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Le avversarie: Roma-Genoa 3-0, Palermo-Napoli 0-0

palermo napoliPALERMO-NAPOLI 0-0
La sconfitta ottenuta nel pomeriggio dalla Juventus in quel di Verona lancia il Napoli che con una vittoria staccherebbe di tre punti i Bianconeri e si presenterebbe in solitaria al terzo posto in classifica. Per ottenere il bottino pieno, quindi, Mazzarri si affida al suo solito 3-5-2 con il duo Quagliarella-Denis in attacco. Di contro, invece, il Palermo schiera la coppia Goian-Bovo a difesa di un sempre più saldo Sirigu. In attacco tutte le speranze e le pressioni sono invece riposte su capitan Miccoli e sul suo scudiero, Edison Cavani. Il Napoli inizia subito facendosi notare nell’area avversaria: dopo due soli minuti di gioco Aronica riceve una palla direttamente da calcio di punizione e prova a centrare la porta con un colpo di testa dal limite. Sirigu non ha però grandi difficoltà nel fare suo il pallone. Napoletani che sono davvero in palla: al settimo Goian perde una palla sanguinosa sulla propria trequarti e lascia che Hamsik si involi verso la porta Rosanero. Il tiro del centrocampista slovacco, però, non inquadra la porta. Al dodicesimo è invece Maggio che una volta ricevuto palla sulla destra si porta al limite e, da posizione molto defilata, calcia ben oltre il palo alla sinistra del portiere ospite. Al ventesimo il fattaccio: la squadra di Delio Rossi si porta in avanti e libera Cavani in area, su cui arriva in chiusura Rinaudo. Che, secondo il direttore di gara, commette fallo. Sul dischetto si presenta Miccoli: De Sanctis si distende e para, riuscendo poi a chiudere anche sul tap-in successivo di un giocatore palermitano. Il San Paolo esplode in un urlo liberatorio. Non è però finita: immediatamente dopo al rigore parato il Palermo torna vicino al goal. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, infatti, il pallone balla nell’area partenopea fino a che Migliaccio non prova a spingerlo in rete, vedendo però il proprio tiro infrangersi sul palo. Alla mezz’ora è invece Cassani a provarci: liberato da Simplicio il terzino scuola Juventus va a calciare dal limite di sinistro. Che non è il suo piede. E si vede. Poco più tardi tornano quindi a farsi vedere i padroni di casa: Quagliarella da dentro a Denis che copre benissimo palla sull’attacco di Goian per poi riuscire a roteare sul piede perno e calciare verso Sirigu in un fazzoletto, trovando però la pronta respinta del portiere avversario. Sirigu che deve superarsi anche appena prima del quarantesimo quando una punizione battuta da Gargano attraverserà tutta l’area senza che nessuno riesca ad intervenire, puntando dritta dritta il secondo palo. Solo una grande parata del portiere Rosanero eviterà un goal che sembrava ineluttabile. Sul ribaltamento di fronte sarà invece Simplicio a fallire una chiara occasione da rete calciando a lato un pallone che chiedeva solo di essere buttato in rete, essendoci la porta sguarnita. Un primo tempo scoppiettante si chiude quindi al quarantacinquesimo quando Denis arriverà su di un passaggio – deviato – di Hamsik tentando la deviazione sottomisura: buono l’anticipo su Goian, meno la deviazione, moscia, verso la porta avversaria. La ripresa si apre più o meno allo stesso modo: dopo un minuto Quagliarella entra in area in maniera arrembante e dopo aver puntato Bovo si lascia andare. L’arbitro, però, non fischia il rigore ed il Napoli deve accontentarsi solo di un calcio d’angolo. Un battito di ciglia ed è Hamsik a rendersi pericoloso: il tiro del centrocampista slovacco è però respinto dal sempre attentissimo Sirigu. Sul fronte opposto è invece Miccoli a rendersi pericoloso: dopo aver ricevuto palla sul centrosinistra del fronte offensivo Rosanero salta Pazienza e calcia a giro sul secondo palo, non trovando però lo specchio. Torna quindi a farsi vedere il Napoli: questa volta è Gargano che prova a concludere, trovando però la chiusura di un difensore che gli rimpalla il tiro in rimessa laterale. A quel punto la partita iniziera quindi a farsi meno avvincente sul piano delle occasioni ma continuerà comunque a restare combattutissima, in particolar modo a centrocampo. E’ proprio in mediana, e fino al limite delle due aree, che si compiranno duelli epici tra i giocatori delle due squadre, entrambe assetate di punti tanto da scontrarsi come se fossero fazioni impegnate a lottare per la propria sopravvivenza. Ad un quarto d’ora dal termine la palla giunge a Pastore in area: il trequartista argentino ex Huracan vede quindi con la punta dell’occhio l’inserimento di Bresciano, che lo aveva servito in profondità, e gli restituisce la palla con un colpo di tacco pregevolissimo. Una volta tornato in possesso del pallone, però, il centrocampista australiano non riuscirà a calciare verso la porta avversaria, terminando a terra. Senza aver subito, almeno secondo quanto dicano le immagini, nessun tipo di fallo. Al novantesimo è ancora lo stesso Bresciano a rendersi pericoloso andando a calciare in area un pallone appoggiatogli da Budan: tiro troppo fiacco, facilmente parato da De Sanctis. Il match si chiude quindi con un tentativo velleitario di Hamsik, che dopo aver stoppato di petto calcerà di sinistro spedendo però la palla ben oltre il palo di destra della porta difesa da Sirigu. Insomma il primo tempo è molto piacevole, ricco di occasioni. Nonostante le due squadre terminino entrambe con la propria porta inviolata, infatti, le occasioni sono fioccate, rendendo il match piuttosto piacevole. La seconda frazione di gioco è invece meno gradevole da un punto di vista dello spettacolo ma resta comunque godibile per la grinta che le due squadre mettono sul campo, dandoci modo di assistere ad una lotta d’altri tempi. In un San Paolo sognante ed infuocato le due squadre si sono date battaglia praticamente senza esclusione di colpi – leciti – dimostrando di non avere timori reverenziali l’una nei confronti dell’altra e di essere due ottime pretendenti per la Champions. Alla fine a prevalere è l’equilibrio: dopo essersi dati battaglia per novanta minuti entrambi gli undici escono dal San Paolo senza la soddisfazione di una vittoria.

NAPOLI vs. PALERMO 0-0
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis, Grava, Cannavaro, Rinaudo, Maggio, Gargano, Pazienza (40′ s.t. Cigarini), Aronica (16′ s.t. Dossena), Hamsik, Denis (34′ s.t Hoffer), Quagliarella. A disposizione: Iezzo, Contini, Rullo, Zuiniga, Datolo. All. Mazzarri
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu, Cassani, Goian, Bovo, Balzaretti, Migliaccio, Bresciano, Nocerino, Simplicio, Cavani ( 34′ s.t Budan) , Miccoli (13′ s.t. Pastore). A disposizione: Brichetto, Melinte,  Blasi, Bertolo, Hernandez. All. Rossi
Arbitro: Orsato di Schio
Ammoniti: De Sanctis (NAP), Rinaudo (NAP), Nocerino (PAL), Simplicio (PAL), Migliaccio (PAL), Bovo (PAL), Cavani (PAL), Quagliarella (NAP).

Francesco Federico Pagani
SciabolataMorbida

luca toni roma genoaROMA-GENOA 3-0
Alla vigilia di Juventus-Roma di sabato prossimo, Claudio Ranieri ha più di un motivo per sorridere. La sua squadra continua a vincere e, complice anche il periodo negativo della Juve, vola in terza posizione in attesa del posticipo di stasera che se dovesse vedere il Napoli vincitore a Palermo lo vedrebbe sopravanzare i giallorossi di un punto. La giornata trionfale della Roma passa alla storia anche per le prime reti di Luca Toni, l’attaccante sigla una doppietta e manda un messaggio a chi lo dava per finito, di Simone Perrotta il gol che sblocca il risultato. Il Genoa conferma le sue difficoltà in trasferta, Gasperini dovrà lavorare molto per risolvere i problemi della sua squadra (Il Video di Roma – Genoa 3-0 – Il Tabellino di Roma – Genoa 3-0). La Roma guidata dal capitano Simone Perrotta, in assenza di Totti e De Rossi, scende in campo decisa a cercare la vittoria per continuare la sua rincorsa verso le posizioni di classifica che contano. La partita è subito avvincente con i padroni di casa che cercano di sfruttare le fasce per mettere in difficoltà il Genoa. La prime occasioni sono tinte di giallorosso, prima Perrotta chiama al miracolo Amelia, poi Toni manda fuori di testa in maniera abbastanza banale. I rossoblu rispondono con un tiro dalla distanza di Suazo. Poco per impensierire la squadra di Ranieri che al 17′ passa in vantaggio, Pizarro scodella sul secondo palo un interessante pallone su cui interviene Juan che prova la conclusione, Amelia respinge ma può poco sul successivo intervento di piatto di Perrotta. L’occasione per pareggiare i liguri l’avrebbero in seguito ad un’uscita sconsiderata di Julio Sergio, ma Mesto cincischia e alla fine il suo tiro è stoppato da Riise. Toni continua le sue prove generali per il primo gol con la nuova maglia, colpisce di testa a colpo sicuro ma Amelia risponde di piede. L’appuntamento è solo rimandato, allo scadere della prima frazione di gioco l’ex attaccante del Bayern Monaco è il più lesto ad arrivare su una palla messa in area da Vucinic, in scivolata sigla il 2-0 che è anche il suo duecentesimo gol in tutti campionati giocati. Nella ripresa il Genoa non sembra avere la forza per abbozzare una reazione così la Roma abbassa il ritmo e si limita a controllare la partita. Senza strafare arriva anche il terzo gol, punizione di Vucinic e ancora Toni che di testa segna una rete delle sue e fa 201. La gara si chiude, troppo grande il divario in campo tra le due squadre per pensare ad una qualche sorpresa. La Roma arriva nel migliore dei modi alla sfida contro la Juventus, centra la sesta vittoria consecutiva in casa e ottiene così il decimo risultato utile di fila. Il Genoa conferma i suoi problemi lontano dal Marassi e ancora una volta incassa troppe reti, Gasperini dovrà sicuramente lavorare su questo aspetto, potrà provarci domenica prossima con l’Atalanta.

ROMA-GENOA 3-0 (2-0)
MARCATORI: nel pt 16′ Perrotta, 44′ Toni; nel st 15′ Toni.
ROMA: Julio Sergio; Cassetti, Burdisso, Juan, Riise; Pizarro, Brighi; Taddei, Perrotta, Vucinic (44′ st Menez); Toni (44′ st Julio Baptista). All.: Ranieri.
GENOA: Amelia; Biava, Dainelli, Bocchetti; Rossi, Milanetto, Juric, Criscito; Mesto (26’st Tomovic), Suazo (19′ st Crespo), Sculli (30′ pt Fatic). All.: Gasperini.
ARBITRO: Romeo di Verona.
NOTE: Angoli: 6-4 per la Roma. Recupero: 3′ e 0′.

(Credits: Sciabolata Morbida e Calcioblog.it)

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Amarcord: Juventus-Ajax del 1996. La vigilia raccontata da Giorgio Tosatti

Dolcissimi ricordi

Vi riporto questo bell’articolo scritto per il Corriere della Sera proprio il 22 maggio 1996, giorno della finale di Champions League disputata contro i lancieri. Come sia poi andata a finire lo sapete tutti…

Ci voleva un Olimpico da trecentomila posti per contenere gli juventini alla caccia del biglietto. Perche’ certe partite non basta guardarsele in Tv, risparmiando soldi e tempo, evitando viaggi e disagi, vedendo tutto e sviscerandolo col replay. No, bisogna esserci: come ad un battesimo, ad una prova cruciale. Per testimoniare la propria appartenenza, i legami di sangue e di fede. Bisogna andarci come in pellegrinaggio: per non lasciar sola la squadra, combatterle accanto, farle sapere quanto la si ami. Son undici anni, da quella notte dell’ Heysel contro il Liverpool, che il popolo bianconero aspetta questa occasione. La Coppa Campioni l’ha sempre tradita, quasi fosse tabù. La Juve vi ha partecipato 15 volte, più di qualsiasi squadra italiana: eppure e’ appena alla quarta finale: come l’ Inter, la meta’ del Milan. Una sola vittoria, in circostanze cosi’ tragiche da renderla una piccola cosa, quasi un rimorso. Un quarantennio di sortilegi da esorcizzare con un successo solare. Oggi, come nell’ 85, la Juve avrà contro i campioni in carica, l’Ajax signore dell’Europa e del Mondo, massimo di programmazione calcistica, di allevamento, di squadra orchestra in cui tutti conoscono perfettamente lo spartito perche’ lo studiano sin dalle elementari e, salendo di classe in classe, suonano sempre la stessa musica. Questa è la loro forza; forse potrebbe diventare il loro limite. La prima affermazione è suffragata dai fatti: 15 vittorie, 5 pareggi e l’unica sconfitta col Panathinaikos (poi ridicolizzato ad Atene) in due Coppe Campioni. Con 39 gol (21 quest’ anno) segnati ed appena 6 (due quest’ anno) subiti. Piu’ difficile infilzarli che fermarli: un anno fa pareggiarono col Salisburgo (due volte), l’ Hajduk, il Bayern; in questa stagione col Grasshoppers e il Gremio nella Coppa intercontinentale. Ma se prendono il controllo del gioco, sciorinando il loro calcio potente ed armonioso, è arduo cavarsela; ti chiudono in area e prima o poi passano (sono fortissimi sui palloni alti) come imparò  l’anno scorso il Milan. La seconda affermazione è ipotetica, mancando la controprova; forse scompaginandone gli schemi, pressandoli, costringendoli ad improvvisare potrebbero dimenticare lo spartito e diventare abbordabili. Ma ci vuole una Juve al massimo per farlo. Quanto possono dare Ravanelli e Peruzzi reduci da lunghi infortuni, l’acciaccato Ferrara, Sousa e Del Piero piuttosto opachi nelle ultime recite? La Juve è abbastanza tonica per affrontare alla pari i poderosi atleti di Van Gaal? Oppure le conviene usare la tattica del Panathinaikos ad Amsterdam, cercando di colpire in contropiede? Nell’Ajax mancano titolari importanti: Overmars e Reiziger; Kluivert, operato un mese fa di menisco, andrà in panchina; Frank De Boer ci dovrebbe essere (ma in quali condizioni?). Grosso handicap anche per chi fa del collettivo la propria arma. Lippi ha alternative migliori del suo collega; la Juve fiammeggiante di un anno fa è in grado di vincere. Questa quanto vale? Paragoni e precedenti le sono sfavorevoli. Perse malamente a Madrid dove l’Ajax passeggiò; ha segnato come gli olandesi subendo però troppi gol (8). Affrontare i campioni in carica è duro: solo 3 sfidanti su 16 l’han spuntata. Le italiane han perso 10 finali di Coppa dei campioni su 18, le olandesi una su 7! Nelle ultime quattro edizioni abbiamo rimediato tre sconfitte (sempre per 1-0): contraltare del trionfo milanista ad Atene. Non battiamo l’ Ajax in una qualsiasi finale dal ’69; poi ne abbiamo perse 5. Ma numeri e paragoni non scendono in campo; anche il Barcellona avrebbe dovuto fare un boccone del Milan e ne fu schiantato. Sovente queste partite son decise da un episodio, un uomo. Sarebbe bello se fosse Vialli ad ammutolire l’orchestra; tanto per illuderci che il campione conta ancora piu’ degli schemi. Gli manca questa Coppa per essere il quinto italiano ad averle vinte tutte. E’ alla sesta finale: persa, vinta, persa, vinta, persa… E per favore, rispetti la sequenza! Sfida indicativa per gli Europei: l’Ajax è la nazionale olandese, la Juve il blocco piu’ numeroso (7) della nostra. Sapremo se Sacchi ha visto giusto o se è rimasto fermo all’ anno scorso. Una grande prova di Vialli rinfocolerebbe le polemiche. Dal risultato dipendono anche il futuro del centravanti, il mercato bianconero, il destino europeo dell’Inter.

Finì così, come ricorderete:

AJAX-JUVENTUS 1-1 – Dopo i calci di rigore (2-4)
MARCATORI: Ravanelli 13, Litmanen 41
AJAX: Van der Sar, Silooy, Blind, De Boer F. (Scholten 69), De Boer R. (Wooter 91), Davids, Bogarde, Finidi, Musampa (Kluivert 46), Litmanen, Kanu. – Allenatore Van Gaal
JUVENTUS: Peruzzi, Ferrara C., Pessotto, Torricelli, Vierchowod, Paulo Sousa (Di Livio 57), Deschamps, Conte A. (Jugovic 43), Vialli, Del Piero, Ravanelli (Padovano 77). – Allenatore Lippi
ARBITRO: Diaz Vega (Spagna)
NOTE: Sequenza calci di rigore: Davids parato, Ferrara gol, Litmanen gol, Pessotto gol, Scholten gol, Padovano gol, Silooy parato, Jugovic gol. Vinta 2ª Coppa dei Campioni. 16ª qualificazione in Coppa dei Campioni

Bordeaux vs Juventus 2-0 (si decide tutto con il Bayern)

Vince Blanc..

Vince Blanc..

Per il decisivo match del Chaban-Delmas, Ciro Ferrara propone dall’inizio Del Piero largo a sinistra (nel ruolo occupato ultimamente da Giovinco), Sissoko al fianco di Felipe Melo e cambia Cannavaro con Legrottaglie. Per il resto i bianconeri si presentano con la stessa squadra che ha battuto l’Udinese domenica sera: Caceres e Grosso i terzini, e Diego e Camoranesi a inventare per l’unica punta Amauri. Continua a leggere

L'altra gara: il Bayern batte il Maccabi e si giocherà tutto a Torino

C'è ancora speranza a Monaco..

C'è ancora speranza a Monaco..

La situazione a Monaco non è delle più rosee: Luca Toni, un tempo idolo incontrastato dei tifosi, è ormai mestamente e ufficialmente fuori rosa; il tecnico Van Gaal, dopo il capolavoro compiuto con l’AZ, non è riuscito a ripetersi finora e sono in molti a scommettere che non mangerà il panettone (i bavaresi sono solamente settimi in Bundesliga e con un piede e mezzo fuori dalla Champions); gli infortuni sono preoccupanti e il gioco latita, nonostante lo schieramento spesso fin troppo offensivo del tecnico olandese. Ma almeno per una notte tutto passa in secondo piano perchè, grazie ad un gol del sempre positivo Olic, arriva la vittoria con gli israeliani del Maccabi (squadra che ha giocato benissimo col Bordeaux, meritando persino la vittoria, e che con la Juventus ha perso due partite con 2 gol complessivi, tenendo cmq bene il campo: gli 0 punti sono una punizione forse troppo severa se rapportata al livello di gioco più che decente espresso) e, complice la sconfitta della Juventus a Bordeaux, anche l’insperata possibilità di giocarsi il tutto per tutto all’ultima giornata all’Olimpico di Torino, dove servirà una vittoria. Continua a leggere

Il campionato italiano è davvero così scadente?

Leo Messi ancora a secco..

Leo Messi ancora a secco..

Con tutti gli scongiuri del caso, si prospetta un 4 su 4 per i nostri colori per il passaggio del turno in una Champions League grandissime dove squadre e calcio spettacolo sono a dir poco latitanti. I valori in campo sono stati fin qui molto equilibrati al di là di qualsiasi blasone e nomi messi nero su bianco. A parte Chelsea e Barcellona (anche se i catalani stanno facendo non poca fatica, alla fine si qualificheranno) c’è davvero ben poco di cui esaltarsi. Se il campionato italiano si è livellato verso il basso, non mi sembra che all’estero stiano tanto meglio di noi. Per questo posso dire con un buon grado di certezza che le italiane, e soprattutto la Juventus, con un po’ di fortuna e la rosa al completo possono dire la loro nella maggiore competizione continentale. Per la stessa Inter di quello che in Champions è ormai diventato il “Normal One”, potrebbe essere l’anno buono e la prestazione di ieri sera, un mix di fortuna e convinzione, ne è una conferma lampante. Dopo la coppa di carta consegnatagli da un tifoso bianconero, Moratti potrà finalmente alzare la Coppa “dalle grandi orecchie”? Di certo, comunque, il futuro è bigio all’orizzonte di Inghilterra e Spagna, con i top team d’oltremanica indebitati e bloccati sul mercato (per le note sentenze sulla “tratta dei giovani talenti”), e gli iberici sui quali si sta per abbattere il ciclone Zapatero (con l’abolizione della impopolare “Legge Beckham”). Senza dimenticare i nuovi parametri Platini che promette di escludere con il massimo rigore i team indebitati dalle competizioni europee…

Maccabi Haifa – Juventus 0 – 1 (Vittoria non brillante ma meritata)

Camoranesi "simbolo" Juve..

Camoranesi in condizione super

PRESENTAZIONE
La Juve arriva in Israele a caccia di tre punti fondamentali per il proprio futuro in Champions. Ferrara decide quindi di variare un poco la sua formazione rispetto al match contro il Napoli: in difesa Grygera e Cannavaro lasciano il posto a Caceres e Legrottaglie mentre l’infortunato Giovinco è rilevato da Tiago.

CRONACA
Il primo quarto d’ora è giocato su ritmi piuttosto alti, in special modo dalla Juventus. Dopo sei soli minuti Diego riceve al limite da Poulsen e calcia in maniera potente, ma Davidovitch chiude in angolo. Subito dopo Amauri è pescato in area da un lancio millimetrico di Melo, ma ancora una volta il portiere della squadra di casa chiude in angolo, questa volta in uscita. Al nono, quindi, Diego subisce fallo e va a battere una bella punizione da 29 metri, con il solito Davidovitch ottimo nel distendersi e mettere in angolo. Tre soli minuti più tardi è invece un evanescente Tiago, che sbaglierà molti dei palloni toccati, a ricevere sulla trequarti per andare poi a calciare mollemente tra le braccia di Davidovitch. In tutto questo la squadra di casa è poco più che spettatore non pagante: i giocatori del Maccabi, infatti, fanno molto poco, subendo la manovra juventina e faticando a costruire. In special modo, poi, i giocatori isreaeliani dimostrano grossi limiti nella rifinitura delle azioni. Da lì alla mezz’ora, comunque, si vedrà poco altro. Dopo una sorta di iniziale sfuriata Bianconera, infatti, i ritmi si abbasseranno notevolmente e la partita si farà meno piacevole. Al 27′ un break di Melo ci ridesterà dal sonno profondo in cui stavamo piombando: il centrocampista brasiliano sale bene e libera Camoranesi al cross con un tacco molto elegante. Sul pallone centrato dall’italoargentino, però, non arriva, per pochi centimetri, Amauri, che quindi grazia Davidovitch. A questo punto il Maccabi ha uno scatto d’orgoglio e inizia ad alzare la testa, facendosi vedere dalle parti di Buffon. L’occasione più ghiotta dell’intera partita, quindi, il Maccabi la costruirà poco prima della mezz’ora quando sugli sviluppi di un corner la difesa italiana si dimenticherà il frizzante Dvalishvili che sarà però chiuso in due tempi da un grande Buffon, autore di una vera prodezza in questa situazione. Dvalishvili che ci prova un solo minuto più tardi, ma il suo colpo di testa finirà a lato. Diego, stasera sempre al centro della manovra Bianconera, verrà quindi ben imbeccato sulla trequarti da Camoranesi e dopo aver saltato secco un avversario scaricherà una frustata verso la porta di Davidovitch, col pallone che si spegnerà però a lato. Dvalishvili ci riproverà quindi subito dopo dal limite, ma anch’egli risulterà troppo impreciso. Al 32′ sarà il invece il solito Diego a creare ed imbeccare Amauri, che verrà però chiuso in angolo dal sempre ottimo Davidovitch. Dopo la mezz’ora, quindi, la partita sembra risvegliarsi ed intorno al quarantesimo la squadra di casa ci proverà in un paio d’occasioni: prima Dvalishvili concluderà dal limite ma guadagnerà solo un angolo dovuto ad una tempestiva chiusura di Caceres, poi Arbeitman sarà involontariamente liberato da Diego ma verrà prontamente anticipato da Buffon in fallo laterale. Continua a leggere

Juve, credi nella Champions!

Crediamoci!

Crediamoci!

Il campionato è in salita. Ripida per giunta. Che l’Inter schiacciasassi di Mourinho possa dilapidare patrimonio di 7 punti di vantaggio mi sembra francamente molto difficile. Troppo solida e troppo convinta la compagine del tecnico portoghese per pensare che da qui alla fine del campionato commetta qualche “suicidio”. Si tratta, dobbiamo ammetterlo, di una vera corazzata che ha un margine di vantaggio sulla seconda che non ha pari in Europa (il distacco è di 2 punti in Premier, di 1 nella Liga, di 1 nella Bundesliga e di 2 nella Ligue1) e non ha precedenti recenti in Italia (nessuno ha mai avuto 7 punti di vantaggio alla 11ma giornata da quando sono stati introdotti i 3 punti per vittoria). Ciro Ferrara, pur non disperando, farebbe bene, pertanto, a pensare alla Champions, nella quale i bianconeri hanno qualche chance in più. E vengo a spiegare il perché… A parte il Chelsea di Carletto Ancelotti che sta dimostrando di essere molto solida sia in Premier League che nella competizione continentale, i top club internazionali hanno alcuni problemi che ne stanno rendendo arduo il cammino. Il Liverpool ha ormai chiuso il ciclo Benitez e si avvia verso una giusta rifondazione a fine stagione (con Gerrard che finirà molto probabilmente al Real Madrid), il Manchester United non sembra riuscire ad ammortizzare la partenza di Cristiano Ronaldo e il Barcellona, almeno in coppa, sembra mancare della brillantezza dello scorso anno. Se prendiamo in considerazione anche il fattore dea bendata, che nella massima competizione continentale ha sempre avuto il suo peso, credo che anche gli uomini di Ferrara (al completo degli effettivi, si intende) possano giocarsi le proprie chances. Non che la nostra tradizione in Champions sia delle più rosee, ma la storia insegna che non sempre vince il più forte. La competizione di quest’anno poi, ha subito un forte livellamento verso il basso e, se i pronostici si sovvertono facilmente (tanto che “squadre materasso” sono in grado di trasformare Mourinho in Normal One), vorrà dire che anche Ferrara potrebbe passare dal lato “oscuro della forza” e diventare un vero e proprio stratega.

Visto: e allora?

Ma de che?

Visto cosa?

Loro sicuramente no, essendo impegnati contro il Maccabi. Io però sì. In replica subito dopo la Juve. Ma non capisco. A parte che gli spagnoli hanno giocato meglio e senza C.Ronaldo, e che in Spagna parlano chiaramente di “harakiri Real”, “partita regalata ad un Milan con 14 ultratrentenni” e di “culo Milan”.. Visto cosa? L’anno scorso noi abbiamo vinto 2-0, in Spagna, col tanto odiato – da Tuttosport – Ranieri. E i titoli spagnoli recitavano a memoria “Il Real si inchina alla Juventus” (con tanto di standing ovation al nostro “ultratrentenne”..) e “Real impotente davanti alla perfezione tattica bianconera”. Ed eravamo senza mezza squadra. Ma non bastò per superare gli ottavi col Chelsea e per salvare la stagione (e la panchina) ed iniziare una (ennesima) rivoluzione. Questa estate inoltre abbiamo ridato una lezione di calcio ai “galattici” (ok, era estate..) che peraltro è da un pò che umiliamo, al netto dei gol in fuorigioco.. Ma può bastare una vittoria per cambiare una stagione? Purtroppo no. Nè un 6-0 al Maccabi sarebbe stato decisivo. Il cammino nostro è purtroppo lungo, il percorso è appena iniziato (il cambio modulo ha 2 giorni di vita) e gli ostacoli più immediati da superare si chiamano Maccabi (fatto), Siena e Sampdoria. Pensiamo a noi. E ai nostri avversari. Anche perchè qualcuno potrebbe rispondere.. “Tuttosport, visto che Inter?”..

Juventus vs Maccabi 1-0 (in attesa di periodi migliori…)

Una testata di Chiellini vale tre punti fondamentali

Chiellini porta a casa 3 punti fondamentali

PRESENTAZIONE
Per la sfida con il Maccabi, Ferrara cambia modulo e alcuni elementi. Dentro con un 4-2-3-1 in cui il ruolo di punta spetta a Trezeguet, alla 300ª in bianconero. Cifra tonda anche per Cannavaro (100) che si piazza in difesa con Zebina, Chiellini e Grosso. Coperti da Felipe Melo e Sissoko. A fare da trequartisti ci pensano Camoranesi, Diego e Giovinco. Gli israeliani arrivano a Torino senza la punta di diamante Katan, ma scendono in campo senza timori reverenziali, come chiesto dal tecnico Levi alla vigilia. E l’avvio è emblematico con Buffon costretto a un miracolo sul colpo di testa di Dvalishvili. La risposta bianconera non si fa attendere con Trezeguet steso all’ingresso in area: l’arbitro Benquerença opta per la punizione e non per il rigore come richiesto da Diego e compagni. Ci prova Grosso di potenza e Davidovitch ci mette i pugni.

LA CRONACA
Il terreno è scivoloso a causa della pioggia. Diego e Giovinco provano ad andar via palla al piede e sono messi giù dagli interventi della difesa israeliana. Proprio Sebastian crea un pericolo fuggendo a destro e non trovando per poco Trezeguet a centro area. Il francese ha voglia di festeggiare la 300ª con un gol e con sfiora il vantaggio con un tocco d’esterno. Giovinco è una spina nel fianco del Maccabi e un suo slalom al 25 crea scompiglio, prima che il destro di Sissoko esca a lato. Ogni tanto si rivedono anche gli israeliani: alto il tiro di Refaelov. Teixeira si prende il cartellino giallo per un fallo su Giovinco. Al 35’ Ferrara deve operare il primo cambio. Zebina si fa male, al suo posto entra Caceres. La Juventus ci prova fino alla fine del tempo ma senza riuscire a creare un vero pericolo. Ripresa. Levi propone subito due cambi: fuori Masilela e Arbeitman, dentro Ghadir e Zaguri. Ma le sostituzioni non portano bene agli israeliani che capitolano alla prima occasione: Diego scodella in area una punizione da sinistra e Chiellini stacca in maniera decisiva. Il vantaggio galvanizza i bianconeri. Soprattutto Diego che prima smarca Giovinco e poi sfiora un gol capolavoro con un pallonetto che supera di poco la traversa. Spettacolo al 10’: tutto di prima, Giovinco, Diego, Grosso e tocco di Trezeguet parato da Davidovitch. Un minuto dopo, destro di Giovinco e altra parata del numero uno israeliano. Con la Juve che domina, il tecnico Levi opera il terzo cambio: Dutra per Rafaelov. Anche Ferrara deve rimettere mano alla sua formazione e ancora una volta per colpa di un infortunio: Felipe Melo si fa male in un contrasto e lascia il posto a Poulsen. Il Maccabi resta anche in dieci dopo l’espulsione proprio dell’ultimo entrato Dutra, per un brutto fallo su Chiellini. Al 36’ arriva il momento di Amauri, in campo per Trezeguet. Intanto Buffon deve compiere la seconda grande parata, ancora su Dvalishvili. Gli israeliani hanno un sussulto e tentano il tutto per tutto per cercare il pari, anche con l’uomo in meno. I bianconeri non vogliono correre rischi e il raddoppio sembra cosa fatta quando Diego smarca Camoranesi, ma il tiro dell’italo-argentino colpisce il palo. Il finale regala ancora emozioni. Davidovitch nega il raddoppio a Giovinco su punizione, ma Buffon è ancora più strepitoso a fermare Ghadir in contropiede. Nella prima vittoria europea della stagione, c’è tanto del numero uno, decisivo quanto Chiellini.

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Bayern Monaco vs Juventus 0-0 (un punto che vale oro)

DiegoPRESENTAZIONE
Il 30 settembre è ormai giorno di gare per la Juventus. Per il quarto anno consecutivo si scende in campo e Ferrara sembra voler credere nella tradizione. Davanti schiera Iaquinta – autore di una doppietta nel 2008 contro il Bate Borisov – e Trezeguet, in gol sia nel 2006 (doppietta in casa del Piacenza) che nel 2007 (stoccata a tempo scaduto nel derby con il Torino). Dietro i due, gioca Diego, uno che l’Allianz Arena la conosce bene per i suoi trascorsi nel Werder Brema. Per il resto, Camoranesi, Felipe Melo e Marchisio a centrocampo. In difesa Grygera, Legrottaglie, Chiellini e Grosso (un altro che in Germania ha lasciato un segno nei Mondiali del 2006). Buffon in porta.

LA CRONACA
In un’Allianz Arena esaurita, le due squadre partono a mille. Soprattutto i tedeschi che vanno vicini al gol con il giovane Muller (autore di una doppietta con il Maccabi). La Juventus entra in partita con il passare dei minuti ed è Diego il più attivo. L’ex Werder ha una tradizione favorevole a Monaco e prova a ribadirlo con due tiri in pochi minuti ma senza esito. Più pericolosa la giocata di Ribery che sfugge a Grygera e Chiellini ma mette alto il pallonetto sull’uscita di Buffon. Il francese è l’uomo in più del Bayern e per fermarlo servono spesso le maniere forti. Camoranesi si prende il giallo. Ma l’italo-argentino è protagonista anche in avanti, quando impegna Butt con un destro da fuori area. Bella anche la girata di Trezeguet che per poco non trova la porta. Prima del riposo, Van Gaal perde Robben che deve lasciare il posto a Olic. La Juventus non porta bene all’olandese, sconfitto due volte lo scorso anno quando era al Real Madrid.All’intervallo è 0-0, risultato con cui si apre la ripresa. Il Bayern riparte in avanti ma non con la stessa veemenza del primo tempo. Buffon deve intervenire solo in uscita e i bianconeri si affacciano dalle parti di Butt. Al 15’ Ferrara toglie Diego e mette Poulsen ma la Juve non perde pericolosità. Al 20’ Iaquinta ruba il tempo a Van Buyten e prova la girata senza vedere l’inserimento di Trezeguet.Al 29’ sia Ferrara che Van Gaal cambiano i loro attaccanti. Amauri per Trezeguet nella Juve, Gomez per Klose nel Bayern. Ma l’occasione migliore capita ancora a Iaquinta. Al 36’ controllo e girata con pallone a lato di un soffio. La squadra di Ferrara ha un finale in crescendo, soprattutto dal punto di vista fisico. Il pressing sui portatori di palla impedisce ai tedeschi di farsi pericolosi.Entra anche Tiago per Camoranesi. I bianconeri battono un angolo all’ultimo secondo, ma il risultato non cambia più. Lo 0-0 finale diventa il primo pareggio tra Juventus e Bayern. Un punto utile per restare in corsa, anche se ora sarà necessario fare sei punti contro il Maccabi (battuto nel finale in Francia) per riavvicinare Bayern e Bordeaux, avanti a quota quattro.

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