Posts Tagged ‘ Maddaloni ’

Secondi allenatori

maddaloniSi parla poco di loro, eppure sono fondamentali. Mi riferisco ai “secondi”, agli assistenti allenatori che, spesso, rivestono un ruolo fondamentale per gestire lo spogliatoio, gli allenamenti, la preparazione atletico-tattica. Molti sono diventati famosi, da Bangsboo nell’era Lippi a Ten Cate (di fatto allenatore “vero” del Barcellona di Franky Rijkaard vincitore di Liga e Champions), da Ancelotti (secondo di Sacchi), a Mourinho, allo stesso Ciro Ferrara.

C’è però una caratteristica che ho notato soprattutto nella Premiership inglese, che mi ha da sempre colpito. Rafa Benitez, dopo aver fatto per 11 anni coppia fissa con l’amico Pako Ayestaran (preparatore atletico che lo ha seguito ovunque fino a lasciarlo nel 2008), si è affidato ad una leggenda locale, Sammy Lee, già storico “secondo” dei Reds e dei Leoni inglesi, per il ruolo delicato di “assistant manager”. Il Chelsea si affida da un decennio (dai tempi dell’amico Gianluca Vialli) alla leggenda Ray Wilkins, uno che ha fatto la storia del club come giocatore (e non solo). Carletto Ancelotti non ci ha pensato un momento a privarsene e, anzi, l’ha confermato al suo fianco tenendoselo ben stretto. Così come ha fatto con Bruno Demichelis, suo amico e da 22 anni pedina importante del backroom del Milan. Arsene Wenger a Londra è una leggenda, ormai, ma da sempre si fa affiancare da gente che è apprezzata almeno quanto lui: mi riferisco a Pat Rice (uno che è nel club londinese da più di 40 anni, prima come giocatore e poi come allenatore), ma anche a Boro Primorac e Neil Banfield. Famoso è stato, forse quanto il suo primo allenatore, anche Carlos Queiroz, l’allenatore nativo del Mozambico che dal 2002 al 2008 ha affiancato “Sir” Alex Ferguson alla guida dei Red Devils, per poi assumere l’incarico di selezionatore della nazionale lusitana. L’attuale numero due è Mick Phelan, ex giocatore dello United, dal 1999 al servizio del club anche come assistente allenatore. Tutti secondi “storici”, accasatisi nei quattro principali clubs inglesi da prima degli attuali allenatori, o comunque da tantissimi anni, e che godono di una rispettabilità dell’ambiente enorme. Non a caso il modello inglese è proprio quello secondo me più giusto, da questo punto di vista, ed è quello che la Juventus ha inteso perseguire.

Purtroppo, a Ciro hanno lasciato scegliere lo staff. Ed è stato probabilmente un errore.

Maddaloni e Sormani non hanno il rispetto e la credibilità di un Mauro Tassotti (linea di continuità tra il passato e Leonardo, uomo e allenatore stimato e rispettato dai giocatori), di un Bruno Conti (che non è un secondo, ma è comunque una bandiera che lavora con la prima squadra e ne testa gli umori quotidianamente), di un Giuseppe Baresi (numero due di Mourinho nell’Inter).

E manca anche l’affiatamento professionale tra primo e secondo allenatore. Quello che ad esempio era già stato messo alla prova da Josep Guardiola, che come secondo ha confermato Tito Vilanova, già conosciuto ai tempi delle giovanili del Barca, e suo secondo nel Barcelona B. O quello tra Josè Pellegrini, allenatore del Real, e il suo collaboratore storico (già dai tempi di San Lorenzo, River Plate e Villarreal) Ruben Cousillas. Manca l’affiatamento costruito nel tempo tra Prandelli e Gabiele Pin, o tra lo stesso Claudio Ranieri e Damiano. Non me ne voglia Maddaloni. Non me ne voglia Sormani.

Immaginarsi Felipe Melo, titolare del Brasile, che esegue esercizi tattici assieme a 3 ragazzini della Primavera con loro due che spiegano i movimenti è una scenetta che fa quasi ridere. Immaginare Fabio Cannavaro, Legrottaglie e Chiellini che discutono di difesa alta e magari ci litigano pure con Maddaloni rende bene l’idea. Immaginare Sormani (per carità, discreto piede il suo) che insegna i gesti tecnici a Diego dopo averlo fatto fino all’anno scorso a Yago e Fausto Rossi è una scenetta da barzelletta.

Eppure alla Juventus accade questo. Probabilmente ci manca un Tassotti, un Conti, un Baresi. Sarebbe potuto esserlo Ciro Ferrara, splendido secondo di Lippi. Ma, se Ciro viene lanciato allo sbaraglio come allenatore, il suo vice non può essere l’allenatore dei ragazzini dell’anno prima. Non se alleni la Juventus. Non se alleni questi giocatori. La credibilità, se non te la dà il tuo curriculum da allenatore, te la deve dare il tuo staff. E probabilmente il nostro è inadeguato.

Pubblicità

Il personaggio: Adolfo Sormani

SormaniCHI E’ ADOLFO “DODO” SORMANI:
Figlio del grande Angelo Benedicto Sormani, oriundo della nazionale italiana di calcio negli anni ’60, Adolfo “Dodo” Sormani ha giocato come fantasista offensivo e regista di centrocampo in diverse squadre (Rimini, Parma, Avellino, Viareggio, Nola, Caerano, Mestre, Pordenone) tra la Serie A (3 presenze da giovane con l’Avellino), la B (30 con 2 gol, sempre in Irpinia) e soprattutto C1, C2 e Serie D. Da calciatore era dotato di grande visione del gioco, aveva piedi buoni sia come assist-man sia come realizzatore, e per chi l’ha conosciuto non può essere una sorpresa che abbia messo a frutto tutta la sua esperienza e il suo talento diventando allenatore. Ha allenato il Portosummaga, il Conegliano (2003/04), il Chioggia Sottomarina (da 2004/05 al 2005/06) e il Cattolica (dal novembre 2006/07). Nel mondo della Juventus è entrato a far pare nell’estate del 2007, quando Ciro Ferrara, responsabile del Settore Giovanile, ha creato dei ruoli ad hoc per coordinare l’intero movimento e poter avere un contatto più diretto con i suoi uomini: Michelangelo Rampulla finì per fare il Responsabile organizzativo degli allenatori, Antonio Pintus divenne Coordinatore dei preparatori atletici e appunto Dodo Sormani venne nominato Istruttore tecnico. Lo stesso anno venne scelto anche Maddaloni, attualmente vice di Ciro, come allenatore degli Allievi Nazionali. Nella stagione 2008/09, a due dalla fine, ha vissuto anche lui, come il suo “capo” Ciro Ferrara, l’esperienza straordinaria di allenare la prima squadra della Juventus, aiutando i bianconeri a collezionare due convicenti vittorie contro Siena e Lazio, e a centrare un insperato secondo posto. Una curiosità: ha sostituito, al primo anno di Juve, mister Chiarenza nel derby Primavera, e l’anno dopo ha sostituto mister Maddaloni per due incontri (entrambi gli allenatori erano squalificati).

COSA FA IN BIANCONERO:
Da quest’anno, con la “promozione” definitiva di Ferrara ad allenatore della prima squadra, Dodo Sormani è stato confermato e fortemente voluto da Ciro nel suo staff, col ruolo di assistente tecnico. Si occuperà nello specifico di aiutare tecnicamente i calciatori a migliorare alcuni movimenti con e senza la palla dove ancora mostrano delle lacune. Insomma, un insegnante che, dall’alto della sua classe e della sua tecnica, cercherà di trasmettere qualcosa della sua classe a chi ancora può apprenderla e migliorarsi. In allenamento, spesso Ciro lo usa come “allenatore” dell’attacco, con Maddaloni più utilizzato con i difensori. Il suo vecchio ruolo nelle giovanili è stato in parte rimodellato e affidato a Massimo Carrera, mentre lui si occuperà esclusivamente della prima squadra.