Europa League: Juventus vs Ajax 0-0 (ora sotto col Fulham…)
La Juventus scende in campo nella serata di giovedì per provare a difendere la vittoria per 2-1 ad Amsterdam. Per ottenere il passaggio del turno, infatti, basterebbe anche solo un pareggio per la squadra di Zaccheroni, che si dimostra però subito decisissimo ad ottenere il punteggio pieno. Basta leggere la formazione schierata dal tecnico di Meldola per capire che la Juventus non scende in campo per fare da spettatrice e tirare a campare sperando in un pareggio. I Bianconeri si schierano infatti con un 4-3-1-2 con Manninger in porta al posto dell’infortunato Buffon (e Pinsoglio, premiato come miglior portiere dell’ultimo Viareggio, a fargli da secondo), Grygera, Legrottaglie, Chiellini e De Ceglie in difesa, Sissoko, Melo e Marchisio a centrocampo schierati dietro a Diego trequartista che a sua volta gioca alle spalle di Amauri e Del Piero. Jol per provare a ribaltare il risultato dell’andata schiera invece la sua squadra, priva della stellina Suarez, con un 4-3-3 con Stekelenburg in porta, Van Der Wiel, Alderweid, Verthongen ed Oleguer in difesa, De Jong, De Zeeuw ed Enoh a centrocampo ed Eriksen, Pantelic e Sulejmani in attacco.
CRONACA
Dopo due minuti di gioco la Juventus si fa subito vedere dalla parti di Stekelenburg: De Ceglie porta palla ed appoggia a Sissoko che gira palla in mezzo. Diego però decide di non intervenire sul pallone, facendo velo ed agevolando l’intervento di Marchisio, che arriva arrembante a calciare di prima intenzione, trovando però la pronta risposta del portiere orange. Le due squadre si fronteggiano quindi con continui capovolgimenti di fronte, ma poco dopo il quarto d’ora è la Juve a portarsi vicina al goal: sugli sviluppi di un angolo, infatti, Sissoko devia il pallone di testa facendolo schiantare sul palo, con Trezeguet che non riesce poi a metterci la zampata non trovando il tap-in vincente. Al ventitreesimo è l’Ajax ad avere un’occasione d’oro: sempre sugli sviluppi di un angolo il portiere austriaco della Juventus, Manninger, esce male, non trattenendo il pallone. Così facendo, quindi, facilità l’intervento di Verthongen, che conclude però male sparando il pallone out. Il match scorre comunque senza particolari sussulti. Le due squadre lottano infatti tantissimo in mezzo al campo, non risparmiandosi anche colpi al limite – quando non oltre – del regolamento. Il tutto, però, a discapito dello spettacolo, che stenta a decollare sacrificato ad un agonismo ed un voler battagliare portato all’estremo. Alle mezz’ora la Juve torna quindi a farsi vedere sugli sviluppi di un angolo: questa volta sono Chiellini prima e Legrottaglie poi a provarci di testa, con gli olandesi che si salvano prima con Enoh e poi con Eriksen sempre sulla linea. Di lì a poco arriva invece da una punizione l’occasione di passare, ma la mischia che ne segue si risolve in un nulla di fatto, con gli olandesi che riescono a salvarsi non si sa bene come. A cinque dal termine la Juventus prova invece a passare con una ripartenza: Del Piero prende palla nella propria metà campo e sale conducendola al piede per poi effettuare un lancio di una quarantina di metri a liberare Diego. Il fantasista brasiliano, quindi, dopo aver controllato il pallone s’accentra per cercare lo spazio per trovare la via del goal, senza però riuscirvi. Il suo tiro è infatti rimpallato dal rientrante Eriksen. In apertura di ripresa è l’Ajax a farsi pericoloso. Ancora una volta la scintilla arriva da un calcio piazzato, più precisamente un corner: sugli sviluppi dello stesso Pantelic colpisce di testa girando il pallone verso la porta di Manninger, senza però trovarla. La palla, infatti, si spegne alta sopra la traversa. I Lanceri sono comunque molto più attivi della prima frazione. Al cinquantaduesimo, quindi, è Eriksen a provarci, ma la sua conclusione da fuori è bloccata da Manninger. Al sessantatreesimo è ancora Pantelic a farsi notare. Il suo tiro da fuori, però, si spegne ancora alto sopra la traversa di Manninger. Al settantesimo è invece Del Piero a provarci, direttamente su punizione: il pallone, deviato dalla barriera, diventa insidioso, ma Stekelenburg lo controlla uscire sopra la traversa. Negli ultimi venti minuti gli ospiti prendono ulteriore campo. Dopo aver giocato molto meglio degli avversari nel primo tempo, infatti, i Bianconeri lasciano che l’Ajax esca dal proprio guscio nella ripresa, sino a questo finale di gara in cui sembra esserci una sola squadra in campo. O quasi. Il robusto possesso palla di questi minuti, comunque, si traduce in un nulla di fatto: l’Ajax non produce infatti grandissime palle goal con la difesa di casa bravissima a chiudere ogni spazio. Poco prima dello scadere, quindi, la Juventus prova, con un colpo di testa di Trezeguet, a chiudere il match con una vittoria. A rispondere alla punta francese, però, ci pensa Stekelenburg, che agguanta il pallone. A tempo già ampiamente scaduto è invece Emanuelson, subentrato una ventina di minuti prima a Pantelic, a provarci. Il suo sinistro in corsa è però chiuso troppo e fa terminare il pallone a lato.
COMMENTO
Alla Juventus basterebbe un pareggio ma, come ampiamente prevedibile, gli uomini di Zaccheroni dimostrano di non volersi accontentare di quello. Proprio per questo creano diverse palle goal nel primo tempo, specialmente da situazioni di palla inattiva. Non riuscendo però mai a trovare il goal. La ripresa ha invece un padrone differente: l’Ajax. I Lanceri, però, a differenza di quanto successo nel primo tempo ai Bianconeri tengono si di più il pallino del gioco ma non riescono a creare quanto fatto dai padroni di casa nella prima frazione. Ecco quindi che le due squadre si spartiscono i due tempi equamente, anche se ai punti, forse, meriterebbe qualcosina di più la Juventus. Cui basta comunque il pareggio che scaturisce da questa gara per passare. Ora la Juventus dovrà incontrare il Fulham. Londra, quindi, aspetta i Bianconeri a braccia aperte.
MVP
Trovare un migliore in campo in un pareggio come questo non è semplicissimo. La partita è infatti piuttosto scialba, senza particolari sussulti. Le due squadre costruiscono sì qualche palla goal, ma niente di trascendentale. In particolar modo nessuno dei ventotto giocatori scesi in campo oggi giocano in maniera particolarmente migliore rispetto agli altri. Giusto per premiare qualcuno, quindi, decido di dare la palma di man of the match a De Ceglie: il giovane terzino italiano sta infatti iniziando a giocare sempre meglio da quando è arrivato Zaccheroni sulla panchina Bianconera. Anche nella serata di oggi la sua prestazione è ampiamente più che sufficiente: gioca in maniera molto pulita dietro, corre un sacco (come del resto è solito fare sempre) e prova anche a spingere quando possibile, in particolar modo nella prima frazione (quella fondamentalmente dominata dalla sua squadra). Oggi come oggi, quindi, ha ragionissima il tecnico di Meldola nel preferirlo al Campione del Mondo Grosso. Che però, esattamente come Cannavaro (cui sta venendo spesso preferito Legrottaglie), potrebbe finire con l’essere titolare al Mondiale sudafricano. Con De Ceglie a guardare il tutto da casa. Le stranezze della vita!
TABELLINO
Juventus vs. Ajax o – 0
Juventus: Manninger; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, De Ceglie; Sissoko, Felipe Melo, Marchisio; Diego (70′ Camoranesi); Amauri (15′ Trezeguet), Del Piero (86′ Candreva). A disposizione: Pinsoglio, Cannavaro, Zebina, Paolucci. Allenatore: Zaccheroni
Ajax: Stekelenburg; Van der Wiel, Alderweireld, Vertonghen, Oleguer; De Jong, De Zeeuw, Enoh (77′ Rommedahl); Eriksen, Pantelic (74′ Emanuelson), Sulejmani (64′ Suk). A disposizione: Vermeer, Gabri, Anita, Lodeiro. Allenatore: Martin Jol
Arbitro: L. Duhamel (Francia)
Assistenti: S. Duhamel, Capelli (Francia)
Quarto Uomo: Buquet (Francia)
Assistenti di porta: Thual, Turpin (Francia)
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Analisi tattica di Juventus vs Ajax (piccolo passo indietro…)
GLI SCHIERAMENTI INIZIALI
Per questa partita di ritorno le squadre presentano qualche novità, sia di uomini che di schemi, rispetto all’andata. L’Ajax modifica il 4-3-1-2 dell’andata in un 4-2-3-1; Stekelenburg in porta, Van Der Wiel, Alderweireld, Oleguer e Verthongen, da destra a sinistra, i 4 della linea difensiva. Novità a centrocampo, dove, al posto del rombo dell’andata, viene schierata la coppia di interni De Zeeuw, Enoh e in posizione più avanzata il trio Pantelic (a destra), De Jong (al centro) e il giovanissimo Eriksen (a sinistra) alle spalle del goleador dell’andata, Sulejmani. In realtà per tutta la partita i 4 giocatori offensivi hanno spesso cambiato posizione: fermo restando De Jong alle spalle della punta centrale, Jol ha spesso variato, mettendo Eriksen a destra, Pantelic centravanti e Sulejmani a sinistra.
La Juve, almeno in partenza, si schiera con il 4-3-3 di Bologna, con l’unica variante di Marchisio spostato da mezzala sinistra a mezzala destra e Sissoko, che sostituisce Salihamidizic sul centro-sinistra.
In fig. 1 lo scacchiere iniziale del match e, di seguito, la numerazione dei giocatori.
JUVENTUS: (13) Manninger, (21) Grygera, (33) Legrottaglie, (3) Chiellini, (29) De Ceglie, (22) Sissoko, (4) Melo, (8) Marchisio, (28) Diego [71í (16) Camoranesi], (11) Amauri [15í (17) Trezeguet], (10) Del Piero [87í (26) Candreva] – [(41) Pinsoglio, (5) Cannavaro, (15) Zebina, (27) Paolucci]. All. Zaccheroni
AJAX: (1) Stekelenburg (2) Van der Wiel, (19) Alderweireld, (3) Oleguer, (5) Vertonghen, (40) De Zeeuw, (21) Enoh [78í (28) Rommedahl), (9) Pantelic [74í (8) Emanuelson], (22) De Jong, (51) Eriksen, (10) Sulejmani [64′ st (39) Suk]. – [(12) Wermeer, (23) Anita, (18) Gabri, (45) Lodeiro). All. Jol
SVILUPPI TATTICI DEL MATCH
L’interpretazione del 4-2-3-1 dell’Ajax, specie in virtù delle ottime doti di palleggio dei lancieri, mette in grossa difficoltà, almeno per la prima mezzora, la Juventus. Gli olandesi, infatti, a differenza di quanto fatto dal Bologna domenica scorsa, provano (e riescono) a giocare la palla a partire dai propri difensori. Il giro palla dei 4 difensori ha efficacia contro i tre attaccanti della Juve che, del resto, come è costume di queste ultime uscite della Juve, non sviluppano pressing in zona offensiva. Amauri (o Trezeguet) balla tra i due centrali, mentre Del Piero e Diego, dopo la prima fase di gioco in cui la palla viene fatta scorrere tra i difensori dell’Ajax, vengono scavalcati alle spalle dai terzini, Van der Wiel e Verthongen; quest’ultimo, in controtendenza con quanto fatto ad Amsterdam, dove era rimasto bloccato per tutta la partita, in fase di possesso palla alza parecchio la propria posizione. E proprio dal lato di Verthongen nascono tutti i problemi della Juventus, anche e soprattutto per le capacità balistiche di Alderweireld. Il centrale belga, infatti, è capace con battute di 50 metri di trovare lo sganciamento di Verthongen dal lato opposto del campo.
In fig. 2 è mostrata la giocata che più volte nel primo tempo ha messo in difficoltà la Juve. La palla è al n. 19 Alderweireld; il centravanti juventino balla tra lui e Oleguer. Del Piero è scavalcato alle spalle dal terzino destro Van Der Wiel, Diego dal terzino sinistro Verthongen. Sissoko è costretto a uscire su Van der Wiel e conseguentemente “trascina” con se Melo e Marchisio. Risultato di questi movimenti è lo spazio lasciato libero a Verthongen, l’uomo più lontano dal pallone. Ma, sfortunatamente per la Juve, Alderweireld è capace, come detto, di trovare il compagno con lunghe e precise gittate di 50 metri. A questo punto Diego è preso alle spalle e Marchisio troppo lontano e accentrato per contrastare efficacemente il terzino olandese. Si viene a formare così un 2 contro 1 in fascia sinistra, in cui Grygera deve affrontare Verthongen e Eriksen.
Fortunatamente, dal lato opposto, Oleguer non possiede le stesse qualità di calcio del compagno di reparto. In questa maniera, con un possesso di palla a carico dei difensori e un repentino cambio di gioco da destra a sinistra, l’Ajax ha tenuto in scacco la Juve per tutta la prima mezzora. Come sarebbe stato possibile contrastare tale tendenza di gioco? Una soluzione tra le tante sarebbe potuta essere quella di contrastare i terzini dell’Ajax con Diego e Del Piero. In altre parole, il brasiliano e il capitano avrebbero dovuto sacrificarsi, ripiegare sull’avanzamento di Van Der Wiel e Verthongen e non farsi attaccare quindi alle spalle. Ciò avrebbe comportato però un notevole dispendio fisico per i due, che del resto, servono freschi per altre fasi di gioco. Zaccheroni, intorno alla mezzora decide allora di tornare al rombo classico, con Del Piero e Trezeguet di punta e Diego alle loro spalle a contrastare o a mettere in zona d’ombra i centrocampisti bassi dei lancieri.
Lo sviluppo difensivo della Juve dalla mezzora in avanti è mostrato in fig. 3. Del Piero e Trezeguet escono sui centrali olandesi, Diego contrasta e/o mette in zona d’ombra i centrali di centrocampo. Sui terzini dell’Ajax escono Sissoko e Marchisio. Questo schieramento difensivo funziona meglio rispetto al precendente perchè:
Per completare la disamina sul sistema difensivo adottato dalla Juve occorre fare notare che, con l’entrata di Camoranesi, i bianconeri si schierano con un classico 4-4-2, con l’italoargentino e Marchisio sulle fasce e Melo e Sissoko in mezzo. Per il resto, ancora una volta, Zaccheroni sembra privilegiare la compattezza e la densità nella propria metà campo a soluzioni difensive che prevedano uno spostamento in avanti del baricentro della squadra. Il 4-4-2 è utilizzato per la terza volta consecutiva nel finale di partita a difesa del risultato.
Per quanto riguarda la fase offensiva, lo sviluppo del gioco è stato alquanto farraginoso. Le direttrici principali, almeno in partenza, prevedevano, con palla in possesso del terzino, un movimento ad aprirsi della mezzala e un movimento incontro della punta del lato, con la possibilità per il terzino di avere almeno due soluzioni distinte di gioco (A e B in fig. 4). Un paio di volte, la palla da Grygera a Diego ha portato il brasiliano a ricevere, accentrarsi e trovare il cambio di gioco verso De Ceglie, che, per merito di questo rapido ribaltamento di fronte, trovava spazio avanti a se e riusciva a rendersi pericoloso. Dal lato opposto questa soluzione non generava, in genere, spostamenti del lato di gioco, a causa anche di una maggiore timidezza negli sganciamenti di Grygera. Dal lato sinistro maggiore efficacia, avevano le sovrapposizioni di De Ceglie, dopo la palla giocata a Sissoko o a Del Piero.
Queste soluzioni si sono notevolmente ridotte col passaggio al rombo, che, sebbene abbia meglio protetto la squadra, ha inaridito il gioco bianconero, peraltro non brillante dallíinizio. Tutto il secondo tempo ha invece visto un gioco offensivo basato quasi esclusivamente sulle ripartenze, che si sono comunque rivelate molto poco efficaci.
COMMENTO
Un passo indietro della Juve rispetto alla partita d’andata e soprattutto a quella con il Bologna. Le capacità di palleggio dell’Ajax, rivelano i limiti difensivi di un 4-3-3 che con il Bologna erano stati coperti dalla incapacità a fare gioco dei 4 difensori felsinei. Come ampiamente illustrato, i terzini dell’Ajax (in particolare Verthongen) attaccano alle spalle Del Piero e Diego e da ciò nasce lo sbilanciamento di tutta la squadra. Del resto appare complicato chiedere ai due, con continuità, profondi ripiegamenti difensivi. Col rombo la squadra difende un pò meglio, ma il possesso palla rimane all’Ajax per due motivi principali. Il primo motivo è da ricercare nella precaria condizione fisica della squadra; il secondo consiste nella scarsissima, almeno oggi, capacità di gestire un’efficace possesso palla. In un centrocampo a rombo, dove mancano i riferimenti esterni che danno soluzioni e facilitano la manovra, sono di fondamentale importanza i tempi di gioco senza palla e le capacità tecniche. In quest’ottica c’è da chiedersi se Sissoko e Melo, in questo sistema, possano davvero coesistere; se la squadra può permettersi di giocare con il rombo con due giocatori che mancano di tempi e tecnica. E tanto per dire qualcosa di impopolare, le migliori partite col rombo sono state quelle di inizio anno, con Melo in mezzo e Marchisio e, udite udite, Tiago come mezzali. Si, proprio Tiago, che in mezzo a mille innegabili e macroscopici difetti, aveva almeno un pregio: sapeva giocare senza palla nel centrocampo a tre e si rivelava un facilitatore della manovra. Bisogna comunque dire che un passo indietro, prima o poi era prevedibile. La squadra presa da Zac aveva l’encefalogramma piatto e non si poteva immaginare una crescita ininterrotta e senza difficoltà o passi indietro. Fortunatamente il passo indietro è avvenuto nella migliore situazione possibile, in vantaggio di punteggio nel doppio confronto e contro una squadra talmente leggera in attacco da non riuscire minimamente a sfruttare i vantaggi tattici derivanti dalle proprie capacità di palleggio. Di positivo c’è la compattezza della squadra e della linea difensiva, il fatto di non avere preso (finalmente) gol e l’imbattibilità di Zaccheroni. Per il resto, si deve tornare a Vinovo a lavorare duro, tenendo presente che, a parere di chi scrive, senza una condizione fisica migliore, sarà difficile migliorare il gioco della squadra.
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Analisi tattica
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