Coppa d'Africa: Algeria vs Mali 1-0 (Sissoko sulla via di casa?)
Gli anni passano e, nonostante il talento dei propri giocatori continui a crescere, i risultati del Mali non cambiano, anzi. Dopo il pareggio a dir poco rocambolesco nel match d’apertura contro i padroni di casa dell’Angola, recuperando quattro gol e una partita che li aveva visti sotto per più di 75 minuti, le Aquile vengono sconfitte 1-0 dall’Algeria alla seconda uscita in questa Coppa d’Africa e ora rischiano seriamente l’eliminazione. Nemmeno un “duro” come Stephen Keshi riesce a scuotere l’apatia di una squadra che tecnicamente dovrebbe eventualmente stare sotto solo alle primissime del Continente e invece galleggia da tempo nella mediocrità. Alibi, seppur parziale, la serie di infortuni che ha colpito gli uomini chiave di questa nazionale, a partire da Keita: il pupillo di Guardiola è “senza gambe”, senza l’amore per la maglia del suo Paese non sarebbe nemmeno sceso in campo vista la condizione estremamente precaria. Discorso simile per lo juventino Momo Sissoko, lui pure convalescente e a cui visibilmente manca lo spunto della forma adeguata. L’ultima tegola sulla testa del c.t. Keshi è giunta con l’affaticamento di Kanoute, l’attaccante del Siviglia va in campo nella disperata mezz’ora finale ma è fortemente condizionato dalla menomazione e incide poco nella partita. Il primo tempo è molto bloccato, regna l’equilibrio e il desiderio di non scoprirsi troppo. Momo Sissoko e Diarra non aggrediscono mai in avanti ma preferiscono la copertura della difesa in cui è stato giubilato Diamoutene rispetto alla prima uscita. L’assenza di un riferimento riconoscibile al centro dell’attacco è un grave handicap per il 4-2-3-1 delle Aquile maliane che, stante la precaria forma di Seydou Keita, hanno offensivamente qualcosa solo dalle accelerazioni del giovane Modibo Maiga sulla destra. L’Algeria risistema l’assetto dopo il brutto esordio contro il Malawi e, fatto fuori il “vecchio” Rafik Saifi (solo pochi minuti per lui), Saadane prevede un tridente con il senese Ghezzal al centro e Bezzaz e Matmouri (il migliore in biancoverde) sugli esterni. Molti falli, qualcuno pure bruttino (si fa sentire, al solito, Hassan Yebda), fanno da sottofondo a una partita abulica sbloccata da un calcio da fermo: la testa giusta è quella del centrale algerino Rafik Halliche, che batte il portiere Diakitè al 43′, frustando una partita che cambia già dal principio della ripresa. La necessità di riequilibrare il match spinge il c.t. del Mali a chiedere maggiore appoggio sulle fasce (pericoloso Tamboura a sinistra all’inizio del secondo tempo, ma sarà un episodio isolato) e il ritmo del match si alza offrendo transizioni continue e maggiori occasioni da gol ad entrambe le squadre. Gli algerini interpretano però molto bene la partita e non devono compiere miracoli per guadagnarsi i primi punti a questa Coppa d’Africa, rilanciando alla grande il discorso qualificazione.
TABELLINO
MALI-ALGERIA 0-1
MARCATORI: 43′ Halliche (A)
MALI (4-2-3-1): Diakite; Berthe, Soumare, Maiga, Tamboura; Diarra, Sissoko (66′ Fanè); Yatabe (59′ Diallo), Keita, M.Maiga; N’diaye (61′ Kanoute). A disposizione: Sidibe, Bagayoko, Diamoutene, A.Traoré, Sissoko, B.Traore, M.Traore, Sow. Allenatore: Keshi
ALGERIA (4-2-3-1): Chaouchi; Laifaoui, Bougherra, Halliche, Balhadj; Mansouri, Yedba; Matmour (90′ Ziaya), Ziani, Bezzaz (70′ Bouazza); Ghezzal (80′ Saifi). A disposizione: Gaouaoui, Raho, Babouche, Zauoi, Abdoun, Zemmamouche. Allenatore: Saadane
ARBITRO: Ssegonga (Uganda)
AMMONITI: Yedba (A), N’diaye (M), Soumare (M), Diarra (M), Belhadj (A), Fanè (M)
LA CLASSIFICA
Angola 4
Algeria 3
Malawi 3
Mali 1
(Credits: Gazzetta dello Sport)
Analisi tattica: se questo è un 4312..
Visto il successo della passata analisi, la ripropongo anche questa settimana, a mente fredda, passato il polverone delle polemiche. Mi concentro questa settimana sulla posizione in campo di Momo Sissoko, che invece di dare equilibrio alla squadra ha finito a mio avviso col dare la mazzata definitiva al 4312.
Guardate la linea blu: è quella che “unisce” virtualmente Poulsen, Melo e Sissoko. La copertura del campo è assolutamente inadeguata, tanto è vero che Diego, diligentemente, si allarga quasi a fare “il Camoranesi”, proteggendo come può la fascia destra completamente sguarnita (guardate che praterie). Il problema è la posizione di Sissoko, troppo centrale. Così facendo Diego è costretto ad inutili e sfiancanti compiti difensivi, e Melo è costretto a “coprire” Sissoko, che più che fare da diga sale spesso a fare pressing alto, trovandosi nella fase difensiva spesso e volentieri (come vedremo dopo) più “alto” anche di Diego.
Guardate qui, che è ancora più evidente. Tenete a mente sempre la linea blu e la posizione di Diego che di fatto fa l’esterno destro, in quello che sembra più un 442. L’errore anche in questo caso è nella posizione di Sissoko, che è troppo centrale (e troppo alto al tempo stesso). Così facendo, e lo si nota chiaramente, Felipe Melo è costretto a restare bassissimo, totalmente fuori dal gioco, e Diego è troppo decentrato (e troppo distante dagli attaccanti, che in questo caso non si vedono neanche nella foto: orrore!). Francamente sistemati in questo modo in campo è difficile, se non impossibile, fare gioco. Perchè Diego se si sposta di fascia (lo vedremo dopo) lascia l’intera fascia destra sguarnita (e poi: è mai possibile che hai Diego e lo devi usare per compiti di copertura?), e perchè dalla parte opposta Poulsen finisce per fare “il Nedved”, non avendo però la capacità offensiva del Ceco. Chi fa gioco in uno scenario simile?
Ancora: Diego si accentra e a destra non c’è letteralmente nessuno. Momo, anche in questo caso, sarebbe dovuto essere esterno, più o meno nella stessa posizione di Poulsen, con semmai Diego impiegato per fare pressing alto sul portatore (farlo in due è un suicidio). Meno male che, anche in questo caso, la Fiorentina in attacco era messa forse peggio di noi.
Ultima diapositiva (direi che può bastare così): Diego si sposta a sinistra accentrandosi in una azione d’attacco e.. invece di scalare, Sissoko è ancora centrale a fare pressing sul portatore di palla, con nessuno (letteralmente) a destra a dare copertura (e il povero Amauri è costretto a metterci una pezza lui, arretrando a prendere posizione).
Insomma è qui che bisogna lavorare tatticamente, e molto, nei prossimi giorni. Momo è un centrocampista straordinario, ma è un anarchico come ne esistono pochi in Serie A: va dove gli dice il cuore, non la testa. E, mi pare chiaro, tende a voler giocare sempre centrale (e ad andare sempre in pressing alto sul portatore di palla per tentare la scivolata). Così facendo, si penalizza Felipe Melo e si penalizza Diego, oltre ad avere come esterno sinistro Poulsen che seppure ti dà abbastanza in fase difensiva, non ti dà niente o quasi in quella offensiva. Un problema da risolvere in fretta. Magari passando al 4231.
Stagione 2009-10
Ciro Ferrara
Diego
Felipe Melo
problema 4312
Sissoko