressamente che “un professionista affermato, c.d. established,  che abbia disputato, nel corso di una stagione sportiva, meno del 10% delle gare ufficiali alle quali partecipava la sua società, può risolvere il suo contratto prima della sua scadenza naturale per giusta causa sportiva. Nella valutazione di tali casi, verrà tenuta in considerazione ogni circostanza specifica concernente il calciatore. L’esistenza della giusta causa sportiva dovrà essere accertata caso per caso. Non saranno irrogate sanzioni sportiva anche se può essere richiesta un’indennità. Il professionista può porre fine al suo contratto per giusta causa sportiva solo nei 15 giorni successivi all’ultima Gara Ufficiale della Stagione disputata per la Società per la quale è tesserato”. Il calciatore Ledesma ed il suo difensore potranno, quindi, ottenere la tanto auspicata risoluzione del contratto agendo dinanzi la giustizia ordinaria o, più semplicemente, attendendo la conclusione della stagione sportiva e appellandosi all’art. 15 del Regolamento FIFA sullo Status ed i trasferimenti dei calciatori.

Tornado alla cronaca di questi giorni, in data 29 gennaio 2010, il Procuratore federale Palazzi ha aperto un fascicolo su un presunto accordo, intervenuto fuori regola, tra il calciatore Ledesma e la Società Internazionale (per correttezza, si deve precisare che il Procuratore federale ha aperto altri due fascicoli, riguardanti ulteriori presunti accordi irregolari rispettivamente tra il calciatore Simplicio, di proprietà della Società Palermo, e la Società Roma e tra il calciatore Pandev, in precedenza di proprietà della Lazio e ora di proprietà della Società Internazionale, e quest’ultima). Alla base del contrasto tra Ledesma e la Lazio ci sarebbe proprio un presunto, irregolare, accordo con la Società Internazionale, in ragione del quale, da un lato, il calciatore rifiuterebbe il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2011, e, dall’altro, la Lazio avrebbe deciso di “punire” il giocatore, ponendolo fuori squadra. La ratio dell’indagine è, quindi, verificare se nel caso in questione, così come negli altri due, siano state o meno violate le regole FIGC e FIFA in tema di trasferimenti di calciatori.

La questione è ancora apertissima: sono possibili “altri colpi di scena” che aprirebbero un nuovo capitolo della vicenda.

La vergogna africana!

togo under attackA volte non serve sprecare tante parole. Basta leggere o ascoltare i fatti da chi li ha vissuti in prima persona. La politica di questo blog la conoscete, e allora vi trascrivo e traduco l’intervista che il centrocampista togolese dell’Aston Villa Moustapha Salifou ha rilasciato ieri, alla sua prima conferenza stampa post-Angola:

«Mi sveglio ancora in piena notte con le immagini della sparatoria indelebili nella mia mente!», ammette. «Ci avevano assicurato che la via per la Cabinda sarebbe stata sicura. Quindici minuti dopo essere entrati in Angola, siamo stati attaccati. Stavamo viaggiando attraverso una foresta quando hanno cominciato a sparare. Hanno colpito l’autista e dopo 2-3 minuti eravamo tutti a terra piangendo. Non riuscivamo a vedere nessuno sparare perchè la foresta era fitta, ed era difficile capire quanto lontani fossero. Dopo 2 minuti, ci siamo tutti buttati per terra cercando di ripararci. Ci gridavamo a vincenda “Tutto ok? Sei ok?”. La nostra security ha cominciato a restituire i colpi e poi uno di loro ci ha gridato di stare zitti, perchè se ci avessero sentiti avrebbero pensato fossimo ancora vivi. Dovevamo stare zitti. Cominciammo a pregare mentre i proiettili volavano sulle nostre teste e il sangue ricopriva il bus. E’ stato terrificante. Non pensavo di poterne uscire vivo, credevo che saremmo morti tutti. Da quando sono tornato non ho dormito per quattro giorni e, quando chiudo gli occhi, mi sveglio alle 3 o alle 4 di notte e qualcuno mi sta sparando. Sto cercando di dimenticarlo, ma è difficile. In più la CAF (Central African Football Federation) ha deciso di escluderci da qualsiasi manifestazione per i prossimi 4 anni. Se fossimo tornati a giocare il torneo, non ci sarebbero state sanzioni contro di noi. Ora invece la CAF ha deciso di squalificarci per 4 anni. Ci trattano così perchè siamo un paese piccolo. Se fosse successo al Cameroon o alla Costa D’Avorio, nessuno sarebbe stato squalificato per 2 Coppe Africane. Se la sparatoria fosse successa contro la squadra del Cameroon o della Costa D’Avorio, non si sarebbe neanche continuato il torneo. Ma siccome di mezzo ci è andato il Togo, è colpa nostra»

Vergogna. Talmente vergognoso che nel sito della FIFA non hanno neanche avuto il coraggio di pubblicare la sanzione. Senza parole. Solo tanto tanto schifo. Clicca qui per leggere l’approfondimento scritto qualche settimana fa sulla situazione Angolana. Una tragedia nella tragedia, di cui nessuno – neanche dopo questi fatti – riesce a parlare. E scusate se l’articolo di oggi non riguarda uno schema nuovo provato in allenamento da Zaccheroni piuttosto che una cinguettata di mercato, ma a volte è giusto anche parlare di cose più importanti.


Luciano Moggi: "Ferrara ormai da esonerare, ma non è colpa sua. Mazzini salvo grazie a Castagnini.."

luciano moggiNella trasmissione televisiva romana “Studio Stadio” condotta da Paola Delli Colli, che vede tra i protagonisti anche il nostro amico Stefano Discreti, Luciano Moggi ha annunciato ai microfoni di Gold Sport il suo rientro nel calcio a fine squalifica nel 2011 e non solo.

“Ormai Ferrara è da esonerare perché è evidente che lo spogliatoio non lo segue più e poi se la Juventus dovesse perdere anche sabato prossimo contro la Roma la crisi diventerebbe irreversibile. Squadra in emergenza infortuni? Vero, ma i soli Diego e Melo in campo costavano quanto tutto il Chievo. Ferrara pagherà per tutti anche perché Secco non conta ne decide nulla. Quindi cosa lo cacci a fare? Non so comunque chi potrà rimpiazzare Ciro in panchina. Di certo non Maifredi che si era candidato tempo fa. Comunque il vero responsabile di questo fallimento è Blanc che rappresenta in pieno l’incompetenza di questa nuova società. Ma vi rendete conto che per sbloccare l’affare Paolucci ha dovuto telefonare in prima persona Franzo Grande Stevens al Presidente del Siena? Paolucci, avessi detto Ibrahimovic… Blanc sarebbe da cacciare all’istante. In 3 anni hanno buttato 250 milioni di euro. Noi in 12 anni non abbiamo fatto cacciare un soldo alla Proprietà. La vittoria contro il Napoli di Coppa Italia forse aveva illuso qualcuno che la crisi fosse finita e che con Lanzafame e Paolucci si potesse risalire la china”

Piccolo commento personale: in realtà l’operazione Paolucci era oggettivamente difficile, per chiunque. Il Siena è una Società che lotta per non retrocedere, e che al momento è all’ultimo posto con soli 12 punti. Strappare loro un attaccante, soprattutto dopo le difficoltà incontrate dai toscani per tesserare Nicola Pozzi e Rolando Bianchi, era impresa “da Grande Stevens”, cioè da telefonata extracalcistica con richiesta di favore.. Ciò non toglie come la situazione fosse comunque disperata, per carità.

“Nell’estate 2011 finirà la mia squalifica e tornerò nel calcio. Questo a molti da fastidio e spaventa. Un ritorno alla Juve? Non farò mai come Bettega. Con questa dirigenza che ci ha umiliati e che ha cercato in tutti i modi di farci condannare io non voglio avere niente a che fare. Con Andrea Agnelli al comando invece tornerei subito, anche per sdebitarmi con i tifosi juventini che in questi anni mai mi hanno fatto mancare il loro affetto. Al processo di Napoli tirererò fuori un’intercettazione tra Baldini e Mazzini, in cui l’ex dirigente della Roma dice a Mazzini che riuscirà a far cacciare dal calcio Moggi, Giraudo e Galliani ma a lui lo salverà in cambio di una sistemazione per il suo amico Renzo Castagnini (oggi alla Juve…). Franco Baldini è un incapace e si pentirà amaramente di aver detto il falso perché a fine processo lo denuncerò penalmente! Come ho fatto a lavorare con Fabio Capello che ne è amico? Chiedetelo al tecnico dell’Inghilterra. Io non ho mai chiesto niente di Baldini a nessuno…”

Interessante, più che l’autocandidatura per un futuro ritorno (chi vivrà vedrà), la parte evidenziata. Restiamo in attesa, come sempre, di un riscontro in tribunale, con la promessa di pubblicare il tutto. Certo, non ci meraviglierebbe se un direttore sportivo italiano avesse voluto piazzare qualche suo amico in giro.. lo stesso Moggi non era un santarello, sotto questo punto di vista..  Ma qui evidentemente si allude ad altro. Vedremo.  E, soprattutto, vedremo se e come reagirà la Juventus e lo stesso Mazzini a questa frase.

L’intervista poi prosegue toccando altri temi, meno interessanti, ma che pubblico per completezza:

“Con la distruzione della Juventus del 2006, ormai il potere è tutto a Milano. Le squadre milanesi continueranno a dominare in Italia per tanti altri anni, soprattutto l’Inter che più di tutte ha tratto beneficio da Calciopoli. Quest’anno l’Inter senza Ibrahimovic ha più difficoltà ad andare in rete, ma resta comunque la più forte di un campionato mediocre. Il Milan invece in questo momento gioca il miglior calcio del campionato, con Ronaldinho che sta incantando. Il talento brasiliano può ancora dare tanto ed anche se gioca praticamente da fermo come il Maradona degli ultimi anni, se la squadra corre anche per lui può ancora fare il fenomeno. Con questo Toni ed il recupero di Totti la Roma è diventata la maggiore candidata per centrare l’obiettivo terzo posto. Ne dovrà tenere conto anche Lippi di questa coppia d’attacco. Potrebbe benissimo esser il duo d’attacco della Nazionale al mondiale Sudafricano”

Vota su Ok, per favore

Ancora cori razzisti contro Balotelli: vergogna senza fine

ultrasPiù che la squadra o Ciro Ferrara, ancora una volta a disonorare la tifoseria bianconera di tutta Italia ci hanno pensato alcuni razzisti “da curva”. Nei minuti finali del primo tempo di Juventus-Napoli, infatti, come riportato da Tuttosport, sono iniziati nella curva Scirea – ancora una volta – cori contro Mario Balotelli. Lo speaker dello stadio Olimpico torinese, che ha invitato i tifosi bianconeri al fair play ricordando che ogni vero sportivo rifiuta il razzismo, per tutta risposta e’ stato ricoperto da una bordata di fischi e dal bis del coro «Non ci sono negri italiani». Ancora una volta atteggiamenti stupidi, ingiustificati e da condannare fermamente. La “maglia” la devono onorare tutti, anche i tifosi che si vantano di essere gli unici “proprietari” della stessa.

Scarica gratis "Il libro marrone dell'accusa" (Giulemanidallajuve)

giulemaniE’ da oggi disponibile – cortesia dell’Associazione Giulemanidallajuve – un fantastico regalo che ogni juventino dovrebbe immediatamente scaricare, stampare e diffondere con ogni mezzo possibile: un libro in PDF intitolato “Il libro marrone dell’accusa” contenente le trascrizioni del processo penale noto come il processo alla “cupola moggiana”. Da Nucini a Dal Cin, da Carraro a Paparesta: dirigenti, aribitri e presidenti che hanno contribuito a smontare le tesi dei pubblici ministeri. Un lavoro davvero “importante”, che va premiato dandogli il massimo risalto possibile. Davvero consigliato.

CLICCA QUI PER SCARICARE IL PDF (click col tasto destro e salva sul desktop)

Vi riporto la premessa del libro e una rapida descrizione dell’Associazione e dei suoi obiettivi.

«Questo processo crea un intralcio enorme alla sezione, ci sono anche delle cause serie» è la frase con cui il giudice Teresa Casoria, presidente del collegio della IX sezione del Tribunale di Napoli, è divenuta famosa al “grande pubblico” grazie ad una stampa che aveva colto questa occasione per ridestarsi dal torpore e denunciare l’accaduto. Come se la presunta “cupola moggiana” potesse essere realmente importante quanto i processi alla camorra, quelli per omicidio, per traffico d’armi o di droga. La stessa stampa che durante il corso del 2009 ha fornito, come già accaduto per la farsa sportiva del 2006, un’informazione sommaria e distorta delle udienze, estrapolando le poche frasi comode all’accusa ed ignorando quasi completamente tutto il resto. Se oggi conosciamo tutto quanto sta accadendo in quel processo è merito delle registrazioni che Radio Radicale pubblica sul suo sito. Grazie ai resoconti, alle trascrizioni, che noi elaboriamo ma che Voi avete avuto cura di assorbire e diffondere. Per molti tifosi bianconeri (ma non solo) le indagini della “squadra off-side”, le conclusioni dei PM Beatrice e Narducci, tutto ciò che ha portato a questo processo, nonché le udienze dello stesso, hanno rappresentato un conoscere come operano gli organi di polizia giudiziaria e certa magistratura. Un capire quanto sia facile trasformare qualcuno in un mostro, sbatterlo in prima pagina e non avere in mano nulla di concreto. Senza voler anticipare, nei dettagli, nulla di quanto andrete a leggere, il processo “ad Ambrosino Marcello ed altri” è stato definito un processo indiziario, cioè un processo in cui tanti indizi, delle tracce, dovrebbero andare a formare delle prove nel corso del dibattimento. I fatti ci dicono che tutti i testimoni chiamati dall’accusa non avevano in mano né indizi né tantomeno prove ma dei “si dice”, cioè le voci che giravano nell’ambiente e che erano poi le stesse che alimentavano qualche sfottò nei bar di tutta Italia. E c’è di più! Più si va avanti nella lettura e più cresce l’idea che i verbali redatti dal gruppo di carabinieri che ha partecipato all’operazioni siano stati più che un semplice riportare i sentito dire dei testimoni, quanto un tentare di formare delle testimonianze credibili, qualcosa da dare in pasto alla stampa. Come spiegare altrimenti le manipolazioni dei risultati di alcune partite o delle presunte ammonizioni mirate (Sembra incredibile ma è successo anche questo. Le informative dei carabinieri sono piene di “errori” grossolani, come risultati riportati erroneamente o diffide inesistenti. “Errori” che, casualmente, servirono per tenere viva un’inchiesta altrimenti morta in partenza. Gli stessi “errori” utilizzati per condannare Giraudo in primo grado. Condannato per aver fatto diffidare dei calciatori che in realtà diffidati non erano)? Come spiegare l’esistenza di quei famosi “specchietti”, cioè di quegli schemini che mostravano centinaia di contatti intercorsi nel prepartita tra sim – anonime – che i Ros avevano «verosimilmente» associato a Moggi e a questo o quell’arbitro? Gli stessi specchietti che sono stati ritenuti poco attendibili, nel corso di questo processo, non dalle difese ma dalla stessa accusa! Allora perché farli? Perché allegarli alle informative se non per darle in pasto alla stampa e tenere vivo l’interesse sull’inchiesta? Questi non sono indizi, questi sono fatti, è tutto quanto già successo sotto gli occhi di tutti, solo che nessuno l’ha sottolineato; nessuno l’ha fatto notare. E cosa dire delle famose “sim svizzere”? Un teorema che vacillava in origine e che già questa prima parte di processo ha cancellato. Nessuna verifica approfondita è stata fatta sugli incroci delle celle e chi aveva il compito di esaminare i tabulati ha reso manifesta una conoscenza a dir poco superficiale dell’argomento. La pietra tombale l’hanno messa infine gli stessi Ros che, presi da non si sa bene quale incombenza, andarono ad acquisire i dati relativi alle sim direttamente in Svizzera, senza rogatoria! È stato realmente un atto di totale incoscienza o su quelle sim è stato fatto un lavoro di cui era meglio tenere all’oscuro la polizia svizzera? Questo, forse, non lo sapremo mai. Su queste inesattezze, su questi “si dice”, sulle confuse informative e su zero – z.e.r.o. – perizie tecniche, i pubblici ministeri Beatrice e Narducci hanno costruito le loro accuse. Sullo stesso materiale il giudice De Gregorio ha rinviato a giudizio gli imputati di questo processo e condannato, tra gli altri, l’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo. Meglio di loro seppe fare solo la “giustizia” sportiva che, nell’evidenziare l’assenza di illeciti sportivi, coniò (per bocca di Borrelli) il termine “illecito strutturato”, un reato che non esiste e che consisterebbe nell’alterare la classifica finale senza pilotare alcuna partita. Insomma, per assurdo, il semplice giocare a calcio potrebbe essere un illecito, perché vinci le partite regolarmente ma finisci senza ombra di dubbio per alterare la classifica quando fai dei punti. E tutto questo vi è stato presentato dai mass media come un qualcosa di serio, di fondato, di assolutamente giusto. Nelle pagine che seguiranno leggerete sempre più virgolettati sino ad arrivare alle vere e proprie trascrizioni delle udienze. Abbiamo voluto esimerci sempre di più dal commentare per dare ai lettori l’occasione di farsi una propria di idea. Di comprendere su cosa si basano realmente le accuse e chi sono i personaggi che hanno portato avanti l’inchiesta. Tra le altre cose, scoprirete anche il vero motivo per cui l’inter non è stata coinvolta nel processo ed a dirvelo saranno gli stessi testimoni chiamati dall’accusa, non un gruppo di “rancorosi” juventini. A chi si lascia facilmente scoraggiare dal numero di pagine diciamo che questo volume è composto per ¾ da semplici dialoghi. Dialoghi per lo più farseschi di testimoni a volte accecati dall’odio ed altre quasi imbarazzati nel trovarsi in un’aula di tribunale per riportare voci e nient’altro che voci. Il tutto “arbitrato” da un giudice che è costretto ad invitare continuamente i PM a citare più testimoni, perché non vuole terminare le udienze nel giro di poche ore e vuole arrivare il prima possibile ad emettere l’attesa sentenza. Non ci resta quindi che augurarvi una buona lettura e darvi appuntamento sul nostro sito per le prossime udienze.

Giùlemanidallajuve nasce nel maggio 2006 per contrastare quella che fin da subito fu riconosciuta come la più grande farsa ordita ai danni di un club di calcio: la Juventus. Prima tra le Associazioni sorte a difesa del sogno bianconero, è oggi l’unica che può restituire quei titoli e quell’onore di cui siamo stati privati durante la farsa targata estate 2006. E’ infatti pendente un ricorso al Consiglio di Stato, sono state depositate svariate denuncie ed esposti presso alcune Procure della Repubblica ed, infine, è pendente un ricorso alla Commissione Europea attraverso il più importante legale in Europa (colui che ha rivoluzionato il mondo del calcio con la sentenza Bosman), l’Avv. Luc Misson. L’attività sociale è indipendente da ogni influenza proveniente da partiti politici, da organizzazioni sindacali e da ogni confessione religiosa. L’Associazione ha lo scopo di:

* promuovere tutte le iniziative presso qualsiasi Autorità, giudiziaria, e/o amministrativa e/o sportiva, Istituzioni, Organi, Enti Pubblici e/o Privati, atte a tutelare gli interessi degli associati, azionisti, tifosi-simpatizzanti della “Juventus Football Club SpA”, allo scopo di ottenere tutti i possibili miglioramenti di tutela giuridica a difesa dei loro interessi economici, finanziari, morali e di immagine degli stessi, nonchè di tutte le problematiche tecnico-giuridiche connesse;
* tutelare gli interessi degli associati, azionisti, tifosi-simpatizzanti della “JUVENTUS FOOTBALL CLUB S.P.A.”, rappresentandoli nei confronti di enti ed organismi pubblici e privati e associazioni di categoria;
* L’Associazione si prefigge  lo scopo di tutelare anche gli interessi ed i diritti dei propri iscritti quali fruitori e consumatori dei servizi e delle manifestazioni sportive nonchè quali utenti e contraenti degli abbonamenti forniti dalle squadre di calcio e dalla varie televisioni a pagamento che rappresentano le manifestazioni sportive.

Gli scopi dell’associazione sono anche quelli di rappresentare e tutelare, sia individualmente che collettivamente gli interessi di tutti indistintamente gli associati intesi come consumatori e utenti di servizi pubblici e privati,  in quanto soggetti svantaggiati per la posizione di debolezza negoziale e per l’asimmetria informativa che pagano nei confronti dei professionisti e del mercato, difendendo – se del caso anche dinanzi all’Autorità Giudiziaria e amministrativa e agli organismi internazionali di volta in volta competenti – i loro diritti e assistendoli nei rapporti con i fornitori di beni e servizi pubblici e privati, relativi soprattutto alle manifestazioni sportive.
Esperire nei confronti di chiunque la cosiddetta “class action” ai sensi delle relative disposizioni in materia.

(Credits: Giulemanidallajuve.com)

Il caso "Pandev": approfondimenti giuridici

Libero?

Libero. Ma è davvero finita?

Finalmente, dopo mille rinvii e mille ricusazioni, in data 23 dicembre 2009 è giunta a conclusione la vicenda che riguardava e coinvolgeva, da un lato, la Società Sportiva Lazio (in prosieguo la Lazio) e, dall’altro, il calciatore della stessa Goran Pandev. Il lodo pronunciato dal Collegio Arbitrale investito della questione risulta essere totalmente favorevole per il calciatore in questione che, invero, ha visto riconoscere tutte le sue pretese ovvero la risoluzione del contratto in essere con la Lazio ed il pagamento di 160 mila euro, oltre alle spese legali. Continua a leggere

Salta il gemellaggio Liverpool-Fiorentina: le ragioni

Non hanno ricambiato!

Non hanno ricambiato!

Riporto il comunicato ufficiale redatto a doppia firma dal forum J1897 e da Orgogliogobbo, e ringrazio tutti quelli che hanno contribuito affinchè si ottenesse questo risultato (in particolare ad Anna, la “Miss” bianconera). Questo è il mio pensiero in risposta a tutto.

Nei mesi scorsi era stata riportata, con grande enfasi, la notizia del gemellaggio proposto dalla tifoseria della fiorentina alla tifoseria del liverpool. Tutti i giornali hanno ammirato il grande senso di sportività dei tifosi viola ed hanno parlato di esempio per le altre tifoserie; Continua a leggere

"Sono morto una notte di Luglio"

Un altro piccolo passo verso la verità

Un altro passo verso la verità

E’ questo il titolo del libro dell’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo presentato ieri in quel di Livorno. Il libro esce in libreria in un periodo storico molto importante per quel che riguarda il processo di Calciopoli. Lunedì prossimo, infatti, ci sarà la sentenza con rito abbreviato per Antonio Giraudo, mentre il 22 sarà la volta del colonnello dei carabinieri Auricchio, che dovrà rispondere, tra le altre cose, alle accuse lanciategli dall’ex guardalinee Coppola. Davanti ai giudici, Auricchio dovrà spiegare come mai non ha accettato di ascoltare Coppola sulle forti pressioni fatte dall’Inter per la modifica dei referti arbitrali e sull’ingresso di Facchetti negli spogliatoi di Venezia. A queste vicende, si collega proprio il libro di Bergamo che oltre a raccontare la sua versione su quello che rischia di passare alla storia come il “Processo Farsa”, riporta stralci importanti (e spesso insabbiati dai media tradizionali) sul processo Telecom-Pirelli e sul processo Saras, entrambi in corso presso il tribunale di Milano. Continua a leggere

Trascrizioni integrali di Calciopoli: l'esame di Rosario Coppola

Trascrizioni integrali: verità senza filtri

Trascrizioni integrali: verità senza filtri

La migliore informazione possibile è riportare le notizie senza filtrarle, senza commenti, senza interpretazioni. Dalla bocca dei diretti interessati. Proseguiamo il filone dedicato a Calciopoli con le trascrizioni integrali delle deposizioni rese in tribunale dai grandi “accusatori” di Moggi e della Juventus. Il file di oggi riguarda l‘esame di R0sario Coppola, l’ex assistente che, come già visto, ha tirato in ballo l’Inter e gettato ombre sul lavoro dei Carabinieri.. Continua a leggere