Adriano vince in Brasile (con un brivido in stile 5 maggio..)

Ora è felice (di nuovo)
Lo avevamo lasciato in lacrime, in crisi depressiva, con Mourinho che temeva addirittura per la sua vita, oltre che per la sua carriera. Adriano è tornato in patria, nell’amato Flamengo, ed è tornato a dominare. Grazie alla vittoria per 2-1 sul Gremio, infatti, il club rubro-negro è per la sesta volta campione nazionale, diciassette anni dopo. Festa – il calcio è anche questo – anche per i supporters della squadra sconfitta, che con un risultato positivo avrebbe consegnato il titolo agli odiatissimi rivali cittadini (di Porto Alegre) dell’Internacional. Vi ricorda qualcosa? (appunto di Inter si parlava..).
Il Tricolor Gaucho era salito infatti a Rio de Janeiro con tre soli titolari (tra questi Mario Fernades, cercato in queste settimane dall’Inter) e un gruppo di riserve e giovani prospetti interessanti tipo Maylson e Douglas Costa, entrambi vicecampioni mondiali col Brasile nel recente Mondiale under 20 e che abbiamo “schedato” per voi durante la manifestazione. Perdere e perderemo, era più o meno il monito di ogni tifoso gremista. Eppure esistono sempre i “5 maggio” e per poco più di un’ora il Gremio gioca una partita ordinata e passa addirittura in vantaggio con Roberson, al 20′: un gol che ammutolisce la muraglia umana colorata di rosso-nero che ha coperto interamente l’immenso Maracana e che a inizio match ha accolto gli avversari con gridi di incoraggiamento (”Gremio, Gremio!”) prima di far partire il “Mengao do meu coraçao” che ha abbracciato i propri beniamini. L’uno a zero gremista è immediatamente doppiato dal gol dell’Internacional, che gioca in casa col già spacciato Santo André, e il timore di un nuovo Maracanaço riempie di brividi ogni tifoso del Flamengo. La squadra di casa ha le gambe durissime, enfatizza i problemi di tutta la stagione: il tecnico Andrade (sì, l’ex romanista), che ha raccolto l’eredità da Cuca ad agosto, ha dato continuità di risultati organizzando una squadra tosta con tre mediani difficili da superare ma che ha poca creatività a difesa schierata e ritmi bassi, i due terzini di spinta, Rafael Moura e Juan, elementi chiave nella campagna per il titolo sono fuori fase, l’idolo di casa Petkovic è pieno di acciacchi e non ha più lo spunto di un tempo (carta d’identità dice 1976, con un passaggio anche nel Venezia di Zamparini in gioventù), e davanti Adriano (19 gol e capocannoniere) è tradito dall’emozione, sbaglia appoggi in serie, si muove discretamente bene ma non trova mai la conclusione adeguata.
Eppure è proprio l’Imperatore con un mezzo fallo furbetto su un difensore del Gremio, al 29′, ad agevolare la battuta a rete del centrale difensivo David, al su primo gol in campionato. Il compagno di reparto Ronaldo Angelim, dieci minuti dopo l’ora di gioco, di testa, col Gremio sempre meno presente sul campo, segna il gol del 2-1 che regala la vittoria e il titolo al Flamengo, facendo esplodere il Maracana, Rio de Janeiro e un tifoso brasiliano su tre, dato che certamente il Mengo è la squadra con più sostenitori nel Paese. Ai rivali, in primis l’Internacional (4-1 facile alla fine col Santo André), non resteranno che le lamentele, certificate anche da una serie di dialoghi (mani sulla bocca, ormai moda a tutte le latitudini) tra Adriano e diversi giocatori del Gremio che quantomeno insospettiscono. Poco da fare, il calcio è anche questo e il match ball lo hanno avuto sia il Palmeiras (la squadra con la migliore rosa, a nostro parere), dominatore di tre quarti di stagione e poi afflosciatosi sul finale (fuori anche dalla Libertadores) e il San Paolo che aveva raggiunto la vetta del Brasilerao prima di perdere settimana scorsa col Goias e lasciare il primo posto proprio al Flamengo.
Piange lacrime di gioia Rio de Janeiro: proprio come Douglas da Silva Oliveira, un ragazzino tifoso del Flemngo immortalato in lacrime dalla tv per non essere riuscito ad ottenere un biglietto d’entrata al Maracana e vedere i suoi beniamini contro il Gremio. Colpita, commossa la signora Rosilda, mamma di Adriano, ha prontamente inviato al ragazzino il proprio tagliando, lei che invece pare abbia recuperato un figlio, che ora piange di gioia: sotto il Cristo Redentore del Corcovado oggi han vinto un po’ tutti.
(Credits: Gazzetta dello Sport)
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Mi fa piacere per adriano…un bravo ragazzo che però ci ha messo di tutto per rovinarsi la carriera. Ma alla fine, spero, ha trovato la felicità…
Il 5 maggio riesce solo agli interisti.
Io alla Juve in coppia con Amauri lo vedrei proprio bene……………..