Questa è la dichiarazione spontanea di Paolo Bergamo successiva alle dichiarazioni di Manfredi: “Voglio solo rubare 5 minuti a questo processo perchè mi preme chiarire con precisione e con esattezza come avveniva il sorteggio. Non voglio poi entrare in altri meriti. Dunque, questo sorteggio avveniva precisamente così: eravamo ad un tavolo lungo circa 4-5 mt, ad una estremità c’era Pairetto con un’urna grossa come.. io sto facendo segnale.. di vetro, dove venivano inserite le partite che erano state messe in una busta dal sig. Martino. Dalla posizione di Pairetto, fra questi metri, c’era seduto tutte le volte un notaio che era stato incaricato dalla Federazione perchè doveva controllare la regolarità del sorteggio, dopo ci stavo io, a distanza di circa 5 mt c’era un’altra urna dove venivano messe le sfere con le partite, quindi il primo fatto importante è che Pairetto dalla sua posizione non poteva vedere le palline che erano nell’altra urna perchè la distanza era talmente diciamo alta, i 4-5 metri, che lui non poteva vedere cosa c’era dentro l’urna. Non solo. Ad ogni sorteggio noi chiedevamo chi era il giornalista incaricato dall’USSI che avrebbe fatto il sorteggio perchè noi fino al momento in cui si faceva l’estrazione non conoscevamo il nome del giornalista. Si chiedeva: “Chi è il giornalista incaricato?”, si alzava il tizio, diceva “Hanno telefonato a me”, perchè era il presidente dell’USSI, il sig. Capone, che lo incaricava. Veniva lì, aspettava che Pairetto sorteggiasse la partita, dopo di che lui sorteggiava l’arbitro”. Poi continua: “Non solo. Avveniva in una aula dove il pubblico era ammesso. C’erano giornalisti. Tutte le volte c’erano almeno 20-30 giornalisti che assistevano, che controllavano. C’erano le telecamere della televisione, c’erano a volte dei dirigenti di Società, dei presidenti di Società, quindi era un sorteggio pubblico che veniva fatto alla presenza di chi voleva partecipare.”