GLI SCHIERAMENTI INIZIALI
Al Dall’Ara il Bologna, reduce da cinque risultati utili consecutivi (tre vittorie, di cui due in trasferta, e due pareggi, tra i quali quello casalingo col Milan), schiera il suo ormai collaudato 4-4-2. Davanti Viviano, la linea difensiva è costituita da destra a sinistra da Zenoni, Portanova, Moras e Raggi. I quattro di centrocampo, sempre da destra a sinistra sono Buscè, Mudingayi, Guana e Casarini; di punta Adailton e Zalayeta. La Juventus, si oppone al Bologna con un inedito 4-3-3. I terzini sono Grygera e De Ceglie. I due centrali difensivi Legrottaglie e Chiellini. Il vertice del triangolo di centrocampo è Felipe Melo, con Brazzo Salihamidizic a destra e Claudio Marchisio a sinistra. In attacco Diego parte dal centro-destra, Del Piero del centro-sinistra con Amauri in posizione di centravanti. Di seguito la numerazione e la disposizione tattica.
BOLOGNA: (1) Viviano, (21) Zenoni [28′ s.t. (89)Savio], (13) Portanova, (18) Moras, (84) Raggi, (24) Buscè, (26) Mudingayi [38′ s.t. (8) Mingazzini], (14) Guana, (32) Casarini, (85) Adailton [16′ s.t. (20) Gimenez], (25) Zalayeta. (Colombo, Britos, Appiah, Succi). All. Colomba.
JUVENTUS: (1) Buffon; (21) Grygera, (33) Legrottaglie, (3) Chiellini, (29) De Ceglie, (7) Salihamidzic, (4) Felipe Melo, (8) Marchisio [8′ s.t. (22) Sissoko], (28) Diego [16′ s.t. (26) Candreva], (11) Amauri, (10) Del Piero [41′ s.t. (16) Camoranesi]. (Manninger, Cannavaro, Grosso, Trezeguet). All. Zaccheroni.

SVILUPPI TATTICI DEL MATCH
Il Bologna gioca un 4-4-2 piuttosto scolastico, con gli esterni Buscè e Casarini che lavorano sulle fasce senza, di norma, tagli verso il centro del campo e due interni di grossa sostanza quali Mudingayi e Guana. Il gioco del Bologna si sviluppa prevalentemente in verticale e la circolazione di palla è abbastanza ridotta. La forza della squadra è una ottima condiziona atletica generale, una grossa aggressività in fase difensiva e la velocità nei ribaltamenti di fronte. Zaccheroni schiera quello che di fatto si può definire un 4-3-3 e non un 4-3-1-2. Per tutto il tempo in cui è rimasto in campo, Diego, difatti, ha agito, sia in fase offensiva che in fase difensiva da punta, posizionandosi in partenza sul centro-destra del fronte di attacco juventino. Dal lato opposto del campo Del Piero agiva occupando prevalentemente il centro-sinistra, lasciando Amauri in posizione centrale.
Iniziamo analizzando i movimenti del terzetto di attacco, e, in particolare quelli di Diego. Partiamo proprio del gol realizzato dal brasiliano, frutto di una grande azione personale, ma nato da un movimento che pare proprio codificato in allenamento. Come si vede in figura 2, l’azione parte da Chiellini, sul fronte sinistro dello schieramento difensivo bianconero. Si noti la posizione di Diego, defilato a destra. Il movimento di Del Piero è in verticale, andando incontro al pallone.

Il pallone di Chiellini è verso Amauri che viene incontro. Diego comincia a tagliare verso il centravanti.

Amauri riceve e serve Diego sul taglio. Da qui parte l’azione personale di Diego che porterà al gol.

Da notare che il movimento di Diego gli consente due cose fondamentali:
- ricevere la palla, non già rivolto verso la nostra porta, ma guardando già la porta avversaria;
- ricevere la palla alle spalle dei due interni del Bologna, Mudingayi e Guana (fig. 3).
Che sia un movimento codificato si può osservare dalle prossime due diapositive (4 e 5) dove si nota il medesimo sviluppo dell’azione offensiva. In questo caso è interessante notare il movimento di Del Piero, sempre in verticale, ma stavolta a cercare la profondità.


I movimenti offensivi del capitano e di Diego sono abbastanza diversi. Il primo si muove più spesso in verticale, sia ricevendo la palla addosso, andando incontro al portatore, sia ricercando la profondità. Movimenti tipici di una punta. Il brasiliano si muove essenzialmente con tagli orizzontali e/o diagonali, cercando di ricevere palla alle spalle degli interni del Bologna, trovandosi così in posizione “classica” di mezzapunta.
Su azione offensiva che parte dal lato destro, invece, Diego, da posizione di centro-destra si apre (sempre movimenti orizzontali e/o diagonali) creando lo spazio per l’inserimento della mezzala (Brazzo). In Diapositiva 6 e 7 lo sviluppo tipico con Grygera in possesso palla (6) e piccolo taglio esterno di Diego a ricevere e attacco dello spazio da parte di Salihamidzic (7). Di questi movimenti è piena la partita.


Nella diapositiva 8, un’ulteriore esempio della disposizione offensiva della Juve.

La fase difensiva ha uno sviluppo abbastanza classico da 4-3-3 e molto diverso da quello descritto nella partita contro l’Ajax. Il terzetto offensivo rimane in posizione (fig. 9), con le punte esterne che in genere escono sui terzini avversari (in fig. 9, Del Piero). Sul pallone servito dal terzino all’interno di centrocampo esce la mezzala (Fig. 10; in questo caso Marchisio su Mudingayi).


In genere la squadra, tranne alcuni casi specifici, preferisce ripiegare e non effettuare un pressing offensivo, privilegiando la densità nella propria metà campo. La scarsa predisposizione al palleggio del Bologna ha limitato al massimo gli squilibri dovuti al veloce spostamento del pallone da destra a sinistra contro un centrocampo a tre.
Interessante invece ciò che accade all’ingresso di Candreva al posto di Diego. Sono solo 4 minuti, ma sufficienti a notare un grosso cambiamento, che porta al gol. La squadra, con l’ingresso di Candreva, torna a 4-3-1-2 col nuovo entrato in posizione di mezza punta e Del Piero avvicinato ad Amauri. L’utilizzo di Candreva come trequartista, viste le caratteristiche diverse da Diego, è essenzialmente quello di attaccare gli spazi creati dalle punte. E, subito, ecco il gol.
In fig. 11 si vede Brazzo, in possesso di palla; Del Piero taglia dietro la prima punta (Amauri) con un movimento tipico da seconda punta, Candreva è alle loro spalle.

Alex riceve, da il tempo di inserimento a Candreva che attacca lo spazio (fig. 12) e realizza.

Non vedremo più questo movimento perché subito dopo il gol del vantaggio, Zac preferisce schierarsi (come ad Amsterdam) con un canonico 4-4-2, con Brazzo e Candreva sulle fasce e Sissoko e Melo in mezzo (fig.13).

IL GOL SUBITO
Il gol subito è sostanzialmente filgio di un errore individuale di De Ceglie. E’ vero che in partenza c’è un errore di Melo, che, eccessivamente irruente (unica volta in partita) attacca Adailton che si trova spalle alla porta e si fa saltare sbagliando il tempo del pressing (figg. 14 e 15).


Brazzo si trova così in mezzo a due avversari e sceglie di concedere il passaggio verso l’esterno di Adailton verso Raggi (fig. 16). A mio parere sarebbe stato meglio coprire questo passaggio e indirizzare Adailton verso il centro, verso Diego.

Sul cross, tuttavia, siamo abbastanza coperti, con Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie che marcano i giocatori del Bologna (Fig. 17)

Purtroppo De Ceglie, non ha contatto fisico con Buscè, e, attirato dal pallone, perde anche il contatto visivo, non taglia fuori e si fa infilare alle spalle dall’esterno bolognese.

COMMENTO
A mio parere una buona partita della Juve, contro una delle squadre più in palla del campionato, sebbene priva di Di Vaio (grave assenza). Per quasi tutto il primo tempo la Juve, senza strafare è padrona del campo, non corre alcun pericolo, e oltre al gol, colpisce un palo con Diego e, in genere, non soffre il Bologna. La fine del primo tempo mostra qualche campanello di allarme, che si concretizza ad inizio secondo tempo con il gol subito. Poi, fino al raddoppio di Candreva, continua la sofferenza (clamoroso palo di Gimenez), ma, dopo il gol del 2-1, schierandosi con il 4-4-2 la Juve contiene bene e va più vicino al 3-1 (gol annullato, giustamente, a Melo e occasionissima in contropiede per Candreva) di quanto il Bologna vada vicino al pareggio. La ricerca di questo calo alla fine del primo tempo è imputabile a detta di Zaccheroni (e come non potrei non essere d’accordo) a un abbassamento di ritmo dei giocatori bianconeri. In tal modo il Bologna ha fatto valere la propria arma migliore, appunto il ritmo elevato e l’aggressività. Questo riporta alla considerazione che la crescita atletica della squadra rimane un passaggio fondamentale per giocare un buon calcio.
Tante cose interessanti si sono viste. Ampiamente descritti sono stati i movimenti offensivi di Diego. Il primo e unico pallone ricevuto dal brasiliano in posizione centrale, spalle alla porta e in posizione piuttosto bassa, è stato al 6° minuto del secondo tempo (guardarsi la registrazione…). Casualmente (ma non troppo…) in quest’occasione Diego ha provato a girarsi, ma ha subito la pressione degli interni di centrocampo del Bologna è ha perso palla. Se consideriamo che fino a un mesetto fa il 70% dei palloni ricevuti erano di questo tipo e che ieri ne ha ricevuto solo uno, capiamo l’enorme differenza e il lavoro fatto per permettere al brasiliano di ricevere, come detto, già orientato verso la porta avversaria e alle spalle degli interni, tra le due linee avversarie. Il bottino è di un gol e un palo. Ottimo, direi. Un grosso lavoro sui movimenti per permettere a Diego di fare ciò che un po’ tutti gli chiedevano: essere più incisivo e presentarsi maggiormente in zona gol. Chiaramente non bastava dirgli di stare più vicino alla porta…I movimenti di Del Piero, dal lato opposto del campo erano più verticali; posizioni di partenza simili, movimenti diversi, a rispettare e sfruttare le caratteristiche dei giocatori all’interno di un’organizzazione di squadra. E sempre nell’ottica di rispettare e sfruttare le caratteristiche individuali, l’ingresso di Candreva, cambia le carte in tavola; si posiziona da trequartista per attaccare gli spazi creati dalle due punte. Infine, sebbene qualcuno potrà storcere in naso pensando a un’ottica eccessivamente rinunciataria, corretto, a mio parere, il passaggio al 4-4-2 una volta passati in vantaggio. Si deve fare conto di quello che si è e di come si sta. C’era un calo fisico evidente in corso, giusto coprire meglio gli spazi. E in fin dei conti i risultati hanno dato ragione a Zaccheroni. Che mostra di pensare unicamente a fare giocare al meglio la squadra, senza grossi timori reverenziali. Fuori Grosso e Cannavaro, perché Legrottaglie e De Ceglie gli danno più garanzie. Fuori Diego, stanco (lui è uno di quelli che ha giocato sempre), anche se aveva fatto, fino a quel momento, una bellissima partita. Lo stesso dicasi per Marchisio.
Insomma, come già detto nel commento della partita contro l’Ajax, la mano del mister c’è, si vede con molta evidenza e in sole 5 partite ha già cambiato tanto e ha fatto diventare una squadra la Juventus. Oltretutto, secondo me, grossa soddisfazione a Vinovo per i due gol, figli di movimenti pensati. Se ci fosse una crescita atletica, assolutamente necessaria, questa, accompagnata al lavoro di Zaccheroni, potrebbe farci vedere tante belle cose da qui a fine stagione.
Analisi tattica di Bologna vs Juventus
GLI SCHIERAMENTI INIZIALI
Al Dall’Ara il Bologna, reduce da cinque risultati utili consecutivi (tre vittorie, di cui due in trasferta, e due pareggi, tra i quali quello casalingo col Milan), schiera il suo ormai collaudato 4-4-2. Davanti Viviano, la linea difensiva è costituita da destra a sinistra da Zenoni, Portanova, Moras e Raggi. I quattro di centrocampo, sempre da destra a sinistra sono Buscè, Mudingayi, Guana e Casarini; di punta Adailton e Zalayeta. La Juventus, si oppone al Bologna con un inedito 4-3-3. I terzini sono Grygera e De Ceglie. I due centrali difensivi Legrottaglie e Chiellini. Il vertice del triangolo di centrocampo è Felipe Melo, con Brazzo Salihamidizic a destra e Claudio Marchisio a sinistra. In attacco Diego parte dal centro-destra, Del Piero del centro-sinistra con Amauri in posizione di centravanti. Di seguito la numerazione e la disposizione tattica.
BOLOGNA: (1) Viviano, (21) Zenoni [28′ s.t. (89)Savio], (13) Portanova, (18) Moras, (84) Raggi, (24) Buscè, (26) Mudingayi [38′ s.t. (8) Mingazzini], (14) Guana, (32) Casarini, (85) Adailton [16′ s.t. (20) Gimenez], (25) Zalayeta. (Colombo, Britos, Appiah, Succi). All. Colomba.
JUVENTUS: (1) Buffon; (21) Grygera, (33) Legrottaglie, (3) Chiellini, (29) De Ceglie, (7) Salihamidzic, (4) Felipe Melo, (8) Marchisio [8′ s.t. (22) Sissoko], (28) Diego [16′ s.t. (26) Candreva], (11) Amauri, (10) Del Piero [41′ s.t. (16) Camoranesi]. (Manninger, Cannavaro, Grosso, Trezeguet). All. Zaccheroni.
SVILUPPI TATTICI DEL MATCH
Il Bologna gioca un 4-4-2 piuttosto scolastico, con gli esterni Buscè e Casarini che lavorano sulle fasce senza, di norma, tagli verso il centro del campo e due interni di grossa sostanza quali Mudingayi e Guana. Il gioco del Bologna si sviluppa prevalentemente in verticale e la circolazione di palla è abbastanza ridotta. La forza della squadra è una ottima condiziona atletica generale, una grossa aggressività in fase difensiva e la velocità nei ribaltamenti di fronte. Zaccheroni schiera quello che di fatto si può definire un 4-3-3 e non un 4-3-1-2. Per tutto il tempo in cui è rimasto in campo, Diego, difatti, ha agito, sia in fase offensiva che in fase difensiva da punta, posizionandosi in partenza sul centro-destra del fronte di attacco juventino. Dal lato opposto del campo Del Piero agiva occupando prevalentemente il centro-sinistra, lasciando Amauri in posizione centrale.
Iniziamo analizzando i movimenti del terzetto di attacco, e, in particolare quelli di Diego. Partiamo proprio del gol realizzato dal brasiliano, frutto di una grande azione personale, ma nato da un movimento che pare proprio codificato in allenamento. Come si vede in figura 2, l’azione parte da Chiellini, sul fronte sinistro dello schieramento difensivo bianconero. Si noti la posizione di Diego, defilato a destra. Il movimento di Del Piero è in verticale, andando incontro al pallone.
Il pallone di Chiellini è verso Amauri che viene incontro. Diego comincia a tagliare verso il centravanti.
Amauri riceve e serve Diego sul taglio. Da qui parte l’azione personale di Diego che porterà al gol.
Da notare che il movimento di Diego gli consente due cose fondamentali:
Che sia un movimento codificato si può osservare dalle prossime due diapositive (4 e 5) dove si nota il medesimo sviluppo dell’azione offensiva. In questo caso è interessante notare il movimento di Del Piero, sempre in verticale, ma stavolta a cercare la profondità.
I movimenti offensivi del capitano e di Diego sono abbastanza diversi. Il primo si muove più spesso in verticale, sia ricevendo la palla addosso, andando incontro al portatore, sia ricercando la profondità. Movimenti tipici di una punta. Il brasiliano si muove essenzialmente con tagli orizzontali e/o diagonali, cercando di ricevere palla alle spalle degli interni del Bologna, trovandosi così in posizione “classica” di mezzapunta.
Su azione offensiva che parte dal lato destro, invece, Diego, da posizione di centro-destra si apre (sempre movimenti orizzontali e/o diagonali) creando lo spazio per l’inserimento della mezzala (Brazzo). In Diapositiva 6 e 7 lo sviluppo tipico con Grygera in possesso palla (6) e piccolo taglio esterno di Diego a ricevere e attacco dello spazio da parte di Salihamidzic (7). Di questi movimenti è piena la partita.
Nella diapositiva 8, un’ulteriore esempio della disposizione offensiva della Juve.
La fase difensiva ha uno sviluppo abbastanza classico da 4-3-3 e molto diverso da quello descritto nella partita contro l’Ajax. Il terzetto offensivo rimane in posizione (fig. 9), con le punte esterne che in genere escono sui terzini avversari (in fig. 9, Del Piero). Sul pallone servito dal terzino all’interno di centrocampo esce la mezzala (Fig. 10; in questo caso Marchisio su Mudingayi).
In genere la squadra, tranne alcuni casi specifici, preferisce ripiegare e non effettuare un pressing offensivo, privilegiando la densità nella propria metà campo. La scarsa predisposizione al palleggio del Bologna ha limitato al massimo gli squilibri dovuti al veloce spostamento del pallone da destra a sinistra contro un centrocampo a tre.
Interessante invece ciò che accade all’ingresso di Candreva al posto di Diego. Sono solo 4 minuti, ma sufficienti a notare un grosso cambiamento, che porta al gol. La squadra, con l’ingresso di Candreva, torna a 4-3-1-2 col nuovo entrato in posizione di mezza punta e Del Piero avvicinato ad Amauri. L’utilizzo di Candreva come trequartista, viste le caratteristiche diverse da Diego, è essenzialmente quello di attaccare gli spazi creati dalle punte. E, subito, ecco il gol.
In fig. 11 si vede Brazzo, in possesso di palla; Del Piero taglia dietro la prima punta (Amauri) con un movimento tipico da seconda punta, Candreva è alle loro spalle.
Alex riceve, da il tempo di inserimento a Candreva che attacca lo spazio (fig. 12) e realizza.
Non vedremo più questo movimento perché subito dopo il gol del vantaggio, Zac preferisce schierarsi (come ad Amsterdam) con un canonico 4-4-2, con Brazzo e Candreva sulle fasce e Sissoko e Melo in mezzo (fig.13).
IL GOL SUBITO
Il gol subito è sostanzialmente filgio di un errore individuale di De Ceglie. E’ vero che in partenza c’è un errore di Melo, che, eccessivamente irruente (unica volta in partita) attacca Adailton che si trova spalle alla porta e si fa saltare sbagliando il tempo del pressing (figg. 14 e 15).
Brazzo si trova così in mezzo a due avversari e sceglie di concedere il passaggio verso l’esterno di Adailton verso Raggi (fig. 16). A mio parere sarebbe stato meglio coprire questo passaggio e indirizzare Adailton verso il centro, verso Diego.
Sul cross, tuttavia, siamo abbastanza coperti, con Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie che marcano i giocatori del Bologna (Fig. 17)
Purtroppo De Ceglie, non ha contatto fisico con Buscè, e, attirato dal pallone, perde anche il contatto visivo, non taglia fuori e si fa infilare alle spalle dall’esterno bolognese.
COMMENTO
A mio parere una buona partita della Juve, contro una delle squadre più in palla del campionato, sebbene priva di Di Vaio (grave assenza). Per quasi tutto il primo tempo la Juve, senza strafare è padrona del campo, non corre alcun pericolo, e oltre al gol, colpisce un palo con Diego e, in genere, non soffre il Bologna. La fine del primo tempo mostra qualche campanello di allarme, che si concretizza ad inizio secondo tempo con il gol subito. Poi, fino al raddoppio di Candreva, continua la sofferenza (clamoroso palo di Gimenez), ma, dopo il gol del 2-1, schierandosi con il 4-4-2 la Juve contiene bene e va più vicino al 3-1 (gol annullato, giustamente, a Melo e occasionissima in contropiede per Candreva) di quanto il Bologna vada vicino al pareggio. La ricerca di questo calo alla fine del primo tempo è imputabile a detta di Zaccheroni (e come non potrei non essere d’accordo) a un abbassamento di ritmo dei giocatori bianconeri. In tal modo il Bologna ha fatto valere la propria arma migliore, appunto il ritmo elevato e l’aggressività. Questo riporta alla considerazione che la crescita atletica della squadra rimane un passaggio fondamentale per giocare un buon calcio.
Tante cose interessanti si sono viste. Ampiamente descritti sono stati i movimenti offensivi di Diego. Il primo e unico pallone ricevuto dal brasiliano in posizione centrale, spalle alla porta e in posizione piuttosto bassa, è stato al 6° minuto del secondo tempo (guardarsi la registrazione…). Casualmente (ma non troppo…) in quest’occasione Diego ha provato a girarsi, ma ha subito la pressione degli interni di centrocampo del Bologna è ha perso palla. Se consideriamo che fino a un mesetto fa il 70% dei palloni ricevuti erano di questo tipo e che ieri ne ha ricevuto solo uno, capiamo l’enorme differenza e il lavoro fatto per permettere al brasiliano di ricevere, come detto, già orientato verso la porta avversaria e alle spalle degli interni, tra le due linee avversarie. Il bottino è di un gol e un palo. Ottimo, direi. Un grosso lavoro sui movimenti per permettere a Diego di fare ciò che un po’ tutti gli chiedevano: essere più incisivo e presentarsi maggiormente in zona gol. Chiaramente non bastava dirgli di stare più vicino alla porta…I movimenti di Del Piero, dal lato opposto del campo erano più verticali; posizioni di partenza simili, movimenti diversi, a rispettare e sfruttare le caratteristiche dei giocatori all’interno di un’organizzazione di squadra. E sempre nell’ottica di rispettare e sfruttare le caratteristiche individuali, l’ingresso di Candreva, cambia le carte in tavola; si posiziona da trequartista per attaccare gli spazi creati dalle due punte. Infine, sebbene qualcuno potrà storcere in naso pensando a un’ottica eccessivamente rinunciataria, corretto, a mio parere, il passaggio al 4-4-2 una volta passati in vantaggio. Si deve fare conto di quello che si è e di come si sta. C’era un calo fisico evidente in corso, giusto coprire meglio gli spazi. E in fin dei conti i risultati hanno dato ragione a Zaccheroni. Che mostra di pensare unicamente a fare giocare al meglio la squadra, senza grossi timori reverenziali. Fuori Grosso e Cannavaro, perché Legrottaglie e De Ceglie gli danno più garanzie. Fuori Diego, stanco (lui è uno di quelli che ha giocato sempre), anche se aveva fatto, fino a quel momento, una bellissima partita. Lo stesso dicasi per Marchisio.
Insomma, come già detto nel commento della partita contro l’Ajax, la mano del mister c’è, si vede con molta evidenza e in sole 5 partite ha già cambiato tanto e ha fatto diventare una squadra la Juventus. Oltretutto, secondo me, grossa soddisfazione a Vinovo per i due gol, figli di movimenti pensati. Se ci fosse una crescita atletica, assolutamente necessaria, questa, accompagnata al lavoro di Zaccheroni, potrebbe farci vedere tante belle cose da qui a fine stagione.
Bologna