Archive for the ‘ Partite di Campionato ’ Category

Campionato: Juventus vs Palermo 0-2 (torna la sconfitta…)

palermo miccoliJuventus e Palermo scendono in campo per provare a contendersi tre punti fondamentali per la corsa Champions. Per cercare di arrivare alla vittoria Zaccheroni si affida ad un 4-3-1-2 con Manninger e Trezeguet al posto degli infortunati Buffon ed Amauri. Dal canto suo Rossi risponde con un 4-3-1-2 con Sirigu, neo convocato da Lippi in nazionale, in porta e la coppia Miccoli-Hernandez di punta.

CRONACA
E’ la Juve a farsi vedere in apertura: al settimo minuto prima è Candreva liberato da Diego e chiuso in angolo dalla scivolata di un difensore, poi è Melo sugli sviluppi di un angolo. Entrambe le occasioni si risolvono però in un nulla di fatto. Cinque minuti più tardi sono invece due ex juventini ad imbastire un’azione interessante: Balzaretti porta palla a sinistra e centra basso per Nocerino che dopo aver stoppato palla calcia centralmente dal limite, non mettendo in grande difficoltà il portiere austriaco che sostituisce Buffon. Al ventunesimo la Juventus va vicinissima al vantaggio: Candreva si allarga sulla destra per crossare in mezzo. Il centrocampista ex Livorno colpisce però male il pallone e ne esce una traiettoria che invece di tagliare l’area di rigore si dirige dritta e filata verso il primo palo, mettendo in seria difficoltà Sirigu. Che, però, riesce a recuperare la posizione e distendendosi a mano aperta salva la sua porta. Alla mezz’ora è invece Diego a provarci sugli sviluppi di un’iniziativa di Del Piero. Il trequartista brasiliano, appena dentro il limite dell’area, calcia però di interno provando a piazzare il pallone ma scoccando un tiro molle facile preda del portiere Rosanero. In apertura di ripresa la Juventus prova a farsi vedere subito. E’ Sissoko a ricevere al limite e scoccare un tiro verso la porta avversaria, che non trova però però lo specchio. Al cinquantacinquesimo arriva la prima grande occasione della partita: a costruirla sono gli ospiti con una ripartenza fulminante. Un errore in fase di appoggio da parte di Candreva libera infatti il contropiede Rosanero con Miccoli che lancia nello spazio Pastore il quale giunto in area calcia con potenza verso la porta juventina, trovando però la pronta respinta di Manninger, molto reattivo nel salvarsi in angolo. Il goal è comunque nell’aria ed arriva cinque minuti più tardi: Miccoli riceve al limite dell’area e scocca un tiro che un tempo avremmo definito alla Del Piero, facendo girare la palla giusto sotto il secondo incrocio, freddando Manninger e togliendo la ragnatela da sotto la traversa. Tre soli minuti e la Juventus pareggerebbe: sugli sviluppi di un corner Cannavaro riuscirebbe infatti a girare in porta il pallone dell’1 a 1. Il tutto non ci fosse stato Del Piero in posizione di fuorigioco davanti a Sirigu. Dopo un attimo di esitazione l’arbitro annulla giustamente il goal del capitano Azzurro. Altri tre minuti ed è Chiellini, questa volta, a provarci. Ben coordinatosi, però, il centrale Bianconero non riuscirà a trovare lo specchio della porta, riuscendolo solo a sfiorare. Al settantesimo è invece Del Piero a provarci, da qualcosa più di venti metri. Il suo tiro fa però terminare il pallone sulla parte esterna della rete, non trovando la via del goal. Quattro minuti e il Palermo arriva vicino al raddoppio: Miccoli serve Cavani largo sulla destra, la punta uruguagia dopo essere rientrata prova a calciare di sinistro, spedendo però il pallone alto oltre la traversa. All’ottantesimo, quindi, il Palermo chiude la partita: Grygera riceve palla in zona difensiva e sentendosi pressato sente il pallone scottare tra i suoi piedi provando quindi ad offrirlo a Manninger. Il suo passaggio è però troppo corto e sul pallone si avventa Budan che salta facilmente il portiere austriaco per entrare poi in porta col pallone.

COMMENTO
Partita bruttina e monotona quella disputatasi in serata a Torino. Le due squadre, ma in particolare quella di casa, mancano infatti di intensità ed il gioco che ne esce è piuttosto lento e molle, sicuramente non godibile. Il Palermo si prodiga nel provare a costruire qualcosa di più, anche grazie alla buona forma dei propri fluidificanti, per altro entrambi ex della partita. Però nel farlo non riesce comunque a costituire vero pericolo per la retroguardia Bianconera, tanto che nel corso dei primi quarantacinque minuti non riuscirà a costruire vere e proprie palle goal. Stessa cosa dicasi, per altro, per la Juventus: l’occasione più pericolosa del primo tempo è infatti un cross sbagliato da Candreva. Bene ma non benissimo, direbbe qualcuno. Nel secondo tempo la partita sale un po’ di tono e cominciano a vedersi le prime palle goal. Due di queste vengono concretizzate da Miccoli (autore di una conclusione balistica di pregevolissima fattura) e Budan (lestissimo ad approfittare di una leggerezza in fase di disimpegno di Grygera. Palermo che raggiunge quindi una vittoria tutto sommato meritata e che, soprattutto, grazie a questi tre punti sale al quarto posto a quota 43 punti, superando proprio i malcapitati Bianconeri. Rosanero che sarebbero quindi oggi qualificati alla prossima edizione della Champions League.

MVP
Dopo aver realizzato un goal del genere il titolo di migliore in campo non si può che dare ad uno dei tanti ex di questo match: il Romario del Salento, Fabrizio Miccoli. La punta di Nardò disputa infatti una partita molto solida dando un grande contributo alla sua squadra e realizzato un goal, come detto, di pregevolissima fattura. Un tiro di interno destro pilotato atto ad infilarsi proprio sotto all’incrocio dei pali, battendo senza appello il malcapitato Manninger.

TABELLINO
Serie A 2009/10 – 7ª giornata di ritorno
Torino, stadio Olimpico
Domenica 28 gennaio 2010

JUVENTUS-PALERMO 0-2 (0-0)
RETI: 15’ st Miccoli, 36’ st Budan.
JUVENTUS: Manninger, Grygera, Cannavaro, Chiellini, De Ceglie (35’ st Grosso); Candreva, Felipe Melo, Sissoko; Diego (44’ st Zebina); Del Piero (35’ st Paolucci), Trezeguet. A disposizione: Pinsoglio Legrottaglie, Marrone, Immobile. All. Zaccheroni.
PALERMO: Sirigu; Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Migliaccio (40’ st Blasi), Liverani, Nocerino; Pastore; Miccoli (35’ st Budan), Hernandez (23’ st Cavani). A disposizione: Benussi, Goian, Bertolo, Simplicio. All. Rossi.
ARBITRO: Valeri di Roma.
AMMONITI: 6’ pt Candreva, 21’ st Cassani, 29’ st Sissoko.

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Campionato: Bologna vs Juventus 1-2 (e siamo quarti…)

candreva zittisce bolognaLa Juventus arriva a Bologna per provare a prolungare la propria striscia positiva dopo le vittorie con Genoa ed Ajax. Per farlo, quindi, confermatissimo il ritrovato tandem offensivo Amauri-Del Piero, supportati dal solito centrocampo a cinque con i due fluidificanti e Diego trequartista. Il Bologna risponde invece con un 4-5-1 con il solo Zalayeta di punta, supportato da Adailton libero di svariare alle sue spalle lungo tutto il fronte dell’attacco.

LA CRONACA
La Juventus ci mette solo quattro minuti a sbloccare il risultato: Diego entra centralmente e calcia giusto dal limite, con Viviano che risponde senza riuscire a trattenere il pallone, mettendo però una pezza di piede anche sul tap-in di Amauri. Sull’ennesima ribattuta, quindi, è Diego stesso ad avventarcisi, ribadendo il pallone in rete firmando l’1 a 0. E’ comunque solo una fiammata. Le due squadre, infatti, si limitano per lo più a controllarsi, con la Juventus che costruisce qualcosa di più, ma senza strafare né pungere con continuità. Bisogna quindi aspettare il diciannovesimo minuto per trovare un’altra fiammata. Questa volta è il Bologna a rendersi pericoloso sugli sviluppi di un’azione insistita che porta Zalayeta a colpire di tacco al volo dal limite dell’area piccola, non trovando però lo specchio di porta. La partita inizia però a scaldarsi. Tre minuti e la Juve ha una doppia occasione: la prima è sui piedi di Marchisio che calcia da fuori trovando però la pronta risposta di Viviano che ancora una volta, però, non trattiene il pallone. Ci pensa così, esattamente come una ventina di minuti prima, Diego a piombare sulla respinta, anche se questa volta la sua conclusione colpisce prima il palo e poi la coscia del portiere felsineo che, con non poca fortuna, si rifugia in angolo. Poco oltre la mezz’ora è invece Buscè a rendersi pericoloso su di una punizione battuta da Adailton. L’ex capitano empolese, però, non arriva sul pallone, mettendo solo paura alla retroguardia Bianconera. E’ allora lo stesso Adailton, al trentacinquesimo, a provarci: il suo calcio di punizione da qualcosa meno di venticinque metri fredda Buffon, infrangendosi però contro la traversa. L’altra occasionissima della prima frazione di gioco giunge nel recupero: Buscè attacca dalla destra ed offre un cross basso all’accorrente Guana che batte praticamente un rigore in movimento, non trovando lo specchio di porta. Il 4 è il numero magico di questa partita: al quarto minuto era arrivato il goal di Diego, al quarto minuto della ripresa arriva il pareggio di Buscè: Raggi crossa da sinistra senza che nessuno, attaccanti né difensori, intervengano sul pallone. Nel contempo De Ceglie si dimentica di Buscè che può quindi arrivare sul secondo palo a ribadire in rete una respinta del montante stesso, bucando Buffon. Nonostante il pareggio, comunque, il ritmo non sale. La Juventus, infatti, limita al massimo il suo pressing, non andando mai a pressare il portatore di palla. Così al sessantatreesimo il Bologna costruisce una comoda palla goal: lancio in area per Zalayeta che dopo una lotta serrata con Chiellini libera Gimenez con un bel tacco il quale dopo aver saltato Buffon calcia a porta vuota, colpendo però il palo e trovando l’opposizione in scivolata di Grygera, con Buffon che torna poi con un colpo di reni ad anticipare il tap-in della punta avversaria. Passano due minuti e la Juventus torna in vantaggio: Del Piero torna, dopo Amsterdam, a vestire le vesti dell’assistman e dopo aver ricevuto al limite taglia dentro il pallone per Candreva che si infila nella difesa avversaria per bucare poi Viviano con un bel diagonale che non lascia scampo al portiere bolognese. Al settantesimo la Juventus chiuderebbe i conti con Felipe Melo, ma l’arbitro giudica influente la posizione di Del Piero, che aveva fatto scorrere il passaggio di Amauri proprio per il centrocampista carioca, ed annulla per fuorigioco. A dieci dal termine è invece Candreva, liberato da un lancio di un compagno, ad avere la possibilità di chiudere il match. Entrato in area palla al piede, però, tenta un pallonetto improbabile con Viviano che gli si stava parando davanti, riuscendo quindi a disinnescargli la conclusione. L’ultima occasione, quella che chiude proprio il match, l’ha quindi Amauri che dopo aver controllato palla in area ruota sul piede perno per calciare verso la porta bolognese, trovando però la pronta risposta, in due tempi, di Viviano.

COMMENTO
Il facile vantaggio juventino può aver illuso qualcuno. La realtà dei fatti è che dei passi avanti rispetto all’epoca Ferrara sono stati fatti, ma non così consistenti da portare questa squadra ad essere una Squadra. La Juventus, infatti, ha poco gioco e fatica ad esprimersi. La fatica dell’impegno di Europa League, tra l’altro, inizia a farsi sentire moltissimo nel secondo tempo, tanto che dopo il pareggio molti giocatori sembrano assolutamente statici e bloccati sulle proprie gambe. Il tutto fino a che Alessandro Del Piero, ancora lui, tira fuori un altro numero dal cilindro, servendo Candreva e sbloccando il risultato. Da lì la partita, che sarebbe potuta cambiare se Gimenez non avesse fallito un’occasionissima a porta vuota, è tutta in discesa e sarà la Juventus a farsi più pericolosa, riuscendo a sfruttare i varchi creatisi nella retroguardia felsinea.

MVP
Questa volta, rispetto al solito, voglio premiare non un giocatore ma quella persona che non può far altro che limitarsi a dare indicazioni dalla panchina. Perché è indubbio, la cura Zaccheroni, foss’anche solo per l’impatto psicologico dato dal cambiare allenatore, sta funzionando. In più Zac ha un merito: aver azzeccato i cambi. Uno, in particolare. Perché a decidere il match è un giocatore, Candreva, che aveva iniziato la partita in panchina.

TABELLINO
Bologna vs. Juventus 1 – 2
Marcatori: 4′ Diego, 49′ Buscè, 65′ Candreva
Bologna: Viviano; Zenoni (28′ st Savio), Portanova, Moras, Raggi; Buscé, Guana, Mudingayi, Casarini; Adailton (15′ Gimenez), Zalayeta. A disp.: Colombo, Santos, Britos, Mingazzini, Succi. All.: Colomba.
Juventus: Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini; Salihamidzic, Melo, Marchisio (9′ st Sissoko), De Ceglie; Diego (15′ st Candreva); Amauri, Del Piero (42′ st Camoranesi). A disp.: Manninger, Cannavaro, Grosso, Trezeguet. All.: Zaccheroni.
Arbitro: Banti
Ammoniti: Marchisio (J), Portanova (B)
Espulsi: 45′ st Raggi (B) per fallo violento

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Campionato: Juventus vs Genoa 3-2 (prima vittoria di Zac…)

amauriLa Juventus scende in campo davanti al proprio pubblico per provare a porre fine ad un periodo di crisi nerissima. I Bianconeri, infatti, non hanno ancora trovato la vittoria in questo girone di ritorno: l’ultima partita terminata portandosi a casa i tre punti risale addirittura al 6 gennaio scorso, penultima di andata, quando arrivò il 2 a 1 di Parma. Ancora peggio vanno le cose se pensiamo all’ultima vittoria casalinga, che risale ad un mese prima: era il 6 dicembre e la Juve s’impose col medesimo risultato sull’Inter. Per provare ad interrompere questa serie assolutamente negativa di risultati Zaccheroni schiera i suoi con l’ormai classico 3-4-1-2 che vede il solito Buffon in porta ed una linea composta da Zebina, Legrottaglie e Chiellini a protezione del portierone della nazionale. I fluidificanti sono invece Caceres e De Ceglie mentre in mediana vengono posti Sissoko e Candreva. Il trequartista è, ovviamente, Diego, mentre in attacco sono confermatissimi, nonostante il loro rendimento sia ampiamente insufficiente quest’anno, Amauri e Del Piero. Il Genoa, di contro, giunge a Torino per provare a continuare la propria striscia positiva, giunta a tre partite: dopo la sconfitta della prima giornata di ritorno contro la Roma, infatti, sono arrivate le vittorie con Atalanta e Chievo, inframezzate dal pareggio di Napoli. Per provare ad allungare questa striscia, quindi, Gasperini schiera il suo tipico 3-4-3 con Amelia tra i pali protetto da Papastathopoulos, Dainelli e Bocchetti. Criscito e Mesto i fluidificanti, Zapater e Rossi i mediani. Sculli e Suazo sono invece gli esterni offensivi, con Acquafrsca unica vera punta. Gasperini che dimostra anche di credere molto nei giovani della Primavera aggregandone ben tre alla propria panchina: Polenta, difensore uruguagio che può giocare tanto centrale quanto terzino sinistro, Gucher, centrale di centrocampo appena acquistato dal Frosinone, ed El Shaarawy, trequartista o esterno offensivo, stellina dell’under 17 Azzurra.

LA CRONACA
Dopo poco più di due minuti di gioco il Genoa si rende subito pericoloso: Papastathopoulos scende arrembantemente sulla destra e dopo aver superato in velocità Chiellini, che non riesce a stargli dietro, crossa un pallone sul secondo palo su cui ci si fionda Acquafresca, anticipato però in angolo da Zebina. Al nono i Rossoblù vanno vicinissimi al goal: capitan Rossi riceve ad una ventina di metri dalla porta difesa da Buffon e dopo aver stoppato scocca un fendente che si schianta, dritto per dritto, poco sotto l’incrocio dei pali, graziando il portierone Azzurro che pur essendosi allungato in tuffo non era riuscito a raggiungere il pallone. Il goal è comunque nell’aria ed arriva al quindicesimo minuto di gioco: la difesa Bianconera si fa infilare come fosse burro, Acquafresca riceve palla in area e scarica poco più indietro in direzione di Rossi che calcia di prima intenzione e beffa un non certo impeccabile Buffon, firmando l’1 a 0. Tre minuti e la Juventus ci prova, flebilmente: sugli sviluppi di un angolo è Candreva a provarci da fuori, ma il suo tiro è scoccato senza potenza e risulta essere facile preda di Amelia. Al ventitreesimo è invece Sissoko a provarci. Il suo fendente dalla distanza non trova lo specchio della porta. A quel punto il Genoa prova a chiudere il match: Sculli e Bocchetti scambiano a velocità supersonica sulla fascia con l’esterno offensivo Rossoblù che porta un cross in mezzo su cui piomba Acquafresca, la cui girata non inquadra la porta. Sul ribaltamento di fronte la Juventus guadagna una punizione da più di 25 metri. Del Piero si incarica della battuta, ma il suo tiro è centrale e viene parato con tranquillità e sicurezza da Amelia. A dieci minuti dal termine Amauri effettua un’azione caparbia portandosi in area palla al piede. Venuto a contatto, spalla a spalla, con un difensore si lascia andare, recriminando poi per un rigore, inesistente, non concessogli. Ammonizione sacrosanta per simulazione che non gli viene però comminata. Amauri che si fa comunque perdonare a tre minuti dal termine: Caceres si libera di due avversari e pennella un cross in mezzo su cui arriva di gran carriera la punta carioca che svetta più alto di tutti ed incorna con rabbia bucando Amelia.

In apertura di ripresa il neo entrato Fatic guadagna una punizione dopo aver provato a spuntare in velocità su Zebina, che non ha potuto far altro che fermarlo fallosamente. Sugli sviluppi del calcio piazzato Papastathopoulos va a colpire in area, senza però riuscire a trovare la porta. Al sessantunesimo è però la Juventus a passare: dopo aver riconquistato palla con una caparbietà d’altri tempi chiude un triangolo al limite con Diego, bravissimo a restituirgli il pallone con un tacco filtrante. Giunto a tu per tu con Amelia, quindi, il tocco d’esterno e la gioia per un goal giunto in una partita giocata sin lì non certo su alti livelli dal capitano Juventino. Il Genoa però pareggia subito, sfruttando un erroraccio di Buffon che non trattenendo un cross che gli era terminato tra le braccia facilita l’intervento di Rossi, abile a segnare la doppietta. La Juve però non ci sta. Al sessantaquattresimo è quindi Sissoko a piombare su di una respinta corta della difesa genoana, arrivando a titare di prima intenzione senza però trovare lo specchio di porta. Dieci minuti più tardi è invece Dainelli a cercare  la via della rete ma il colpo di testa dell’ex capitano Viola, giunto sugli sviluppi di un corner, termina a lato. Al settantaseiesimo il fattaccio: Del Piero è lanciato in profondità, ma sembra partire in fuorigioco. La terna comunque non fischia ed il capitano Bianconero si lancia verso l’area avversaria venendo toccato alle spalle da Papastathopoulos. Fuori area. L’arbitro, però, decide di assegnare un rigore che sembra proprio non esserci e pare essere frutto di due errori del direttore di gara. Sul dischetto si presenta Del Piero stesso, Amelia intuisce ma non arriva sul pallone. 3-2. Un battito di ciglia e Diego prova a chiudere il match: ricevuto palla al limite dell’area si accentra per poi scaricare un destro verso la porta Rossoblù, che viene però neutralizzato da Amelia. A cinque dal termine Zapater effettua un cross da destra che attraversa tutta l’area di rigore senza che né Buffon né gli avanti Rossoblù riescano ad intervenire sul pallone, con la palla che scorre sino a spegnersi sul fondo. Il forcing finale da parte del Genoa si esaurirà quindi in un nulla di fatto e i Bianconeri potranno festeggiare, dopo più di due mesi, il ritorno alla vittoria davanti al proprio pubblico.

IL COMMENTO
Il goal subito dopo un solo quarto d’ora di gioco è una doccia fredda per la Juventus e, soprattutto, i suoi tifosi. E’ proprio in quel momento, infatti, inizia a montare un malcontento strisciante che di lì a qualche minuto si trasforma in aperta contestazione che porta i supporters Bianconeri ad iniziare un fitto lancio di ordigni esplosivi diretti al settore di stadio occupato dai tifosi Rossoblù. L’arbitro, colpevolmente, non interrompe la partita provando a riportare la calma sulle gradinate. Certo che con queste condizioni ambientali non c’è da stupirsi se la gente abbandona gli stadi… In chiusura di tempo, però, le cose si calmano un po’, con il pareggio firmato da Amauri. La ripresa scorre poi su di un livello discreto, con le due squadre che dimostrano di voler ottenere entrambe il bottino pieno e s’inseguono per tutti e quaranticinque gli ultimi minuti di gioco. Alla fine a fare la differenza risulta essere un erroraccio dell’arbitro, che regala il rigore della vittoria ai Bianconeri. Juventus che torna quindi alla vittoria dopo poco più di un mese, e chissà che questa cosa non sblocchi la squadra di Corso Galileo Ferraris.

MVP
Migliore in campo, nonostante la sconfitta, risulta essere Marco Rossi, capitano del Genoa. Il centrocampista nativo di Seravezza viene schierato interno di centrocampo anziché fluidificante destro e gioca una gran partita mischiando con grande sapienza qualità e quantità. Rossi che parte subito fortissimo e dopo nove soli minuti di gioco sfiora il goal, colpendo un palo dalla distanza che fa tremare la porta e tutti i supportes juventini. La doppietta che segnerà poi ne suggellerà quindi la grande prestazione, che lo porterà, appunto, ad essere il migliore in campo.

TABELLINO
Juventus vs. Genoa 3-2
Marcatori: 15′ e 63′ Rossi, 42′ Amauri, 61′ e 77′ Del Piero
Juventus: Buffon; Zebina, Legrottaglie, Chiellini; Caceres, Candreva (21′ st Marchisio), Sissoko, De Ceglie; Diego (35′ st Salihamidzic); Amauri (47′ st Giovinco), Del Piero. A disposizione: Manninger, Grygera, Grosso, Paolucci. All.: Zaccheroni
Genoa: Amelia; Papasthatopoulos, Dainelli, Bocchetti; Mesto, Rossi, Zapater, Criscito (44′ st Aleksic); Sculli, Acquafresca (1′ st Fatic), Suazo (22′ st El Shaarawy). A disposizione: Scarpi, Gucher, Polenta, Milanetto. All.: Gasperini
Arbitro: Mazzoleni
Ammoniti: Bocchetti, Rossi, Acquafresca, Papasthatopoulos, Sissoko, Candreva, Amauri, Zebina, Salihamidzic

(Credits: SciabolataMorbida)

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Livorno vs Juventus 1-1 (un altro punticino)

legrottagliePartita importantissima quella che va in scena all’Armando Picchi. Per la prima volta in stagione, infatti, i Bianconeri, forti delle idee del nuovo allentore, scendono in campo con una inedita difesa a tre composta da Chiellini, Legrottaglie e Cannavaro con Caceres e Grosso ad agire sugli esterni da fluidificanti e Melo-Candreva in mediana a supporto di Diego trequartista. In attacco confermatissima, più per necessità che per meriti, la coppia Amauri-Del Piero. Grandissima curiosità quindi per vedere la prima partita di questa nuova Juve, opposta ad un Livorno che si presenta con un modulo quasi speculare con  Rubinho in porta difeso da uno schermo composto da Perticone, l’ex Knezevic e Diniz. I fluidificanti labronici sono invece Raimondi e Vitale, schierati al fianco del trio Pulzetti, Mozart e Filippini. Lucarelli e Bellucci, infine, le punte.

LA CRONACA
Dopo due soli minuti di gioco Vitale sfrutta un errore di Caceres e si infila sulla destra della difesa juventina volando palla al piede fino ad entrare in area per centrare basso un pallone su cui piomba Chiellini in chiusura: palla spazzata in angolo. E’ comunque il Livorno, nei primissimi minuti, a provarci di più: sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto sull’out sinistro i labronici recapitano la palla a Filippini che, dalla trequarti, prova a sparare direttamente in porta, non trovando però lo specchio della stessa. Giusto un paio di minuti scarsi ed è Pulzetti a provarci con un tiro dal limite che si spegne però poco a lato del palo della porta difesa dal portiere Azzurro. Sul ribaltamento di fronte Candreva effettua un break centrale che lo porta a saltare ben quattro avversari per scaricare poi all’accorrente Caceres che spreca però la grande azione del compagno con un brutto cross che termina giusto tra le braccia di Rubinho. Dopo i primissimi minuti giocati a spron battuto il ritmo di gioco cala in maniera fisiologica già poco dopo il decimo. Nonostante questo la partita resta molto maschia con Melo e Candreva su tutti protagonisti di diversi interventi ben oltre i limiti regolamentari. Al venticinquesimo arriva il goal dei padroni di casa: Vitale, tutto solo, effettua un traversone da sinistra pescando un Filippini in versione Bierhoff. Il piccolo centrocampista Amaranto, infatti, viene perso dai difensori Bianconeri e svetta al limite dell’area piccola incornando con vigore il pallone dell’1 a 0. Alla mezz’ora gli ospiti guadagnano una punizione sui venti metri, posizione centralissima. E’ capitan Del Piero ad incaricarsi della battuta: calcio piazzato battuto discretamente bene ma palla troppo lenta che è facile preda. Pochi minuti e il Livorno torna a farsi pericoloso con Bellucci che dopo aver ricevuto palla in area si coordina bene e calcia, non trovando però lo specchio di porta. Poco prima del quarantesimo la Juventus creerà una situazione di pericolo per via di un’uscita maldestra dell’estremo difensore Amaranto, che uscirà bucando un corner battuto dalla sua destra. Nessuno dei giocatori Bianconeri portatisi in area, però, riuscirà ad intervenire in maniera efficace sul pallone, sprecando quella che è una delle migliori occasioni del primo tempo juventino. La migliore in assoluto arriverà poco più di due minuti più tardi, su di una punizione battuta dalla trequarti da Diego che pennellerà un cross per Legrottaglie che svettando più alto di tutti andrà ad incornare il pallone bucando l’estremo difensore brasiliano. In apertura di ripresa la Juventus effettua il primo tiro su azione: Diego è lanciato nello spazio e dopo essere entrato in area scarica il pallone indietro in direzione dell’accorrente Candreva, il cui tiro è però facilmente parato da Rubinho. Sembra il preambolo di un secondo tempo totalmente diverso dal primo, ma è solo un fuoco di paglia: la partita tornerà infatti a scorrere su ritmi piuttosto lenti, senza grande intensità. A risentirne sarà, ovviamente, il gioco e lo spettacolo. Poco prima del sessantesimo Caceres stopperà a centrocampo una ripartenza portata da Filippini e ribalterà velocemente il fronte d’attacco con Grosso che dopo aver ricevuto palla oltre la trequarti campo pennellerà un lancio in area per Amauri che dopo aver stoppato aiutandosi con un braccio concluderà a lato con l’arbitro che, comunque, annulla la conclusione della punta verdeoro ravvisando il netto fallo della stessa. Una decina di minuti più tardi, a conferma dei ritmi non certo frenetici e della noiosità del match, è Mozart, guarda caso sugli sviluppi di un calcio piazzato, a provarci da fuori, trovando però la deviazione di Amauri in angolo. Dal corner Pulzetti si metterà in movimento palla al piede saltando Caceres e convergendo in area per scaricare poi all’accorrente Filippini che questa volta, al contrario di quanto successo nel primo tempo, non troverà la porta. A recupero inoltrato Lucarelli veste i panni di Maradona in versione mano de Dios e sugli sviluppi di un calcio piazzato prova a trovare la rete con una deviazione di braccio, non riuscendo nemmeno a trovare lo specchio di porta e venendo poi giustamente ammonito dall’arbitro. Poco più tardi Marchini si scatena e dopo aver saltato secco Chiellini va a concludere di mezza punta esterna, non riuscendo però a superare un sempre attentissimo Buffon.

IL COMMENTO DI FRANCESCO FEDERICO PAGANI
Il cambio di modulo non giova al club di Corso Galileo Ferraris: la fase difensiva, nonostante i tre centrali ed i due fluidificanti con spiccate doti difensive, entra spesso in affanno contro i non irresistibili avanti Amaranto. Quella offensiva non dimostrerà di sentire i benefici del nuovo approccio tattico con i soliti problemi di Amauri e Del Piero di finalizzazione ed un Diego che, come quasi sempre in questa stagione, fatica ad incidere. Proprio per questo, e non poteva essere differente vista la qualità di gioco espressa nel primo tempo, il goal del pareggio juventino viene firmato da un difensore su calcio da fermo. Davvero non poteva essere diversamente. Se da una parte bisogna giustamente condannare quanto messo in mostra dalla Juventus nei primi quarantacinque minuti dall’altra non si può non fare i complimenti alla squadra di casa, brava a sfruttare i passaggi a vuoto degli ospiti mettendo in campo molta grinta ed ancora più voglia di vincere, fattori questi che li portano a trovare il vantaggio ed a giocare in maniera molto più convincente rispetto agli avversari la quasi totalità della prima frazione di gioco. Nella ripresa le cose cambiano, ma in peggio. Il Livorno, in qualche modo, si adegua al gioco messo in mostra dagli avversari, ciò qualcosa di tendente al nulla cosmico. Così nel secondo tempo le emozioni calano ulteriormente e va in scena una partita piuttosto monotona, bruttina e con la noia a farla da padrone. Zaccheroni che è quindi in serie positiva da quando è a Torino. Sì, è palesemente una battuta: pareggiare contro Lazio e Livorno è qualcosa di assolutamente negativo e la prospettiva di tornare in Champions si allontana sempre di più.

TABELLINO
Livorno vs. Juventus 1 – 1
Marcatori: 26′ Filippini42′ Legrottaglie
Livorno: Rubinho; Perticone, Knezevic, Diniz; Raimondi (15’st Marchini), Filippini, Pulzetti (36′ Moro), Mozart, Vitale; Lucarelli, Bellucci. A disposizione: De Lucia, Esposito, Marchini, Pieri, Bergvold, Moro, Danilevicius, Tavano. All.: Cosmi
Juventus: Buffon; Legrottaglie, Cannavaro (6’st Zebina), Chiellini; Caceres, Felipe Melo, Candreva, Grosso (34′ Grosso), Diego; Del Piero (38’st Giandonato), Amauri.  A disposizione: Manninger, Zebina, De Ceglie, Marrone, Yago, Giovinco, Paolucci. All.: Zaccheroni
Ammoniti: Mozart, Perticone, Cannavaro, Lucarelli
Espulsi: Melo (doppia ammonizione)

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(Credits: SciabolataMorbida)

Campionato: Juventus vs Lazio 1-1 (Zac comincia con un pari…)

del pieroJuventus–Lazio non è solo il posticipo della ventiduesima giornata di Serie A, ma è anche, e soprattutto, il debutto di mister Alberto Zaccheroni sulla panchina dei bianconeri. Debutto, tra l’altro, che avviene proprio contro una squadra già allenata in passato dal tecnico di Meldola: la Lazio. Correva la stagione 2001/2002 quando dopo poche giornate dall’inizio del campionato l’ex allenatore del Milan, squadra con cui vinse un campionato, subentrò in corso d’opera a Dino Zoff, rimosso dall’incarico. Ed è una coincidenza molto particolare quella che vede Zaccheroni esordire a Torino proprio contro la Lazio. Quel famoso anno in Biancoceleste, infatti, passò alla storia per quanto successo l’ultima giornata di campionato: battendo un Inter lanciatissima verso uno scudetto che pareva già cucito sul petto la Lazio consegnò quel campionato nelle mani della Vecchia Signora che deve quindi, indirettamente, proprio al tecnico emiliano uno dei suoi più recenti successi. Grande curiosità riguardo a questo debutto sorge soprattutto in relazione all’idea di calcio che Zaccheroni portò avanti almeno fino al 2007, data in cui si esaurì il suo ultimo incarico. La sua difesa a tre uomini, schieramento assolutamente poco consono quando si parla di grandi squadre, è infatti un marchio di fabbrica importante. Essendo arrivato solo da un paio di giorni in Corso Galileo Ferraris, però, il tecnico di Meldola non ha osato cambiare così a fondo lo schieramento tattico prevalentemente utilizzato fino a quel momento dal suo predecessore. Proprio per questo motivo ecco la Juventus schierarsi con l’ormai classico 4-3-1-2, con Manninger al posto dello squalificato Buffon – espulso nella sconfitta contro la Roma – in difesa dei pali, Grygera terzino destro con De Ceglie sull’out opposto e la coppia Chiellini-Cannavaro centralmente; a centrocampo Candreva lanciato dal primo minuto con Melo e Sissoko e dietro a Diego, in attacco spazio a capitan Del Piero ed Amauri. Dal canto suo, invece, Ballardini è in cerca di punti salvezza e per provare a trovare il punteggio pieno effettuando il colpaccio nel capoluogo piemontese si presenta con un modulo speculare a quello della squadra di casa: Muslera tra i pali, Diakitè, Stendardo, Radu e Kolarov in sua difesa, Dabo, Baronio e Firmani in mediana, Mauri sulla trequarti ed il duo argentino Cruz-Zarate in avanti.

LA PARTITA
Il primo tempo vede i bianconeri condurre il gioco costantemente nella metà campo avversaria. Fin dai primi minuti tocca al trio offensivo cercare di portare la squadra in vantaggio: al 5’ da Amauri a Del Piero, palla per Diego che da centro area indirizza verso la porta, senza però creare troppi problemi a Muslera. Al 7’ ci prova Candreva con una conclusione dal limite che termina sul fondo. I bianconeri continuano ad attaccare e al 12’ Del Piero prova a sfruttare un bell’assist di Sissoko, ma il suo tiro termina fuori. La Juventus ha l’occasione per portarsi in vantaggio al 21’ quando Diego prova una conclusione insidiosa che costringe il portiere alla deviazione in angolo. La Lazio, che finora non si è mai avvicinata alla porta bianconera, prova a rendersi pericolosa al 25’: su punizione corta di Baronio palla a Kolarov, che dalla distanza spedisce lontano dalla porta difesa da Manninger. La squadra di Zaccheroni continua a far gioco e tenta di mettere in difficoltà la difesa avversaria su azione e su calci piazzati, come accade con Diego al 35’. Sul fronte biancoceleste da segnalare un tiro insidioso di Mauri al 38’ che costringe Manninger a respingere in angolo. Il primo tempo si chiude con una conclusione di Candreva da fuori area che termina sul fondo. C’è più convinzione nelle offensive bianconere che aprono il secondo tempo e che nel primo quarto d’ora producono un gran tiro di Candreva parato in angolo, un palo colpito da Diego, una punizione di Del Piero respinta dalla barriera e una seconda conclusione rasoterra del capitano neutralizzata da Muslera. La Lazio si fa vedere in avanti e conquista una punizione dalla sinistra dell’area di rigore che Baronio batte e Chiellini respinge. Poi è ancora la Juventus a portarsi in avanti a caccia del vantaggio che arriva al 25’ su calcio di rigore assegnato dall’arbitro Saccani per atterramento in area di Del Piero. E’ lo stesso capitano a battere dal dischetto: impeccabile. Juventus in vantaggio (1-0). Arrivano le prime sostituzioni: due per la Lazio, Rocchi e Lichtsteiner per Dabo e Firmani, e una per la Juventus, Caceres per Felipe Melo. Il gioco riprende e la Lazio si porta subito in avanti, guadagnando un calcio di punizione: batte Kolarov e Mauri trova la deviazione vincente (1-1). Ritrovata la parità, Ballardini opera l’ultimo cambio: fuori l’autore del gol e dentro Siviglia. Manca ormai poco alla fine della partita, i bianconeri provano a rifarsi avanti, ma la difesa della Lazio blocca tutte le iniziative degli uomini di Zaccheroni, che si gioca come ultima carta l’ingresso di Paolucci al posto di Del Piero. Nei cinque minuti di recupero il risultato non cambia.

IL COMMENTO DI ANTONIO CORSA (ACB)
Non si poteva certo pretendere miracoli dal buon Zaccheroni dopo appena un paio di allenamenti. La squadra scende in campo con il classico “rombo” alla Ferrara, almeno sulla carta, con De Ceglie e Grygera esterni, i soliti Cannavaro e Chiellini in mezzo, Melo davanti alla difesa, Candreva sul centrosinistra con Sissoko sul centrodestra, e con Diego dietro Amauri e Del Piero. Si è però visto qualcosa di diverso, soprattutto nel primo tempo, quando la squadra ha corso molto alla ricerca di quel gol che non è arrivato. Tra le novità più positive, c’è finalmente il ritorno al pressing: la squadra ha aggredito i portatori di palla avversari, ha evitato quei ribaltamenti di gioco tanto letali quando si utilizza questo modulo ed ha tenuto la difesa sempre piuttosto alta, almeno fino al gol laziale. De Ceglie ha giocato altissimo, di fatto sulla linea di centrocampo, lasciando tre difensori dietro, e dando la possibilità a Candreva di accentrarsi per provare la conclusione o l’uno-due di destro. Si è notato, rispetto al passato, un attacco a più uomini, con 5 (Amauri, Del Piero, Diego, Candreva e Sissoko) quasi sempre a supporto dell’azione d’attacco, oltre al terzino ex Primavera, bravissimo a spingere come sempre e a mettere bei cross in mezzo. Per 45′ si sono viste triangolazioni e movimenti senza palla che da tempo non si vedevano a Torino, soprattutto grazie a Sissoko e Candreva, due che possono fare questo tipo di gioco sia passando la palla che ricevendola loro stessi. Fondamentale è perciò il movimento senza palla, i tagli, le diagonali, le sovrapposizioni. Tutto fatto piuttosto bene, finchè il fiato è stato sufficiente. Nel secondo tempo, il ritmo è naturalmente calato, ma paradossalmente è arrivato prima il palo di Diego (in grande ripresa: è questo il suo gioco!), poi il rigore (parentesi: Alex ha prima simulato con un tuffo piuttosto imbarazzante in area, poi è scivolato in occasione del rigore – inventato – andando ad esultare dopo il gol. Per carità, il momento è talmente brutto che atti eroici e di classe probabilmente erano inopportuni.. ma almeno sottolineamoli, per onestà intellettuale). Dopo l’1-0 del Capitano, la squadra ha continuato a fare il proprio gioco, subendo però un gol a freddo su ennesima disattenzione difensiva (Chiellini non sale in tempo tenendo in gioco Mauri che anticipa Grygera, spostato nel frattempo a sinistra con Caceres a destra). E’ qui che si è tornati alla realtà, con la squadra incapace di reagire, bloccata psicologicamente, forse timorosa di subire l’ennesima rimonta e l’ennesima beffa stagionale. Alla fine, nonostante i 5 minuti di recupero, è stata parità. Un punto da raccogliere e portare a casa. Arriveranno tempi migliori. Per ora la “prima” di Zac è discreta, ma servirà almeno un mesetto per raddrizzare la situazione e lavorare soprattutto sulla mente e sull’autostima dei ragazzi. Note positive della serata: Diego, sicuramente in netta crescita, ma anche Candreva (questo è il suo gioco), Melo (al quale non è stato chiesto di fare il regista..) e De Ceglie.

IL COMMENTO DI FRANCESCO FEDERICO PAGANI
Se il primo tempo del match disputato nel pomeriggio tra Milan e Livorno era stato soporifero, altrettanto possiamo dire della partita giocata in serata a Torino. In realtà il match è un minimo più godibile grazie al fatto che la Juventus porta un forcing pressoché costante lungo tutto il corso della frazione, ma, di contro, non si ha la possibilità di vedere nemmeno un goal. Il tutto perché la Juventus porta sì pressione nella trequarti avversaria, ma è un agire sterile, che non si traduce in grosse occasioni da goal. Questo soprattutto per il fatto che a fare da contraltare ad un Diego che pare si stia ritrovando ci sono due punte – Del Piero ed Amauri – abbastanza avulsi dal gioco ed ancora sottotono. Da parte sua la Lazio fa davvero poco: qualche tentativo sporadico in ripartenza e nulla più, provando a rendersi pericolosa praticamente solo tramite calci piazzati piuttosto velleitari. Il secondo tempo è invece più interessante della prima frazione, con una Juve che riesce ad implementare gli sforzi per arrivare al goal. Rete che viene però trovata solo grazie ad un rigore inventato di sana pianta dall’arbitro Saccani, la cui prestazione è sicuramente sotto la soglia della sufficienza. Il goal un po’ casuale – almeno rispetto all’andamento del match – realizzato da Mauri sega quindi le gambe ai giocatori della squadra di casa, spegnendo quindi ogni interesse nei confronti di una partita che da lì in avanti non offrirà più grandi sussulti venendo giocata da una squadra ormai sulle gambe – la Juve – e da un’altra che si può dire già più che soddisfatta del pareggio immeritato piovutogli dal cielo. Il migliore in campo non può che essere, a mio avviso, Diego: il trequartista verdeoro torna infatti a giocare su buoni livelli, mettendosi in bella mostra. Molto generoso come al solito riesce stavolta ad implementare la propria prestazione con quell’efficacia nelle giocate smarrita ormai da tempo. Vera e propria spina nel fianco della formazione ospite il ragazzo di Ribeirão Preto sembra poter tornare sui livelli delle primissime partite di questo campionato. Così fosse, forse, la Juve potrebbe aver trovato quel giocatore che sia capace di guidarla, assieme al nuovo tecnico, fuori da una crisi che pare essere interminabile come l’inverno. (Credits: SciabolataMorbida)

IL COMMENTO DI MIRKO NICOLINO
Meglio un punto che niente. E ultimamente siamo tornati quasi sempre a casa con… niente. Un punto che muove la classifica e che mi fa sperare che in situazioni estreme in futuro potremo anche pareggiare e non per forza perdere. Mi sarei aspettato una vittoria, non tanto di orgoglio o di nervi, ma una vittoria dovuta al celeberrimo “cul de Zac”. Ma quest’anno gira talmente tutto storto che saremmo capaci di qualsiasi cosa. Devo dire, però, che la prestazione è stata incoraggiante: come ha detto lo stesso Zaccheroni, non è facile giocare contro compagini che si schierano in modo speculare alla tua squadra, nonostante ciò la Juventus ha coperto molto bene gli spazi, soffrendo pochissimo e creando un discreto numero di occasioni. Gli errori in fase di impostazione sono stati i soliti, endemici: si cerca sempre la giocata verticale e non si apre quasi mai sulle fasce. Ho molta fiducia però nel “tattico”  Zaccheroni e credo che buona parte dei piccoli difetti saranno colmati. Gli altri, quelli legati ai singoli e alle loro bizze, si dovranno esorcizzare in altro modo. C’è poco altro da commentare al match, una partita non certo bella da vedere, ma nemmeno da buttare. Nella media, insomma, di un campionato di Serie A tecnicamente e tatticamente mediocre. La Lazio, contrariamente a quanto detto dagli addetti ai lavori: merita ampiamente la posizione che ha, anzi per come gioca meriterebbe di contendere l’ultimo posto al Siena. Per questo motivo, credo che ci siano ampi margini per giocarsela con Roma (fortunata), Milan (affannato) e Napoli (arruffone)  per un posto in Champions. Zaccheroni, ci proverà, e quanto si è visto (e sentito) in pochi giorni ha già capito che deve prendere in mano una situazione difficile soprattutto dal punto di vista ambientale. Le sue parole “devo essere molto vigile in questo spogliatoio” sta a testimoniare il fatto che succedevano (e spero non succedano più) cose strane in un abiente che si è sempre contraddistinto per rigore e serietà. Siamo la Juve e abbiamo tante giornate ancora per dimostare di esserlo ancora. Con Zaccheroni.

IL TABELLINO
JUVENTUS-LAZIO
RETI: 25’st Del Piero (rig.), 33’st Mauri
JUVENTUS: Manninger, Grygera, Cannavaro, Chiellini, De Ceglie, Sissoko, Felipe Melo (31’st Caceres), Candreva, Diego, Amauri, Del Piero (44’st Paolucci). All. Zaccheroni. A disposizione: Chimenti, Legrottaglie, Zebina, Giovinco, Marrone, Paolucci.
LAZIO: Muslera, Diakité, Stendardo, Radu, Kolarov, Dabo (26’st Rocchi), Baronio, Firmani (31’st Lichtsteiner), Mauri (36’st Siviglia), Cruz, Zarate. All. Ballardini. A disposizione: Berni, Luciani, Sevieri, Makinwa, Rocchi.
ARBITRO: Saccani
AMMONITI: 24’pt Baronio, 35’pt Melo, 22’st Diakité, 46’st Grygera
SPETTATORI: 20.899
INCASSO: 422.625

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Juventus vs Roma 1-2 (ormai non fa più notizia…)

roma juventusAll’Olimpico di Torino si scontrano due squadre che attraversano momenti molto diversi: da una parte la Juventus è in grossa crisi tanto che dopo un inizio quantomeno accettabile è finita addirittura fuori dalla zona Champions. Dall’altra, invece, una Roma cui la cura Ranieri ha dato i suoi frutti tanto da iniziare a macinare gioco e risultati. Per lo scontro contro la sua ultima squadra, quindi, Ranieri decide di schierare la coppia Juan-Burdisso a difesa di Julio Sergio e Vucinic in supporto a Toni. Per provare a ritrovare la via della vittoria, invece, Ferrara rimette in campo Grygera terzino destro e ritrova Sissoko in mediana. Panchina, invece, per il nuovo arrivato Candreva.

LA CRONACA
Dopo meno di tre minuti di gioco Toni fa un gesto verso la panchina. L’espressione del suo volto dice tutto: il polpaccio non gli permette di continuare. La partita è appena iniziata, quindi, e Ranieri si trova subito a dover sprecare un cambio. All’ottavo minuto è Salihamidzic, un po’ a sorpresa titolare al posto del più quotato Candreva, a farsi vedere: il bosniaco riceve palla sulla trequarti e punta la porta, arrivando a calciare poco oltre il limite dell’area. Conclusione però infelice, con il pallone che termina piuttosto lontano dallo specchio di porta. Tre minuti più tardi è invece Vucinic che riceve palla sul vertice destro dell’area e dopo essersi liberato bene di un avversario conclude in maniera discreta, non trovando però la porta e colpendo solo l’esterno della rete. Al tredicesimo è invece Marchisio a rendersi pericoloso: la mezz’ala Bianconera riceve in area e conclude un’azione insistita dei suoi con un bel tiro a giro che non trova la porta solo di poco, sfiorando il palo e spegnendosi sul fondo. Sulla traiettoria, tra l’altro, stava per intervenire Del Piero la cui deviazione sarebbe probabilmente stata decisiva. Cinque minuti ed è Totti, subentrato all’infortunato Toni, a farsi vedere: il tiro scoccato dal Pupone, però, termina alto sulla traversa e non impensierisce un attento Gigi Buffon cui il freddo, a giudicare dalla maglietta smanicata che indossa, non sembra fare alcuna paura. Subito dopo è la Juventus, in questa sorta di ping-pong iniziale, a farsi vedere: Grygera crossa in mezzo dove Amauri è però disturbato da Cassetti e non riesce a trovare la porta di testa. Al venticinquesimo è invece Juan a salvare la Roma: Diego prova infatti a tagliare la difesa Giallorossa con un ottimo filtrante a giro che terminerebbe giusto sul piede dell’accorrente Amauri. Il centrale romanista, però, non ci sta ed anticipa il proprio connazionale in angolo. L’azione successiva è ancora Bianconera: questa volta è Del Piero ad avere l’intuizione giusta, ma Marchisio non riesce a raggiungere il pallone. Alla mezz’ora Grosso scodella un ottimo cross in mezzo all’area su cui è Amauri a svettare. La sua testata, però, spinge la palla oltre il palo. Un paio di minuti ed è Salihamidzic a provarci, sempre di testa, sugli sviluppi di un angolo. Il risultato è però lo stesso. Al trentasettesimo è da una punizione battuta da Diego che nascono i pericoli per la retroguardia Giallorossa: sul cross effettuato dal trequartista brasiliano, infatti, è Del Piero a spizzare con la fronte, non riuscendo però a deviare la palla di quel tanto che serva a far terminare il pallone nello specchio della porta. Ad un paio di minuti dal termine la Juve segna, ma l’arbitro annulla per fuorigioco (che sembra esserci). L’azione, comunque, è davvero meritevole e va raccontata: Marchisio vede Del Piero partire tagliando alle spalle dei difensori e lo serve con un ottimo lancio che pesca il capitano Bianconero in area. Alessandro stoppa quindi magistralmente il pallone per poi battere Julio Sergio con un tocco morbido. Tutto inutile, ma azione davvero pregevole. La ripresa si apre con lo stesso equilibrio che aveva aperto la prima frazione. A spezzarlo, però, ci pensa Del Piero: Diego dà dentro, Juan devia il passaggio facendo impennare il pallone che finisce giusto al capitano Bianconero, implacabile nel battere il portiere avversario siglando l’1 a 0. Di lì in poi resta comunque un equilibrio discreto per diverso tempo, con la Juve che non riesce più a essere padrona del campo come buona parte del primo tempo, riuscendo a costruire ancora meno. Al sessantasettesimo il fattaccio: Chiellini esce palla al piede allungandosi troppo il pallone e permettendo il recupero del pallone da parte romanista. Verticalizzazione immediata per Taddei che entrato in area punta Grosso, venendo atterrato dal terzino Azzurro. Sul dischetto si presenta quindi Totti che segna nonostante Buffon intuisca la traiettoria arrivando a sfiorare il pallone. Due goal in questa frazione di gioco, ma partita la cui intensità è calata fortemente all’intervallo tanto da diventare, nonostante le segnature, molto più monotona del primo tempo. Al settantacinquesimo Marchisio scocca un tiro dal limite, il tutto sugli sviluppi di un’azione insistita da parte dei Bianconeri. Il centrocampista torinese, però, non trova la porta. Poco dopo è invece ancora Amauri, sempre di testa, a provarci. Nessuna difficoltà per Julio Sergio, però, che para sicuro. A otto minuti dal termine la Juventus resta in dieci: la Roma parte in contropiede e Riise si infila tra le maglie della difesa avversaria costringendo Buffon ad uscire quasi sulla trequarti intervenendo senza pensarci due volte. Il fallo è netto, l’espulsione sacrosanta. Del Piero deve quindi lasciare spazio a Manninger. Totti realizza il rigore del pareggio. In pieno recupero, quindi, la Roma colpisce: Pizarro recupera palla a centrocampo e crossa lungo, pescando Riise sul secondo palo. Il terzino norvegese salta quindi indisturbato di testa bucando il malcapitato Manninger.

IL COMMENTO DI FRANCESCO FEDERICO PAGANI
Vittoria in extremis per la Roma, sconfitta pesante, pur immeritata, per la Juventus. I padroni di casa hanno infatti giocato un primo tempo sicuramente più gagliardo rispetto agli avversari, andando via via a guadagnare metri fino a prendere il dominio più o meno netto del campo. Dominio che, però, non si tramuta in goal, lasciando quindi le due squadre in perfetta parità sino al termine della prima frazione. Nella ripresa l’intesità della gara scende e così anche l’interesse nei confronti della stessa. Nonostante questo arrivano comunque tre reti. La faccia dei giocatori juventini tanto al goal di Riise quanto al triplice fischio finale è significativa: gli sguardi vacui stanno a dimostrare il senso di smarrimento di tutto un ambiente che non sa più che pesci pescare. Per quanto io sia ampiamente contrario alla politica sempre più in voga nello Stivale degli esoneri facili penso che sia ormai davvero lapalissiano: Ferrara, che già andava rimosso dopo la pesantissima sconfitta contro il Bayern con relativa eliminazione, va sostituito, anche solo per dare una scossa all’ambiente. Prima vittoria contro i Bianconeri, invece, per Ranieri, che mai prima di oggi era riuscito, nel corso della sua lunga carriera, a battere la Juventus. Ed è sicuramente una vittoria dolcissima per lui, che non deve aver preso benissimo, per quanto mascheri ottimamente il tuo con il suo inconfondibile aplomb, l’esonero dello scorso anno. Difficile trovare un migliore in campo, a maggior ragione dopo la mediocrità vista nella ripresa da parte di entrambe le squadre. E se anche Chiellini, notoriamente sempre tra i migliori in campo quest’anno, si lascia andare ad uno svarione non indifferente non si sa davvero più a che santo votarsi. La palma da MVP se la aggiudica, quindi, Pizarro. Partita certo non sopra le righe la sua, che fa comunque in maniera discreta il suo compitino. Risultando però assolutamente decisivo: sul primo goal è lui a rubare palla a Chiellini verticalizzando per Taddei, che andrà a guadagnare il rigore del pareggio. Sempre lui, poi, si ripeterà a fine partita su Sissoko, pennellando poi un cross perfetto per Riise. Più che sufficiente a renderlo il migliore in campo, oggi.

IL TABELLINO
JUVENTUS-ROMA 1-2
RETI: 6’ st Del Piero, 23’ st rig. Totti, 48’ st Riise.
JUVENTUS: Buffon; Grygera (31’ st Candreva), Legrottaglie, Chiellini, Grosso; Sissoko, Marchisio, Salihamidzic; Diego; Amauri (45’ st Paolucci), Del Piero (38’ st Manninger). A disposizione: Zebina, Cannavaro, De Ceglie, Yago. All. Ferrara.
ROMA: Julio Sergio; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; Taddei, De Rossi, Pizarro; Perrotta; Vucinic, Toni (8’ pt Totti). A disposizione: Doni, Mexes, Motta, Brighi, Cerci, Menez. All. Ranieri.
ARBITRO: Tagliavento di Terni.
ELPULSI: 38’ st Buffon.
AMMONITI: 15’ st De Rossi, 16’ st Burdisso, 22’ st Grosso, 26’ st Taddei, 41’ st Salihamidzic.

(Credits: SciabolataMorbida)

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Chievo vs Juventus 1-0 (…)

juventus chievoLa vittoria di mercoledì in Coppa Italia sul Napoli resta solo una parentesi. La Juventus non si riprende in campionato e va ko anche a Verona. Per la prima volta nella sua storia, il Chievo riesce nell’impresa di battere i bianconeri. Meritatamente per quello visto al Bentegodi. La squadra di Di Carlo gioca meglio per tutto il primo tempo e trova il gol partita con Sardo al 34’. Del Piero e compagni provano ad attaccare a testa bassa per tutta la ripresa ma senza mai impensierire Sorrentino, nonostante i tanti calci piazzati conquistati. Ora anche la classifica si complica. In attesa del posticipo del Napoli, la Roma batte il Genoa e opera il sorpasso. A sei giorni dallo scontro diretto in programma sabato a Torino.

LA CRONACA
Per l’inizio del girone di ritorno, Ferrara presenta subito la novità dell’ultimo minuto. Michele Paolucci, arrivato sabato a Torino, titolare insieme a Del Piero con Diego alle loro spalle. L’altra novità è quella di Buffon, nuovamente tra i pali dopo l’operazione al menisco. Dietro giocano Grygera, Cannavaro, Chiellini e Grosso. A centrocampo Marchisio, Felipe Melo e De Ceglie. La partenza è a mille all’ora e dopo neppure un minuto Buffon deve subito entrare in clima partita con una grande parata su Abbruscato. La sfida vive fin dall’inizio sul filo dell’equilibrio. I bianconeri cercano molto Paolucci che conferma tutte le sue doti di movimento e di protezione palla, tanto da riuscire a guadagnarsi spesso il fallo. I padroni di casa ci provano con trame manovrate e cercare le punte e gli inserimenti dei centrocampisti. Proprio su un’entrata di Rigoni, ci vuole un grande intervento di Felipe Melo per evitare guai.  Al 28’, il Chievo va in gol per un’autorete di Chiellini, ma il gioco è fermo per un netta trattenuta di Abbruscato sul difensore livornese rilevata dal guardalinee Copelli. Due minuti dopo, primo cambio obbligato. Grygera, ancora intontito dopo una botta al naso subita in apertura, lascia il posto a Zebina. Al 34’ il Chievo passa. Merito di Sardo che trova un angolo incredibile con un destro rasoterra da fuori area che non dà scampo a Buffon. La Juventus prova a reagire ma solo da calcio piazzato arrivano i pericoli. Tra angoli e punizione dal limite, i bianconeri ne conquistano a ripetizione, ma a parte qualche mischia davanti a Sorrentino non nascono grandi pericoli. Al riposo si va così con il Chievo avanti 1-0.  Ripresa. Si torna in campo con la stessa squadra e con la necessità di dover recuperare lo svantaggio. I bianconeri provano a imbastire azioni pericolose. Anche Chiellini si spinge spesso in avanti a dare il suo aiuto ma è dura arrivare dalle parti di Sorrentino. Ferrara si gioca anche la carta Salihamidzic, in campo per Grosso. Il Chievo si difende spesso in 11 e la Juve deve ricorrere ai calci piazzati per arrivare in area. Del Piero si prova dalla stessa posizione da cui aveva segnato la stagione scorsa, ma Sorrentino blocca. Angoli e punizioni dalle fasce non si contano più ma il pareggio non arriva. Granoche diventa protagonista in negativo. Dopo aver messo ko Grygera, costringe a bordo campo Zebina e Cannavaro, entrambi feriti al volto e costretti a rientrare con vistose fasciature. La Juventus continua a provarsi ma a parte la conquista dei soliti calci piazzati non riesce quasi mai ad arrivare dalle parti di Sorrentino. Ferrara si gioca il tutto per tutto mandando dentro Immobile al posto di Marchisio. Ma è il Chievo a farsi pericoloso con Pinzi, il cui tiro è respinto da Zebina. Con le ultime energie residue, i bianconeri si gettano in avanti per sfruttare anche i cinque minuti di recupero. Ma Sorrentino non deve mai intervenire il fischio di chiusura di Valeri sancisce una meritata vittoria del Chievo.

IL COMMENTO DI…
Lasciamo perdere, va.

TABELLINO
CHIEVO-JUVENTUS 1-0
RETI: 34’ pt Sardo.
CHIEVO VERONA: Sorrentino; Sardo (38’ st Frey), Mandelli, Yepes, Mantovani; Luciano, Rigoni, Marcolini; Pinzi; Abbruscato (41’ st Ariatti), Granoche (23’ st De Paula). A disposizione: Squizzi, Morero, Bentivoglio, Bogdani. All. Di Carlo.
JUVENTUS: Buffon; Grygera (30’ pt Zebina), Cannavaro, Chiellini, Grosso (13’ st Salihamidzic); Marchisio (38’ st Immobile), Felipe Melo, De Ceglie; Diego; Del Piero, Paolucci. A disposizione: Manninger, Legrottaglie, Giandonato, Rossi. All. Ferrara.
ARBITRO: Valeri di Roma.
AMMONITI: 15’ st Granoche, 19’ st Yepes, 23’ st Zebina, 29’ st Felipe Melo, 46’ st Ariatti.

(Credits: Juventus.com)

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Parma vs Juventus: 1-2 (si torna, con sofferenza, alla vittoria)

brazzoPRESENTAZIONE
Il nuovo anno per la Juventus si prospetta in salita. Nel giro di 4 giorni, trasferta a Parma e impegno casalingo con il Milan. Due match nei quali si decide la stagione bianconera e molto probabilmente il futuro immediato di Ciro Ferrara. Ma procediamo per gradi. Sotto con i ducali.

CRONACA
Ottimo avvio della squadra di Ferrara che passa in vantaggio dopo appena tre minuti. Angolo di Diego, palla in mezzo all’area dove intervengono di testa prima Chiellini poi Salihamidzic che schiaccia in rete (0-1). Gruppo compatto e grande grinta sono le caratteristiche che saltano subito all’occhio in una Juventus scesa in campo con la voglia di cambiare rotta rispetto alle ultime gare del 2009. I bianconeri amministrano il vantaggio, lasciando pochi spazi ai padroni di casa che si rendono pericolosi solo al 16’ con Biabiany che prova il tiro, parato da Manninger. Poche le emozioni nei minuti successivi, nei quali il Parma prende fiducia e Ferrara è costretto alla prima sostituzione. Trezeguet infatti deve uscire dal campo per una distorsione alla caviglia destra patita in uno scontro con Panucci. Al posto del francese entra Amauri. Il Parma prova a recuperare lo svantaggio e ci riesce al 25’: Zenoni dalla destra serve in mezzo all’area Amoruso che stacca di testa e insacca il gol dell’1-1. E’ proprio Amoruso il più pericoloso dei suoi, come dimostra un gran destro da fuori area al 34’ sul quale Manninger interviene deviando in angolo. Nella fase finale del primo tempo la Juventus riprende l’iniziativa e al 38’ torna in vantaggio grazie a un autogol di Castellini che su angolo di Diego tenta di anticipare gli avversari di testa, ma finisce per spedire il pallone nella propria porta. Primo tempo intenso che termina con la Juventus in vantaggio per 2-1. Molto intensa anche la ripresa, con continui cambi di fronte, anche se non sono molte le occasioni da gol da entrambe le parti. Iniziano i bianconeri al 4’ con Grosso che prova il tiro, ma colpisce un avversario, mentre sul proseguimento dell’azione Legrottaglie ci prova di testa, ma manda sul fondo. Sull’altro fronte pericolosi Galloppa e Castellini, fermati rispettivamente da Legrottaglie e Salihamidzic. Buona la punizione di Diego al 19’, ma il pallone termina alto. Passano i minuti e si continua a lottare, con la Juventus che amministra il vantaggio e riesce a neutralizzare sul nascere le iniziative dei padroni di casa, senza correre grossi pericoli. Al 28’ la squadra di Ferrara resta in dieci per l’espulsione di Caceres per doppia ammonizione. Dopo un minuto l’allenatore bianconero fa uscire Diego per lasciar spazio a Grygera, mentre Guidolin aveva sostituito Castellini e Galloppa con Bojinov e Paloschi per giocarsi le ultime chance di rimonta, che si materializzano in una conclusione dal limite di Amoruso finita sul fondo e in una punizione di Bojinov che impatta sulla traversa. Per il resto la difesa bianconera, guidata da un super Chiellini, non lascia scampo agli avversari e dopo sei minuti di recupero l’arbitro fischia la fine del match: la Juventus torna alla vittoria.

IL COMMENTO DI ANDREA RANALDO
Sembra di vivere, in chiave moderna, la rivisitazione del celebre detto: “meglio un uovo oggi o una gallina domani?” L’uovo in questione sono chiaramente i tre punti odierni, mentre il ruolo della gallina è sapientemente vestito da Guus Hiddink, il mago olandese capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Anche le uova del futuro… Diciamolo subito: molto probabilmente, i tifosi bianconeri non potranno coronare il loro sogno. La vittoria sul Parma sembra infatti aver incatenato alla panchina Ciro Ferrara, almeno fino al termine della stagione. Il famoso “progetto” di Blanc, complici anche i risultati delle rivali, è infatti ancora a portata di compimento. Poco importa ( a loro) che la Juve sia già fuori da Champions League e giro Scudetto alla fine del girone di andata. Il motivo del mancato esonero è semplicissimo: l’allontanamento di Ferrara porterebbe, come naturale conseguenza, al fallimento di Blanc. Il francese, che come Gesù Cristo è uno e trino, dati i tre ruoli dirigenziali con cui controlla a mo’ di “dittatore” la società, è una delle cause principali della morte della Juventus F.C. La sua totale incompetenza in materia non è bastata a fargli rinunciare a ruoli altamente operativi sul piano sportivo, e l’ “acquisto” di Bettega (che ricordiamo, è rientrato nella squadra come suo VICE!) è un semplice palliativo che difficilmente porterà ad un reale miglioramento. Perché ricordiamolo, ad avere l’ultima parola è sempre lui: Blanc, un tempo organizzatore di Roland Garros e Tour de France, oggi reinventatosi intenditore di calcio. Con modesti risultati… Un uomo di calcio come “Bobby gol” non può pero sorvolare sulla pochezza tattica di Ciro Ferrara. Il tecnico (?) bianconero è a dir poco imbarazzante, e la trasferta di Parma, nonostante il risultato positivo, non deve trarre in inganno. La formazione schierata, infatti, è stata scandalosa. Il ritorno al più solido e conosciuto 4-4-2 potrebbe anche essere un’idea brillante, ma non con gli uomini a disposizione, e soprattutto dopo aver lasciato partire, in estate, i suoi interpreti fondamentali. Un 4-4-2 senza esterni offensivi è come una ciambella senza buco: un pastrocchio tattico che ha portato molti giocatori a giocare fuori ruolo, e una fluidità di manovra degna di una malata di colesterolo. Si chiamerà anche Vecchia Signora, ma in mani più competenti sono certo che sarebbe molto più arzilla… Un simile modulo imporrebbe, per dare maggiore vivacità e imprevedibilità all’attacco, l’inserimento di Sebastian Giovinco, che invece continua a dover trascorrere le proprie domeniche ad osservare i compagni dalla panchina. L’ostracismo nei suoi confronti è abbastanza inspiegabile, soprattutto a fronte di chi lo sostituisce. Scegliete pure voi nel mucchio, ma chiunque sia il vostro candidato lo rimpiazza alla stessa maniera: male. Si tratta quindi della più classica delle vittorie di Pirro: non solo immeritata, ma addirittura involontaria. La Juve, infatti, ha segnato due gol pur avendo concluso verso la porta di Mirante in una sola occasione. A fare le veci della Befana ci ha pensato Castellini, che con la sua chioma improponibile ha maldestramente deviato nella propria porta un innocuo calcio d’angolo di Diego. Ferrara ringrazia. Noi un po’ meno…

TABELLINO
18esima giornata Serie A Tim
Stadio Tardini – Parma
Parma-Juventus 1-2
Reti: 3’pt Salihamidzic, 25’pt Amoruso, 38’pt Castellini (aut),
Parma: Mirante, Zaccardo, Dellafiore, Panucci, Castellini (20’st Bojinov), Dzemaili, Morrone, Galloppa (36’st Paloschi), Zenoni, Amoruso, Biabiany. A disposizione: Pavarini, Antonelli, Lunardini, Lanzafame, Budel, Paloschi.
Juventus: Manninger, Caceres, Chiellini, Legrottaglie, Grosso, Salihamidzic, Poulsen Felipe Melo, Marchisio, Diego (29’st Grygera), Trezeguet (21’pt Amauri). A disposizione: Chimenti, Giovinco, De Ceglie, Tiago, Del Piero.
Arbitro: Rizzoli
Ammoniti: 32’pt e 28’st Caceres, 2’st Marchisio, 16’st Felipe Melo, 31’st Morrone, 46’st Dellafiore
Espulsi: 28’st Caceres espulso per doppia ammonizione

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(Credits: per la cronaca e il tabellino Juventus.com)

Campionato: Juventus vs Catania 1-2 (Notte fonda)

Banchetta anche il Catania

Banchetta anche il Catania

Clima teso in casa bianconera: la squadra, infatti, è contestata sia nel momento dell’arrivo allo stadio (dove i giocatori, sul proprio pullman, sono oggetto di insulti e lancio di uova da parte di una ventina di tifosi) che all’interno dello stesso (con i tifosi in curva che danno le spalle al campo al momento dell’inizio del match). Clima che non è certo il massimo per disputare un match di campionato in una situazione già delicata. E da subito è chiara la differenza di tranquillità tra le due squadre: nonostante occupi l’ultimo posto in classifica, infatti, il Catania gioca con calma olimpica Continua a leggere

Campionato: Bari vs Juventus 3-1 (Lezione provinciale)

Alle stelle!

Alle stelle!

La Juventus si presenta a Bari per riscattare la cocente delusione portata dall’ultimo match giocato contro il Bayern Monaco e che ha sancito, con una pesantissima sconfitta, l’eliminazione bianconera dalla Champions. Per farlo, quindi, Ferrara si affida ad Amauri e Trezeguet in avanti con Diego a supporto. A centrocampo, invece, viene schierato un po’ a sorpresa Tiago come mezz’ala sinistra, al fianco di Poulsen e Marchisio. In difesa, infine, Caceres continua saldamente ad occupare la corsia di destra, con Molinaro schierato sull’out opposto. Continua a leggere